Rifondazione comunista sostiene lo sciopero di otto ore promosso  da Fai, Flai e Uila per il 27 aprile prossimo per contrastare le scellerate scelte del governo.
Con le norme previste nel disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro, il governo Monti mette in ginocchio i lavoratori del settore, condannandoli alla precarietà e togliendo loro la possibilità di una pensione.

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amianto

 

"La sentenza di oggi apre grandi prospettive anche per le vicende di Taranto e per le altre città che attendono giustizia". Lo ha detto il pm torinese, Raffaele Guariniello, al termine della lettura della sentenza al processo d'appello Eternit con la quale la corte di appello di Torino ha decretato la condanna di Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione (dai 16 anni in primo grado) per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza.

La sentenza ha esteso la responsabilità di Schmideiny anche per le vittime di Bagnoli e di Rubiera, in Campania ed Emilia Romagna, mentre non vengono puniti i fatti dal 1966 al 1976. Per l'altro imputato, il conte belga Louis De Cartier, deceduto il 21 maggio scorso, la Corte ha deciso il non luogo a procedere. In aula a seguire il verdetto c'era l'ex Ministro della salute, Renato Balduzzi, il procuratore capo della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, il procuratore generale Marcello Maddalena, oltre a centinaia di parenti delle vittime giunti da tutta Italia e anche network televisivi stranieri.

"Non è finita qui e non è finita nel mondo", ha aggiunto Guariniello, che quindi apre una prospettiva nuova anche per la vicenda dell'Ilva.

Purtroppo il "principio di precauzione" nonostante questa importante sentenza non è ancora applicato. Continuano a costruire impianti altamente nocivi come gli inceneritori, e per esempio l'uso dei fitofarmaci in agricoltura, considerati gravemente dannosi per la salute.

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Ci sono grandi ingiustizie. alcune vittime risarcite e altre no

23 novembre, 11:26

tratto da www.ansa.it

VENEZIA - Un appello per una nuova organizzazione giudiziaria con una apposita Procura nazionale su questioni come le patologie da amianto e' stato lanciato dal procuratore Raffaele Guariniello, nel corso della giornata d'apertura della seconda Conferenza governativa sull'amianto, a Venezia. ''Assistiamo a grandi ingiustizie - ha spiegato - e si diffonde un senso di impunita' e di amarezza tra le vittime, per le differenze di trattamento, che vedono alcune di loro risarcite e altre che non ricevono un euro: c'e' bisogno di un osservatorio, come quello che abbiamo costituito presso la Procura della Repubblica di Torino, e che resta ancora l'unico, visto che altrove in alcuni casi non arrivano nemmeno le segnalazioni alla magistratura, che raccolga i casi, li studi e faccia i processi in tempo reale''. ''C'e' bisogno - ha aggiunto Guariniello - di una nuova organizzazione giudiziaria, di una Procura nazionale che si occupi sistematicamente di queste patologie: un'organizzazione che va creata e che necessita, per passare dalle parole ai fatti, dell'impegno dei quattro ministeri interessati''.

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Il Comitato Esposti Amianto Lazio, quale rappresentante di lavoratori e cittadini esposti all’amianto e di familiari vittime dell’amianto, in vista della definizione di misure che il Governo intende adottare in merito al problema amianto in occasione della 2a Conferenza Governativa Amianto (Venezia dal 23-25 novembre) ha redatto un documento contenente proposte e osservazioni.

Pur condividendo altri documenti redatti da altre associazioni degli esposti, si ritiene di aggiungere alcuni elementi che riteniamo importanti al fine di fuoriuscire dall’amianto nei luoghi di vita e di lavoro. In particolare si rende necessario ad oggi porre il divieto di utilizzo dell’amianto. La legge 257 del ’92 infatti vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la produzione e la commercializzazione, ma non ha stabilito chiaramente che è vietato utilizzare questo materiale pericoloso. Oltre ad una aggiornamento legislativo in tal senso occorre bonificare i territori con adeguati incentivi (ad oggi censiti in numero di 34.148), promuovere un’efficace sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e prevederne la gratuità, garantire il risarcimento alle vittime professionali, familiari ed ambientali, definire le responsabilità degli enti coinvolti, prevedere un coordinamento a livello nazionale per garantire parità di trattamento e di standard in materia. Abbiamo richiesto di acquisire il nostro documento agli atti della Conferenza unitamente alla documentazione presentata da altre associazioni e forze sindacali.

 

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Il risarcimento dei danni al lavoratore morto per amianto, non va determinato in misura fissa ma, deve essere rapportato al grado di sofferenza patita.


Di Massima Di Paolo
10/10/2012

Articolo tratto da http://www.lavoroediritti.com

La Cassazione, con sentenza nr. 17092 dello scorso 8 ottobre 2012, torna a decidere sul triste tema delle morti per esposizione all’amianto; affermando che, il risarcimento del danno biologico e morale, da riconoscere ai lavoratori esposti all’amianto non può essere determinato in misura fissa sulla base della durata della malattia ma, deve essere rapportato “all’intensità della sofferenza provata”.
Così, gli Ermellini hanno dato ragione agli eredi di un lavoratore del Porto di Venezia, morto per un mesotelioma pleurico, contratto per inalazione ed esposizione a fibre di amianto. La Corte d’appello, aveva riconosciuto ai famigliari della vittima, una somma a titolo di risarcimento, a dir poco ridicola, pari a 19.800,00 € di cui 13 200 per danno biologico e 6000 per danno morale.
In pratica, il danno biologico veniva quantificato solo sulla base dei giorni di malattia del lavoratore, nella misura di 150,00€ giornalieri.

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