malvinas soldatodi Federico La Mattina
La disputa sulle isole Malvinas tra Regno Unito e Argentina ha messo in rilievo la prepotente politica estera del governo britannico che ignora volontariamente le risoluzioni ONU sulla decolonizzazione e si mostra intransigente di fronte alle plurime richieste di una risoluzione pacifica che tenga conto delle precedenti risoluzioni dell’Assemblea Generale. Il 3 gennaio Cristina Fernandez Kirchner ha inviato una lettera aperta (1) al Primo Ministro britannico David Cameron in cui rivendica la sovranità argentina sulle isole Malvinas ed esorta il Regno Unito a rispettare la risoluzione ONU del 14 dicembre 1960 che “proclama solennemente la necessità di porre rapidamente e incondizionatamente fine al colonialismo, in ogni sua forma e in ogni sua manifestazione” (2).

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warriorsdi Anna Curcio e Gigi Roggero
Sabato 5 gennaio è morto Sol Yurick. Nato nel 1925 in una famiglia di lavoratori ebrei immigrata negli Stati Uniti, è stato un grande scrittore: tra gli altri suo è il libro The Warriors, da cui è stato tratto il celebre film I guerrieri della notte. Sol era comunista e, dopo il 7 aprile 1979, ha fatto parte dei comitati contro la repressione in Italia. Lo ricordiamo con un’intervista della primavera 2010.
Sol Yurick è uno scrittore di parte. E la parte si produce nella rottura, nella scissione, nel rifiuto che costituisce nuova soggettività. Come il padre, ebreo che ha rifiutato di fare il colono in Palestina e ha trovato la sua terra promessa andando negli Stati Uniti: non realizzando l’american dream, ma diventando comunista.

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di Iside Gjergij

Il presidente del Portogallo, Aníbal Cavaco Silva, ha spiazzato non pochi quando, durante il tradizionale messaggio di fine anno, ha annunciato di voler chiedere l’intervento della Corte Costituzionale sull’ultima legge finanziaria approvata dal parlamento, in quanto vi sono “legittimi dubbi circa la correttezza nella distribuzione dei sacrifici tra i cittadini”. E’ stato duro, inoltre, il monito lanciato dal presidente portoghese contro le misure di austerità imposte dalla Troika, le quali avrebbero prodotto, secondo Cavaco Silva, “un calo della produzione e delle entrate fiscali”.

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di Giuseppe Grosso

«La contraddizione capitale/lavoro è il nodo fondamentale della crisi. Bisogna pertanto contrastare l'egemonia del neoliberismo innanzitutto a livello ideologico». Questa è l'opinione di Cayo Lara, appena riconfermato all'unanimità coordinatore federale di Izquierda unida (Iu). Il partito di sinistra radicale («ma sarebbe più corretto definirlo "movimento"») ha appena celebrato il suo decimo congresso, nel quale sono stati definiti i ruoli, le linee politiche e le prospettive della sinistra alternativa spagnola «nel momento più difficile della storia democratica del paese».
Da questo meeting - celebrato in una Spagna in balia del neoliberismo del Partido popular

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di Fabrizio Tonello

Il fiscal cliff, il cosiddetto baratro fiscale è stato evitato da un accordo al Senato nella notte di San Silvestro e da un voto della Camera martedì ma ancora una volta si è potuto vedere quanto Obama sia un leader debole, disposto a fare concessioni di principio all'ultimo minuto pur di ottenere un risultato. I democratici presentano come una vittoria l'aumento delle tasse per chi guadagna più di 450.000 dollari dopo detrazioni e deduzioni (l'aliquota massima torna al 39,6% dell'era Clinton) e l'assenza dei tagli al welfare. Tagli che erano stati presentati dai repubblicani come la ricetta che avrebbe salvato gli Stati Uniti da una sorte simile a quella della Grecia.

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