di Ezio Locatelli -

Andiamo avanti in una linea di ricerca di unità, allarghiamo lo spettro delle forze coinvolte e coinvolgibili in una operazione che sia di nome e di fatto di Unione Popolare ma questa linea va perseguita al di fuori da scorciatoie politicistiche, velleitarie del tipo superiamo le forze preesistenti, “facciamo un nuovo partito” oltretutto sulla base di proposte precostituite.

Il tema della convergenza delle forze di opposizione al governo di centrodestra e alle politiche neoliberiste rimane più che mai uno dei temi cruciali del momento che non può essere archiviato con la campagna elettorale. Anzi.
Vanno raccolte e messe in relazione tutte le forze disponibili di critica e di contestazione ad un modello economico e sociale d’impronta oligarchica, autoritaria, un modello rivolto ad un sistematico attacco a qualsiasi cosa che abbia attinenza con l’uguaglianza, i diritti sociali, i beni comuni. Dopo il governo Draghi adesso è il turno della destra estrema, razzista, fascisteggiante, stiamone pur sicuri, in sostanziale continuità con il modo di organizzare e far funzionare l’economia di guerra assurta a modello di riferimento nel nostro paese.

Una convergenza di forze di opposizione e di alternativa da proseguire in rapporto al concreto dispiegarsi di un protagonismo, di un movimento di lotta popolare tutto quanto da costruire nei luoghi di lavoro, nella società civile contro le politiche di impoverimento sociale e di guerra. Questo è un punto decisivo.
Dev’essere chiaro una volta per tutte, tanto più dopo ii risultato non positivo di Unione Popolare (a parte la straordinaria esperienza della raccolta firme grazie all’impegno militante di forze organizzate), che non c’è nessuna preminenza delle forme leaderistiche che possa sopperire a sinistra alla mancanza di insediamento sociale.

Ed ancora, non basta evocare il superamento delle storie politiche per ottenere risultati di novità e di avanzamento politico così come è sbagliato relegarle a scoria divisive del novecento. I nuovi partiti a sinistra, rappresentativi di movimenti reali, non nascono mai per partenogenesi elettorale. Questa è una assoluta semplificazione, un esercizio astratto che rischia di precludere alla possibilità di fare passi in avanti.
Adesso è il momento di cimentarsi in un percorso comune, di coagulo di energie tra soggetti diversi, soggetti che pur mantenendo la propria specificità intendono praticare una forma organica di opposizione e riproporre una alternativa di società.

Facciamolo nel pieno riconoscimento e valorizzazione delle diverse esperienze e storie collettive o individuali, da Manifesta, a Dema, Pap, Rifondazione Comunista o tant@ altri, singoli, associazioni, forze politiche, sociali che auspichiamo possano unirsi in un fronte comune di lotta. Questa è l’esperienza che noi abbiamo fatto e acquisito anche in relazione alle ultime elezioni amministrative di Torino, in piena consonanza con figure importanti come Angelo d’Orsi.

Per quanto ci riguarda più direttamente il tema dell’unità chiede anche un cambio di passo di Rifondazione Comunista, la necessità di lavorare ad una riorganizzazione, rinnovamento e rilancio della sua presenza, della sua azione politica come una delle condizioni necessarie, ineludibili per far avanzare la lotta sul terreno della giustizia sociale, dell’eguaglianza, della solidarietà, della riconversione eco-socialista. Per quanto ci riguarda lavoreremo in questa direzione.
La sinistra tutta, per avere la forza di stare da protagonista nel nuovo ciclo politico e di lotte sociali, deve essere capace di ricominciare una nuova esistenza senza per questo dover recidere le proprie radici.

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di Ezio Locatelli -

Queste elezioni politiche, come temevamo, sono andate male, molto male. Va aperta una riflessione senza scomporsi dato che i prossimi mesi di forti turbolenze sociali metteranno tutto nuovamente a soqquadro politico. In queste elezioni la destra estrema, populista, razzista e fascisteggiante vince alla grande – quintuplicati i voti di FdI di appena quattro anni fa - intercettando la rabbia cresciuta sul terreno di una crisi sociale e politica priva di una rappresentanza a sinistra.

Dev’essere chiaro, ciò è potuto accadere per palesi responsabilità politiche. La responsabilità di chi si è identificato – Pd e centro sinistra in primo luogo - con un sistema economico plasmato dai poteri forti, di legittimazione della guerra, un sistema basato sul furto legalizzato di denaro e di potere da parte di pochi a danno di molti che provoca degrado sociale e distruzione di risorse naturali. Peraltro la destra, una volta dismessa la maschera elettorale, ha già detto di volere andare avanti sulla stessa strada, alla bisogna con fare più autoritario.

Per quanto ci riguarda, come Unione Popolare, non è bastato mettere in campo tutte le energie e le adesioni disponibili sul terreno elettorale - grazie a tutt@ coloro che l'hanno fatto - per dare il senso di una rappresentanza al disagio sociale e alla contrarietà alla guerra. Non poteva bastare non solo per la precipitazione in tempi brevi della campagna elettorale, l’oscuramento mediatico a cui siamo stati sottoposti, il meccanismo perverso del voto utile che ha premiato questa volta il M5S, quanto per l’assenza di un movimento sociale generalizzato.

Le sorti di nuova soggettività e di rappresentanza politica a sinistra non sono mai l’esito di una operazione meramente propagandistica o elettorale, della personificazione di una operazione politica. Sono sempre e innanzitutto il risultato dell’apertura di una contesa sociale nel Paese. Da qui dobbiamo ricominciare per la ricostruzione possibile e necessaria di una forza di alternativa. Proprio per questo non dobbiamo deflettere come Unione Popolare dal lavoro di convergenza di tutte le forze antagoniste, antiliberiste, ambientaliste, pacifiste stando tuttavia su basi reali, pensando e lavorando sulla ripresa di un movimento di partecipazione e di contestazione sociale alle politiche di sistema. Non sarà un pranzo di gala, ma questo è il compito che abbiamo davanti nei prossimi mesi, quello di far vivere e rafforzare l’unione di forze critiche, antagoniste nel conflitto sociale come condizione necessaria per riaprire un orizzonte di speranza. (e.l.)

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di Ezio Locatelli -

Prostratevi alla mia persona, alle mie direttive, al mio comando. Questo il succo del discorso di Mario Draghi al Senato. Testualmente: “serve un nuovo patto di fiducia…come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il paese”. Diamine! Non ci eravamo accorti di questo miglioramento e nemmeno se ne sono accorti svariati istituti di ricerca che hanno rilevato in questi mesi l’aumento spaventoso delle diseguaglianze sociali, delle povertà, della precarietà. Che hanno misurato gli effetti devastanti della guerra riguardo la condizione esistenziale di milioni di persone. Ma forse l’illusionista Draghi, a proposito di miglioramenti, si riferiva ai vantaggi e ai profitti oltremisura concessi al mondo della grande finanza e delle grandi imprese. Sempre Draghi dall’alto della sua posizione di tecnocrate incaricato di formare un governo prone agli interessi economici dominanti: “I partiti e voi parlamentari — siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi, e che poi si è affievolito?”. Detto in altre parole siete pronti a sottomettervi alle politiche neoliberiste, atlantiste, di guerra portate avanti dalla mia persona in nome e per conto delle grandi potenze economiche del mondo cosiddetto libero? Il più solerte a rispondere un sì convinto, da primo della classe, il segretario del Pd Enrico Letta. Miseria della politica politicante. Peccato che Draghi o non Draghi al governo l’instabilità politica da qui in avanti diventerà un fatto sempre più rilevante. Un fatto che prima ancora di essere il frutto di frizioni interne al sistema è il prodotto di contraddizioni sociali, di fratture con quella parte consistente di popolazione che resta fuori dal sistema. Nella società cova un dissenso e una protesta per il peggioramento della propria condizione sociale e lavorativa che può diventare la leva per una nuova fase di lotte, di conflitti e di possibile cambiamento. Lavoriamo e organizziamoci per dare il massimo di impatto a questa fase di possibile cambiamento oltre che di ricostruzione di una nuova soggettività politica a sinistra.

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Care compagne/i

trasmettiamo copia delle Linee di indirizzo assunte dal CPN e approvate in via definitiva dalla Direzione Nazionale del 6/07/2022 “Immaginare il futuro, cambiare il presente”, per lo svolgimento della V Conferenza Nazionale di Organizzazione che si svolgerà il 25/26 settembre 2022.

La Conferenza nazionale sarà preceduta da Conferenze di Circolo e/o di Federazione e da assemblee regionali previste dall’art. 21 dello Statuto in base al regolamento che viene anch’esso trasmesso in allegato. Nei prossimi giorni vi verranno trasmessi copia dei verbali, questionari e altri materiali utili allo svolgimento delle Conferenze.

Auguriamo a tutte e tutti una proficua discussione volta a riorganizzare l’iniziativa sociale e il progetto politico del nostro Partito, ovviamente tenuto conto degli obiettivi politici che ci siamo dati nel documento approvato dall’ultimo Cpn “Costruire la coalizione popolare contro la guerra”.

Saluti Comunisti

Ezio Locatelli
Segreteria nazionale, responsabile nazionale Organizzazione Prc-Se

 

  • Linee di indirizzo per la Conferenza Nazionale di Rifondazione Comunista - PDF
  • Regolamento - PDF

 

Car@ compagn@

in allegato trasmetto il dispositivo finale approvato dal Comitato Politico Nazionale riguardante la convocazione della Conferenza Nazionale di Rifondazione Comunista per il 17/18 settembre e la modalità di svolgimento della discussione nei territori. Trasmetto altresì il testo base per lo svolgimento della discussione assunto dal Comitato Politico Nazionale (“Immaginare il futuro, cambiare il presente”). Nel chiedere di trasmettere tale materiale agli organismi dirigenti territoriali (regionali, di Federazione, di Circolo) chiedo altresì alle segretarie e ai segretari regionali, di Federazione, di Circolo di attivarsi da subito per predisporre i passaggi necessari allo svolgimento delle conferenze nei territori secondo la tempistica indicata dal dispositivo.

Lunedi 4 luglio, ore 19.00, le segretarie e i segretari di Federazione e regionali sono chiamati a partecipare a un primo incontro on line di avvio del percorso della Conferenza. Sarà inviato link per collegamento a fine settimana. Facciamo di questa Conferenza un’occasione di rinnovamento, di rafforzamento e di rilancio della presenza e della iniziativa politica del Partito della Rifondazione Comunista in tutte le realtà territoriali.

Buon lavoro. Saluti comunisti.

Ezio Locatelli
Segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

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