di Anna Maria Merlo
Parla Dominique Vidal, storico ed esperto di destre europee.
Il 18% di Marine Le Pen continua a far discutere. E' stato un voto dovuto alla crisi, un grido di dolore oppure c'è un'adesione alle tesi estremiste, al nazionalismo e alla xenofobia? Ne discutiamo con Dominique Vidal, giornalista e storico, collaboratore de Le Monde Diplomatique, che di recente, assieme a Bernard Badie, ha curato l'edizione del 2012 de L'Etat du Monde (ed. La Découverte), dove ha pubblicato un articolo sulle «Destre estreme in Europa, strategie e identità.
Il 35% del voto delle classi popolari è andato a Marine Le Pen. Come si spiega?
C'è una serie di elementi. In primo luogo, la gravità della crisi. Una parte della popolazione si sente abbandonata, si tratta in particolare della Francia rurale, quella delle villette delle periferie lontane, dei paesini dove non c'è la Posta, il Comune apre poche ore, non c'è più il caffè, dove c'è una disoccupazione massiccia, ci sono pochi soldi, le famiglie il 20 del mese hanno il portafoglio vuoto.