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CONTRO IL FASCISMO DI OGGI, COME IERI

 

 

 

di Bianca Braccitorsi *

 

 

 

 

 

Le elezioni di questa primavera si giocano in un Paese stremato da una crisi che ha stravolto la vita quotidiana e le aspettative per il futuro della grande maggioranza degli italiani e della quale non si vede l’inizio della fine, né lo spiraglio di luce che molti speravano, nel passaggio dal centro destra di Berlusconi al governo tecnico di Monti.

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di Luce Manara

Su uno dei siti più attivi tra i simpatizzanti No-Tav c'è una foto con Nina e Marianna che sorridono davanti a una bandiera. Viene da dire che basterebbe guardarle in faccia, anche se la «giustizia» non guarda in faccia nessuno.
Di certo, non possono essere state loro a giustificare la guerra totale messa in piedi dalle «forze dell'ordine» per militarizzare la Val di Susa. Eppure, grazie al «teorema» della procura di Torino, anche loro, dopo due settimane di detenzione preventiva, sono finite sul banco degli imputati per «lesioni e resistenza a pubblico ufficiale», un reato che è in agguato ogni qual volta un cittadino si trova ad avere a che fare con una qualunque divisa (per «lesioni» si intendeva

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di redazione la Repubblica

«Non basta. Troppo comodo. E poi, al lungo elenco delle scuse, mancano i veri protagonisti. Manca Claudio Scajola che era il ministro degli Interni, manca Gianfranco Fini che era il vicepremier, manca De Gennaro che era il capo della polizia. E mancano i vertici di Cgil, Cisl e Uil: ancora oggi ci devono spiegare perché, a differenza della Fiom, non erano in piazza con noi».

Il sottosegretario De Gennaro ha appena chiesto scusa. Dice: “Resta nel mio animo un profondo dolore per tutti colore che a Genova hanno subito torti e violenze”.

«E cosa vuol dire? Cosa ha fatto l’allora capo della polizia De Gennaro affinché quei torti e quelle violenze non fossero inferti?».

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IL PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA INVITA ALLA MOBILITAZIONE ed ALL’ OPPOSIZIONE CONTRO QUESTA MISURA ,  A DIFESA DELLA DEMOCRAZIA e del RUOLO COSTITUZIONALE degli ENTI LOCALI e delle PROVINCE A TUTELA DEI DIRITTI DEI CITTADINI e dei SERVIZI di INTERESSE PUBBLICE.
111209teccePRIME RIFLESSIONI DEL DIPARTIMENTO NAZIONALE  ENTI LOCALI DEL PRC .

Il decreto legge nel quale è contenuta la manovra economica del Governo Monti contiene, insieme agli altri punti di attacco alla democrazia ed alle condizioni di vita dei soggetti più deboli ,una norma di chiaro segno anticostituzionale: lo scioglimento dei consigli provinciali - con la conseguente decadenza di consiglieri ed assessori - a partire dal 30 aprile 2012 e la loro trasformazione in enti di secondo livello, eletti dai consigli comunali del territorio provinciale, con semplice funzione di “indirizzo politico delle attività dei Comuni “.
Entro tale data le Regioni dovrebbero legiferare sul sistema elettorale attraverso il quale i municipi dovranno nominare i propri rappresentanti nei consigli provinciali – quindi non eletti democraticamente ma nominati di secondo livello – che comunque non potranno superare i 10 componenti e saranno coordinati dal presidente eletto ,a quanto sembra, dai 10 consiglieri e senza nessuna giunta.

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