110630fantozzidi Roberta Fantozzi

E' un pessimo accordo, oltre le peggiori previsioni. Un accordo che interviene su tutti i temi decisivi del rapporto di lavoro: democrazia e rappresentanza e dunque validità degli accordi, esercizio del conflitto, modello contrattuale. Quei temi che hanno motivato la lunga divisione tra Cgil da una parte, Cisl e Uil dall'altra e rinunciando ai quali ora la Cgil, a prezzo di una regressione pesantissima, "rientra in gioco", assumendo la sostanza del modello fin qui contrastato. Le ambiguità di quel contrasto, la volontà evidente di rientrare nella partita, nulla tolgono infatti alla cesura drammatica che si è prodotta con la firma di ieri.

E' un pessimo accordo, oltre le peggiori previsioni. Un accordo che interviene su tutti i temi decisivi del rapporto di lavoro: democrazia e rappresentanza e dunque validità degli accordi, esercizio del conflitto, modello contrattuale. Quei temi che hanno motivato la lunga divisione tra Cgil da una parte, Cisl e Uil dall'altra e rinunciando ai quali ora la Cgil, a prezzo di una regressione pesantissima, "rientra in gioco", assumendo la sostanza del modello fin qui contrastato. Le ambiguità di quel contrasto, la volontà evidente di rientrare nella partita, nulla tolgono infatti alla cesura drammatica che si è prodotta con la firma di ieri.

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fantozzi1di Roberta Fantozzi

Non si preannuncia un luglio in cui sia possibile "tirare il fiato", dopo l'impegno delle amministrative e dei referendum. Ed anzi, all'opposto, è necessario attrezzare l'iniziativa agli scenari pesantissimi che abbiamo di fronte, ora che - passati gli appuntamenti elettorali - il governo si appresta a varare la manovra economica, su cui da giorni si rincorrono le indiscrezioni. Il contesto, come è noto, è quello dell'Euro Plus Tact, la cui approvazione definitiva è stata rinviata ieri dal parlamento europeo, ma i cui contenuti di fondo non sono modificati, a partire dal perseguimento ad ogni costo dell'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014 e della riduzione del debito a tappe forzate: ogni anno un ventesimo della differenza tra il debito di ogni paese e il vincolo di Maastricht del 60%.

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Roberta Fantozzi

fincantieri_anconaHanno dovuto superare mille ostacoli i lavoratori di Fincantieri. L'ultimo è stato quello di non rispondere alla provocazione della gestione della piazza ieri a Roma. Spostata dal governo la sede dell'incontro per impedire evidentemente che il "fastidioso rumore" della denuncia e della lotta operaia occupasse il centro della città, mentre i lavoratori di Castellammare presidiavano l'Eur, per quelli venuti in massa soprattutto dalla Liguria, la giornata di ieri è stata una specie di Odissea tra vie blindate da uno spiegamento grottesco di forze dell'ordine, mai così tante per una manifestazione di lavoratori.
E' in questo clima, specchio insieme della debolezza e della pericolosità del governo Berlusconi, che è arrivata la notizia del ritiro del piano di Fincantieri. Una vittoria della lotta e dell'unità operaia, di una mobilitazione che ha attraversato tutti gli stabilimenti e i territori, sottraendosi alla logica di chi, come la Lega, ha lavorato sulla difesa di un sito produttivo contro l'altro, riproponendo la consueta divisione e messa in competizione dei lavoratori e dei territori. Una vittoria conquistata anche attraverso la mobilitazione dei diversi livelli istituzionali locali e di interi settori sociali, a fianco dei lavoratori.

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in fase di aggiornamento...

"Reddito minimo per tutte e per tutti": è questo lo slogan della campagna per il reddito minimo garantito. E per sostenerla più di cinquantamila le firme raccolte. I promotori dell'iniziativa (una rete di associazioni vicine al Prc, al Pdci e a Sel) le hanno presentate oggi nel corso di una conferenza stampa alla Camera. Ne bastavano cinquantamila per la proposta di legge di iniziativa popolare che dovrebbe istituire questo strumento di welfare già piuttosto diffuso, in varie forme, in Europa, ma le adesioni sono andate ben oltre. La proposta, dopo il successo della campagna "che ha coinvolto - secondo il comitato promotore - 200 città, con più di 250 iniziative" sarà depositata "entro i primi cento giorni" della prossima legislatura. "Il reddito minimo - si legge all'articolo 1, comma 2 del testo - ha lo scopo di contrastare la marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso l'inclusione sociale per gli inoccupati, i disoccupati e i lavoratori precariamente occupati (...)". Tra le previsioni della norma proposta la "erogazione di un beneficio individuale in denaro pari a 7200 euro l'anno, da corrispondere in importi mensili di 600 euro ciascuno" a chi ha un reddito di meno di 8.000 euro. Poi agevolazioni sui trasporti, le cure mediche, i libri scolastici. Il "beneficio" decadrebbe in caso di rifiuto di una proposta di lavoro formulata dal centro per l'impiego, oltre che in tutti i casi in cui il soggetto beneficiario acquisisca un contratto di lavoro o un reddito di lavoro autonomo incompatibile con i requisiti della legge. Il provvedimento verrebbe finanziato da un apposito Fondo che attingerebbe "alla fiscalità generale". In Europa mancano solo in Grecia e in Italia, e il Parlamento europeo ha chiesto al Bel Paese di adeguarsi. Per Paolo Ferrero, segretario del Prc, “occorre istituire subito il reddito minimo per garantire ai disoccupati la possibilita' di arrivare alla fine del mese: le risorse ci sono, sono quelle che si ricaverebbero da una tassa sui grandi patrimoni".

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