Care, cari,

l’escalation della guerra sotto comando Usa, il cui obiettivo non è più dichiaratamente la liberazione dell’Ucraina, ma mettere in ginocchio la Russia, rafforza le basi per una drammatica intensificazione delle operazioni militari nel teatro ucraino, aumenta i rischi di coinvolgimento di paesi vicini, di un suo prolungamento indefinito nel tempo, di ricorso ad armi nucleari.

La guerra parallela, quella delle sanzioni è inutile al pari dell’invio di armi per fermare il massacro, al contrario rafforza le contrapposizioni tra gli schieramenti favorendo anche la crescita del consenso del popolo russo intorno a Putin; produce soprattutto effetti disastrosi sulle economie europee e rinvia sine die la riconversione ecologica, col ritorno massiccio del ricorso al carbone in tutto il mondo.

Le conseguenze economiche che già colpiscono i popoli in diverse parti del mondo, con vere e proprie carestie alimentari in Africa e Medio oriente e i ceti popolari anche in Europa diventeranno ancora più drammatiche con la combinazione di inflazione sempre più alta e politiche fiscali e monetarie recessive che produrranno disoccupazione, ulteriore perdita del valore d’acquisto dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori e dei redditi dei ceti popolari
Nelle prossime settimane siamo impegnate/i in molte iniziative tese ad aggregare gli schieramenti sociali e politici più larghi possibili conto la guerra e l’economia di guerra, dalla manifestazione contro la guerra di mercoledì 11 maggio, alla giornata nazionale contro ddl concorrenza del 14, all’assemblea Promossa dalla Gkn del 15, allo sciopero promosso dai sindacati di base per il 20 sempre di questo mese fino alla manifestazione nazionale a Coltano contro la base militare.

Riteniamo importante che il nostro partito sia presente in tutte queste iniziative e altrettanto importante il rilancio della nostra iniziativa contro bollette e carovita in difesa del lavoro e dei ceti popolari che abbiamo lanciato per primi.
Per discutere di questa iniziativa è convocato un attivo delle segretarie e dei segretari regionali e di federazione per venerdì 13 maggio alle ore 19. Ecco il link per il collegamento: Attivo nazionale segretari/e
Venerdì 13 maggio · 19:00 – 23; https://meet.google.com/qcd-ywcs-vhs

Fraterni saluti

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Prc-Se
Antonello Patta, Segreteria nazionale, responsabile Lavoro nazionale Prc-Se
Ezio Locatelli, Segreteria nazionale, Responsabile Organizzazione Prc-Se

Mistificatori. Non è possibile che la responsabilità degli scontri avvenuti il primo maggio a Torino venga stravolta a tal punto. Piero Fassino, ex sindaco di Torino, parla senza ritegno alcuno di “gruppi violenti” che “hanno turbato il Primo maggio a Torino, confermando di non avere nulla a che vedere con i lavoratori che invece sanno bene chi sta dalla loro parte”. Lasciamo perdere la battuta sul rapporto con i lavoratori da parte di uno che non ha mai perso occasione di dare dimostrazione della sua consonanza con Sergio Marchionne. In realtà ciò che è stato visto e subito da tutti i presenti sono le cariche della polizia in assetto antisommossa, polizia che ha deciso di smembrare a viva forza lo spezzone del corteo schierato a vario titolo contro la guerra in modo tale da impedirne l’entrata in piazza San Carlo. Bisogna smetterla con le menzogne. Anche l’Ansa riferisce che “le forze dell’ordine hanno preso a manganellate i manifestanti per farli indietreggiare”. Ciò che è avvenuto è in tutto e per tutto inaccettabile. L’indecente messinscena delle violenze messe in atto il primo maggio va smascherata. Con buona pace di Fassino c’è un’unica responsabilità riguardo gli scontri di ieri, la responsabilità delle forze dell’ordine che hanno deciso di impedire il diritto di manifestare per una parte del corteo. Inammissibile. Uniamo le forze contrarie alla barbarie della guerra, costruiamo un grande movimento per la pace respingendo risolutamente intimidazioni di sorta.

*Ezio Locatelli, segreteria nazionale, Fausto Cristofari segretario provinciale Torino, Alberto Deambrogio, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista

Deambrogio Ferrero Cristofari Locatelli

Care compagne e cari compagni,

da decenni siamo in emergenza casa: 650.000 famiglie nelle graduatorie comunali in attesa di un alloggio, il 95% degli sfratti sono per morosità incolpevole;

Con l’emergenza sanitaria e la conseguente grave crisi economica sono cresciute le diseguaglianze e le famiglie in povertà o a rischio della medesima.

Sono in stato di povertà assoluta più di 2 milioni di famiglie (5,6 milioni di persone), tra cui aumentano anche quelle con lavoratori occupati e famiglie numerose, con più di 4 o 5 componenti.

Il 43% famiglie che vivono in affitto sono in stato di povertà conclamata. Parliamo di circa 856.000 famiglie (dati Istat)

Questi dati, uniti all’assoluta mancanza di risorse per un piano straordinario casa adeguato al bisogno, le insufficienti risorse per evitare o fronteggiare gli sfratti in tempi di pandemia, delineano un quadro drammatico e foriero di gravi tensioni sociali: la scelta scellerata di non prorogare il blocco dell’esecuzione degli sfratti, si tradurrà nei prossimi giorni e mesi in circa 130 / 150 mila sfratti per morosità incolpevole.

Fare il punto delle realtà territoriali dove operano gli sportelli casa sui territori, approfondire la petizione all’ONU per bloccare gli sfratti sono i temi dell’incontro di mercoledì 20 aprile, ore 21.00, nella diretta facebook.

La petizione all’ONU è uno strumento usato soprattutto in Spagna e Portogallo e ancora poco in Italia, deve essere agito in tempo (almeno 2 mesi prima della data dello sfratto) laddove ci sono requisiti specifici come la presenza di anziani o portatori di handicap nel nucleo interessato. L’ONU interviene chiedendo la sospensione o la soluzione per la famiglia sfrattata. Promuovere una campagna del partito di difesa del bisogno casa e resistenza agli sfratti rilanciando anche lo strumento della petizione all’ONU.

Ottenere decine di interventi dell’ONU per far esplodere la drammaticità dell’emergenza casa. L’obiettivo è ottenere la sospensione degli sfratti e rompere il muro dell’indifferenza di Governo e Parlamento, davanti alla prospettiva di migliaia di famiglie che rischiano di finire in mezzo alla strada: finanziamento di un piano straordinario casa che abbia tempi certi, istituzione di cabine di regia territoriali per la graduazione degli sfratti e il coinvolgimento degli Enti Locali, il passaggio da casa a casa.

Nell’incontro di mercoledi 20 aprile, ore 21.00, diretta facebook, sono previsti gli interventi di:

Monica Sgherri, responsabile PRC diritto alla casa diritto all’abitare

Massimo Pasquini, centro studi Unione Inquilini,

Alessandro Scassellati, Transform, “petizione all’ONU per bloccare gli sfratti. Come fare”

Irene Aurora Paci, rete sciopero degli affitti

Conclude Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista.

Hanno garantito il loro intervento le compagne e i compagni che operano negli sportelli sui territori.

In allegato il volantone dell’iniziativa e il “manuale di autodifesa sfratti”, a cura di Transform, con il materiale per fare la petizione all’ONU.

https://www.facebook.com/rifondazione.comunista

Fraterni saluti

Ezio Locatelli, segreteria nazionale - responsabile Organizzazione Prc-Se
Monica Sgherri, responsabile diritto alla Casa, diritto all’Abitare Prc-Se

- Manuale di autodifesa dagli sfratti

2022 0420 volantino

di Ezio Locatelli* -

Una spaccatura netta tra paese reale e paese legale che apre varchi e nuove possibilità fino a ieri impensabili. Come abbiamo potuto vedere in questi giorni da alcuni sondaggi tre cittadini su quattro non vogliono né aumenti di spese militari né invio di armamenti a Kiev. Non lo vogliono non certo per ignavia o collusione col “nemico” come piace dire ai professionisti della disinformazione. Semplicemente ritengono l’escalation militare controproducente, suscettibile di portarci dritti e filati alla catastrofe, al suicidio anziché favorire la costruzione della pace. Dunque il bombardamento mediatico, martellante di queste settimane non ha sortito l’effetto voluto, non ha interdetto il senso della realtà in milioni di persone, in specie tra i settori popolari.
Una spaccatura tra paese reale e paese legale che non riguarda solo l’orrore della guerra, le cifre impressionati del riarmo come uno dei migliori affari del momento ma il tema delle priorità sociali e politiche da perseguire. Per la stragrande maggioranza delle persone l’esigenza della pace va di pari passo alla richiesta d tutela di alcuni diritti fondamentali di dignità sociale, di sussistenza (i diritti al lavoro, al reddito, alla casa, alla salute, ecc.). Risposte che mancano da parte di una classe dirigente dedita all’appropriazione di denaro e di potere, di una classe che ha perso per intero ogni funzione sociale ed etica – ripugnante sentire parlare di “investimenti militari” come fa Draghi & Company - che lavora non alla rimozione ma alla promozione delle disuguaglianze. Risultato: una minuscola minoranza di ricchi in cima alla piramide sociale sta sempre più prendendo le distanze da una massa crescente di disoccupati, poveri, precari, persone in difficoltà. Per riprendere l’uscita di qualche anno fa di Warren Buffet, investitore finanziario, terza persona più ricca del mondo, “c’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe ricca che sta facendo la guerra e stiamo vincendo”. Cinismo allo stato puro di un sistema che in ogni caso, dopo anni di pensiero unico, nella nuova fase di crisi della globalizzazione capitalistica, è colpito da una devastante crisi di credibilità.
Ora come tradurre questa spaccatura di consenso e di condizione sociale in cambiamento? Penso che il problema, tutto quanto da affrontare sul piano pratico e politico, sia quello di mettere in campo una forza di opposizione all’altezza della sfida del momento, in grado di sostenere e organizzare le ragioni di contrarietà alla cultura dominante della guerra e dello sfruttamento. Una forza in grado di trasformare il senso di rabbia, disagio, dissenso di gran parte dell’opinione pubblica riguardo le politiche governative in partecipazione, protagonismo, lotta politica, in conflitto sociale a cominciare dalla costruzione dei comitati contro la guerra e il carovita. E’ evidente che questa forza non può essere costituita solo ed esclusivamente da un piccolo partito come il nostro ma dall’aggregazione di più energie sociali e politiche oggi disperse in tanti rivoli. E’ importante lavorare a questa aggregazione unitamente al salto di qualità del nostro partito quale strumento indispensabile di giuntura e di battaglia politica. La campagna di tesseramento 2022 a Rifondazione Comunista rappresenta un tassello importante – ovviamente non l’unico – di questo lavoro di riaggregazione. Una campagna dedicata quest’anno alla splendida figura di Lidia Menapace, nostra compagna “partigiana, femminista, pacifista, ecologista, comunista” che ha lottato instancabilmente e gioiosamente per bandire la guerra, sotto ogni forma, dal mondo. Tocca a noi raccogliere il testimone di questo impegno esemplare di tutta una vita per un futuro migliore.

*segreteria nazionale, responsabile organizzazione Prc.Se

Care compagne e cari compagni,
vi aspettiamo in tante e tanti alla manifestazione nazionale di sabato 26 marzo a Firenze promossa dal collettivo di fabbrica GKN.
Il concentramento per la manifestazione è alle ore 14.30 a Piazzale Vittorio Veneto, lato Cascine. Dal momento che si tratta di uno spazio molto ampio e con pochi punti di riferimento, ci ritroveremo come compagne e compagni del Partito della Rifondazione Comunista all'inizio di viale Lincoln (il viale principale di accesso al Parco delle Cascine che costeggia l'Arno) dalle ore 13.30.

GKN locatelli

Come raggiungere il concentramento
Per chi arriva in treno, è consigliabile spostarsi a piedi: dalla Stazione di Santa Maria Novella al luogo del concentramento si arriva molto comodamente in dieci minuti.
Per chi arriva in macchina, è possibile lasciare la macchina nella zona di partenza del corteo (c'è il parcheggio a pagamento della Stazione Leopolda a fianco del Teatro del Maggio Fiorentino) oppure nella zona dietro la Stazione Leopolda (area intorna a Piazza Bonsanti). Segnaliamo che, dato anche l'alto afflusso di persone, è possibile che non sia facilissimo parcheggiare nelle vicinanze.
Per chi arriva in pullman, come indicato anche sul sito ufficiale della manifestazione 26marzo.org, è possibile uscire a Scandicci ed arrivare in Piazza Taddeo Gaddi (a pochissimi minuti a piedi dal concentramento) e farsi recuperare vicino al luogo di fine del corteo, in zona Lungarno della Zecca Vecchia. Questa modalità presuppone il pagamento della tassa per l'accesso del pullman in città.
Altra soluzione, valida anche per chi si sposta in macchina, è quella di fermarsi con il pullman al parcheggio scambiatori di Villa Costanza, vicino all'uscita dell'autostrada, e raggiungere il concentramento con la tramvia. La tramvia vi porterà infatti proprio al luogo del concentramento (fermata Cascine) e al ritorno sarà possibile riprenderla dalla Stazione di Santa Maria Novella.

La Federazione di Firenze predisporrà un impianto audio e uno striscione di apertura dietro cui collocare il nostro spezzone. Chiediamo a tutte le compagne, i compagni e le realtà territoriali di portare le bandiere (dato che la Federazione di Firenze ne ha un numero limitato), cartelli e striscioni, al fine di garantire la migliore riuscita della manifestazione e la visibilità della presenza del nostro partito.

Nel caso di domande specifiche o necessità, contattare Diletta ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. e 3331058410) o Lorenzo ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. e 3343470773) o Ezio Locatelli (335 603 4478).

Ci vediamo alla manifestazione!

Ezio Locatelli
Segreteria nazionale, Resp.le Organizzazione Prc-Se

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