di Paolo Ferrero
Cara Norma,
leggo sul manifesto di ieri un articolo che descrive la vicenda di Liberazione come la pervicace volontà di Rifondazione Comunista di chiudere il suo giornale.
di Paolo Ferrero
Cara Norma,
leggo sul manifesto di ieri un articolo che descrive la vicenda di Liberazione come la pervicace volontà di Rifondazione Comunista di chiudere il suo giornale.
di Fabio Sabatini
Ascoltatela tutta l'intervista di Rosy Bindi a SkyTG24, è importante. Ma tenete a portata di mano un Maalox, vi servirà tra l'ottavo e l'undicesimo minuto, quando il presidente del Pd parla di matrimoni omosessuali.
di Sandro Plano
Al Presidente del PD Rosy Bindi
Al Segretario del PD Pierluigi Bersani
Al Segretario del PD del Piemonte On. Gianfranco Morgando
di Andrea Satta
Io sto con i No-Tav. Non si può rimproverare alla nostra generazione di non avere sogni, di non saper volare, di non avere un pensiero e poi imprigionarla nella condanna e confinarla nella irresponsabilità.
di Giulietto Chiesa
Parafrasando Bettino: da oggi siamo tutti un pò più mafiosi. Anche se, dopo la decisione della Cassazione, si può affermare che la mafia non esiste. Perché se non esiste il concorso esterno (o se “non ci crede più nessuno”) ciò equivale a dire che non esiste nemmeno la mafia, che è tutta un “concorso esterno”, salvo quando ti fa saltare in aria con le bombe, o ti spara un colpo in bocca e ti incapretta.
Certo, nostro malgrado, ma è così.
Parafrasando Pasolini potremmo dire che, pur non avendo le prove, sappiamo quasi tutto quello che si deve sapere.
Qualche giornale ha scritto che ieri il cellulare di Dell’Utri parlava spagnolo, lasciando intendere che, forse, il braccio destro di Berlusconi stava aspettando la sentenza fuori dai confini patrii. Io penso che quella segreteria telefonica fosse una interferenza casuale.
Jean Giraud, meglio noto come Moebius, è morto dopo una lunga malattia. Era nato a Nogent sur Marne, alle porte di Parigi, 73 anni fa. Studente dell'Ecole des Art appliquees, ha esordito 18enne con la striscia a fumetti Frank e Jeremie. Ha collaborato tra gli altri con lo scrittore-cineasta Alessandro Jodorowsky e il cartoonist giapponese Hayao Miyazaki. Nel 1985 era stato insignito dal presidente francese François Mitterrand dell'Ordine delle arti e delle lettere.
Il partito non è Bersani, siamo noi presenti sui territori”. Con coraggio e disinvoltura il militante di “base” sventola la bandiera del suo Pd a Santa Maria Maggiore, durante il corteo della Fiom. Non sfila per la manifestazione, è fermo all’angolo della piazza e vede migliaia di persone (50mila si dirà dal palco finale di San Giovanni) e centinaia di bandiere rosse passare. Con lui altri 3 “compagni democratici”. “Essere oggi qui è importante, mi dissocio dalla scelta dei miei dirigenti” dichiara ai giornalisti incuriositi per quella unica bandiera Pd in tutto il corteo. Raccoglie qualche applauso, pochi per la verità, e insulti: “Via, vai via. Provocatore!”, gli urla un uomo. Alcuni ragazzi gli intonano la canzonzica “Il Pd non è qui, lecca il culo all’Udc…”. Lui alla fine desiste e lascia la piazza. La scelta del Pd, presente soltanto con una piccola delegazione di dissidenti, è criticata aspramente dai manifestanti. Come dare loro torto.
di Dino Paternostro*
La notizia comunicata stamattina dalla polizia di Stato che le ossa umane recuperate in una foiba di Rocca Busambra appartengono a Placido Rizzotto, il segretario della Camera del lavoro di Corleone assassinato dalla mafia del feudo la sera del 10 marzo 1948, è straordinariamente importante. Finalmente, dopo 64 anni, durante i quali la Cgil non si è mai stancata di chiedere verità e giustizia, lo Stato è riuscito a fare luce sull’orrendo delitto e a creare le condizioni perché il corpo di Rizzotto sia riconsegnato alla sua famiglia e al suo sindacato. Finalmente, dopo 64 anni, Placido Rizzotto potrà avere la sua tomba e i cittadini democratici un luogo dove portare un fiore e versare una lacrima.
di Vincenzo Comito
I grandi progetti sono spesso destinati al fallimento, con costi lievitati, scarsi ricavi, gravi effetti ambientali e sociali. Il Tav rischia di diventarne l'esempio pù clamoroso
Premessa
Si possono certamente discutere gli argomenti di chi vuole che la linea ad alta velocità Torino-Lione vada avanti e di chi invece non vorrebbe. Molti aspetti della questione sono in effetti avvolti nel dubbio e nell’incertezza. Quelle che appaiono più difficili da contestare, in tema di grandi progetti, sono invece alcune conclusioni, in qualche modo parallele al dibattito in corso, cui sono giunte nel tempo un gran numero di ricerche internazionali. Una letteratura ormai consolidata (si veda in proposito Flyvbjerg, Bruzelius, Rothengatter, 2003), mostra che la gran parte dei grandi progetti avviati nel mondo non raggiungono alla fine gli obiettivi prefissati.
Stefano Galieni
Maurizio Landini, iniziando il suo intervento dal palco nella magnifica giornata di sciopero e di mobilitazione della Fiom, ha voluto subito precisare:«Non ci interessa contarci! Che sia chi vede questa piazza piena a farlo, qui c’è oggi il paese migliore». Una giornata iniziata presto, con i pulmann che arrivavano nei parcheggi predisposte nelle periferie, i manifestanti che arrivavano in metro in una P.zza della Repubblica assolata e accogliente. Volantinando si ascoltavano i dialetti di tutto il Paese, si incontravano gli occhi e i volti di persone non rassegnate, che non si sentono isolate e che nella Fiom trovano quel luogo di democrazia che altrimenti è negato.