Tutto quello che non ci dicono sulle pensioni. Ma che è utile sapere.
di Felice Roberto Pizzuti

Fino a prima della scorsa estate, nelle riunioni economiche internazionali per fronteggiare la crisi globale, i rappresentanti italiani, per attenuare la valenza negativa attribuita al nostro debito pubblico, ricordavano giustamente che, in compenso, rispetto agli altri paesi, il nostro debito privato è nettamente inferiore, il nostro sistema bancario è molto meno toccato dal possesso di titoli "tossici" e il sistema pensionistico pubblico, dopo la continua serie di riforme avviate nel 1992, è tra quelli con i conti più in ordine.

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Inaccettabili e sbagliate.

La manovra è profondamente iniqua: la pagano per l’80% lavoratrici e lavoratori, pensionati, giovani, redditi medio-bassi. Si salvaguardano i grandi patrimoni e i grandi speculatori.

La manovra aggrava la crisi: colpendo i consumi popolari blocca ogni possibilità di ripresa economica e spinge il paese nella recessione.

La manovra non ferma la speculazione, come dimostra l’andamento dello spread. Perché la speculazione si contrasta modificando le politiche della BCE e non massacrando i diritti sociali.

Per questo va costruita l’opposizione a Monti. Per evitare che la nostra società diventi sempre più ingiusta e che l’Italia faccia la fine della Grecia: ridotta allo stremo dalle stesse ricette.

Per questo avanziamo proposte per un’altra politica, e vogliamo costruire mobilitazioni durature con le lavoratrici e i lavoratori, gli studenti, i sindacati che si battono per un’alternativa, i movimenti.

Per questo vogliamo costruire l’unità della sinistra: per dare forza alle ragioni del lavoro, dei diritti, della dignità delle persone, della democrazia e del futuro.

Una manovra iniqua.

E’ vergognoso l’intervento sulle pensioni
Si aboliscono le quote e le pensioni di anzianità. Non bastano più i 40 anni di anzianità contributiva: ci vorranno da subito 42 anni e 1 mese, ed ogni anno questi requisiti cresceranno ancora. Anche raggiungendo i nuovi requisiti, se si va in pensione prima dei 62 anni, la pensione viene tagliata. Peggiorano seccamente anche le norme per la pensione di vecchiaia. Ci si accanisce contro le donne che vedono aumentare da subito l’età pensionabile a 62 anni, per arrivare a 66 nel 2018. Crescerà ancora fino a 70 anni, poi, per donne e uomini. Si portano tutti al contributivo e si blocca la rivalutazione al costo della vita delle pensioni lorde sopra i 1405 euro, circa 1100 euro al netto.

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fantozziDi Roberta Fantozzi *

L'appetito vien mangiando. E Confindustria ha un grande appetito. Non gli bastano infatti i copiosi regali sin qui ricevuti. Dopo l'abominio dell'articolo 8 regalatogli dal governo Berlusconi, dopo i copiosi sgravi fiscali che le imprese e le banche hanno ricevuto dal governo Monti, ora chiede di più: sono gravissime le dichiarazioni di Marcegaglia sull'articolo 18.

Invece va rimesso in discussione l'articolo 8, che consente alla contrattazione aziendale di derogare al contratto nazionale e ai diritti del lavoro sanciti per legge: una vera mostruosità giuridica che non esiste in nessun altro paese europeo.

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111227treninotte

Camusso non perde il treno
di Luca Fzio dal Manifesto del 27 dicembre 2011

Durante le feste spesi 4 miliardi. Crollano abbigliamento, alimentari e viaggi. Pdl e Idv: «Colpa della manovra»
Se il gioco si fa duro (e nel 2012 non potrà essere che così), allora Oliviero, Giuseppe e Carmine sono un esempio per tutti, non solo per i lavoratori delle ferrovie. Lo sono anche per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ieri mattina ha reso omaggio al coraggio e alla determinazione dei tre uomini che da più di due settimane vivono al gelo arrampicati su una torre-faro lungo il binario 21 della Stazione Centrale di Milano.
E' stata una visita a dir poco strategica, e se si tratta di mandare un messaggio forte e chiaro al governo Monti forse non c'era luogo migliore per festeggiare la coda del natale: di fianco ai lavoratori che si battono con forza per rivendicare il diritto al lavoro in un momento in cui gli italiani sembrano rassegnati di fronte all'ineluttabilità della macelleria sociale. Susanna Camusso ha voluto far sapere che lei sta decisamente con loro, indicando in qualche modo la strada da percorrere: non mollare.

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«Ripartiamo dalla democrazia» il manifesto del 23 dicembre 2011

111223landiniMisure ingiuste. Serve un progetto per l'occupazione con una nuova idea di sviluppo per Fiat e Fincantieri, «ci batteremo contro gli accordi separati». L'11 febbraio tutti a Roma

Un giovedì nero, «non per la Fiom ma per la democrazia italiana». Ieri è capitato di tutto, a partire dall'approvazione di una manovra che «aumenta le diseguaglianza e non fa nulla per l'occupazione e per un nuovo modello di sviluppo». Contemporaneamente Fim e Uilm, organizzazioni minoritarie nei cantieri navali, firmavano un accordo con Fincatieri che «accetta lo stesso piano di esuberi che a giugno l'azienda era stata costretta a ritirare grazie alle lotte dei lavoratori». Dulcis in fundo, gli stessi sindacati «complici» firmavano un nuovo accordo separato che estende il modello Pomigliano - massimo sfruttamento e diritti al minimo - a tutte le aziende del settore auto: «Ti rendi conto che stiamo parlando di centinaia di migliaia di lavoratori?». Ecco Maurizio Landini, battagliero segretario della Fiom impegnato su tanti fronti, non escluso quello interno con la Cgil. Con lui tentiamo un'analisi delle ultime performances del governo e della Confindustria.

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