di Tommaso Di Francesco
Molti si indigneranno, altri esulteranno probabilmente a seconda della collocazione geografica europea. E poi, di che sorprendersi non l'hanno dato forse anche a provati guerrafondai come Henry Kissinger? Un fatto resta certo: la decisione a sorpresa di assegnare il Nobel della pace all'Unione europea con la motivazione che «l'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace» rappresenta probabilmente la più grossa operazione di maquillage politico nella storia delle istituzioni del Vecchio continente, almeno dal dopoguerra ad oggi.