Un altro ragazzo, in alternanza scuola lavoro, subisce le conseguenze “dell'addestramento” voluto da quella che ha osato definirsi “Buona Scuola”, ed è rimasto gravemente ustionato in un’officina a Merano, dove è ricoverato in pericolo di vita. Non basta lo stillicidio senza fine delle morti di lavoratori sacrificati sull’altare di un sistema, che in nome del profitto uccide, ora il lavoro insicuro colpisce anche gli studenti. Non è passato molto tempo dalle morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, che già siamo costretti a temere per la vita di un altro ragazzo che si trovava in un posto sbagliato intento a compiti sbagliati. Non ci stancheremo di ripeterlo, è un’idea di formazione ben misera quella che sottrae un ragazzo alla scuola proprio nell’età in cui deve ancora acquisire una solida formazione di base e uno sguardo consapevole sulla società e sul mondo. L’obiettivo vero di tanta ostinazione nell'addestrare durante il periodo di formazione è quello di assuefare anzitempo le persone allo sfruttamento, con salari sempre più bassi e condizioni di lavoro insicure e precarie. L'attuale ministro Bianchi vuole dare persino alla scuola di base la finalità del lavoro come priorità assoluta, nella cinica corsa ad assoggettare progressivamente tutto il tempo di vita delle persone al dominio del profitto. Sosteniamo da tempo che l’alternanza scuola lavoro e gli stage devono essere aboliti e che si deve elevare l'obbligo scolastico , come già avviene in molti paesi europei.
Augurandoci la guarigione del Giovane studente, sosteniamo con forza l’iniziativa dell’Unione degli Studenti che organizzerà “scioperi e mobilitazioni studentesche in tutto il paese”

Loredana Fraleone responsabile nazionale scuola università e ricerca
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Rifondazione Comunista aderisce e partecipa allo sciopero della Scuola indetto dai Cobas, Cub, Unicobas, USB e Cobas Sardegna per il 6 maggio, con presidio alle 9 sotto il MIUR, e sostiene convintamente la mobilitazione della categoria avviata dai sindacati CGIL, CISL, UIL, Gilda e SNALS.

In entrambe le piattaforme si avanzano proposte contro il precariato e il decreto sul reclutamento, che introduce modalità farraginose e umilianti per chi vi accede; in entrambe si chiedono la stabilizzazione del personale Covid; il rinnovo contrattuale, scaduto da oltre due anni, con aumenti contrattuali che recuperino l'inflazione e il livello di potere d'acquisto perso negli ultimi anni; la destinazione di risorse adeguate alla Scuola, ulteriormente tagliate dal governo dello 0,5%; la riduzione del numero degli alunni per classe; il rifiuto di interventi di gerarchizzazione della categoria. Richieste che nell’insieme che vanno nella direzione di salvaguardare i diritti del personale e il diritto allo studio per alunni e alunne.
Draghi non se la può cavare con l’ennesimo bonus che non copre che una parte molto piccola dei nuovi aumenti del costo della vita previsti per il 2022 e lasciando inalterati i gravi problemi strutturali della scuola italiana.

È tempo che il governo dei “migliori” ascolti le richieste dei sindacati e risponda ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, che stanno pagando anche i costi di una guerra, per la quale si spende in armi invece che in iniziative di pace.

Loredana Fraleone responsabile Scuola Università Ricerca
Antonello Patta responsabile Lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

di *Loredana Fraleone -

Sembra un'ansia distruttiva e autodistruttiva quella del capitalismo di questa fase, radicale e cieca, basti pensare alla questione ambientale e alla guerra, metodo permanente ormai per regolare i rapporti di forza tra grandi blocchi economici. Le macerie che vediamo costantemente in tv, non di “tutte” le guerre in corso, alludono alla distruzione di quello di cui abbiamo usufruito in Europa dopo la seconda guerra mondiale, il welfare che ne era scaturito. In Italia si aspettava, durante la pandemia, un rilancio o almeno una tenuta dei settori pubblici, come scuola e sanità, pesantemente ridimensionati dalla globalizzazione liberista. La preoccupazione principale dei governi, che si sono succeduti, in continuità con le politiche europee è stata invece la tutela delle imprese, qualunque funzione avessero e garanzia occupazionale dessero. I soldi messi a disposizione dall'Europa, vengono spesi dal governo senza neanche un accenno di riconversione ecologica e allo stesso tempo si riducono le risorse ai soliti noti, mentre si arriva a togliere l'IVA, sulle armi.
Per la scuola la riduzione delle risorse viene giustificata dal calo demografico, che poteva invece essere l'occasione per mettere mano, almeno in parte, ai suoi annosi problemi. Non si modifica la legge che regola la formazione delle classi, cioè il numero degli alunni; non si affronta il problema dell'abbandono scolastico, ulteriormente cresciuto con la pandemia; non si ripristina il medico scolastico, nonostante i problemi di controllo sanitario; non si risolve il problema del precariato, se non per varare concorsi improntati al nozionismo estremo, con quiz che niente hanno a che vedere con cultura e capacità pedagogica dei/delle futuri/e insegnanti; non si mette in discussione il sistema di valutazione nazionale INVALSI, un costoso carrozzone che misura così dette “competenze” avulse dalla capacità di apprendimento; non si rinnova il contratto di lavoro del comparto scaduto da anni; non si mette in discussione l'alternanza scuola/lavoro, nonostante ciò che è successo, ma il ministro più organico a Confindustria di sempre, non fa altro che progettare ogni segmento scolastico, a partire dalle elementari, sempre più finalizzato al rapporto (leggi subordinazione) col mondo del lavoro.
Le conseguenze della guerra, come sempre, cadranno sulla stragrande maggioranza della popolazione e si può solo ipotizzare un peggioramento della situazione, ma la credibilità del governo Draghi, con quella di tutti i partiti che l'appoggiano, è in costante calo e segnali di reazione diventano frequenti, a partire dalla non accettazione della narrazione governativa e dei media sulla guerra.
In molte scuole sono appese bandiere della pace, in alcune iniziative di solidarietà si chiede di avviare trattative, perché nonostante tutto sono i luoghi più inclusivi e dove il sistema di relazioni fa i conti quotidianamente con le diversità.

*Responsabile Scuola Università Ricerca Rifondazione Comunista/SE

Rifondazione Comunista è in totale sintonia con gli studenti di lettere della Sapienza di Roma, che hanno occupato la facoltà di Lettere per “costruire spazi di discussione e azione a partire dai luoghi della formazione. Per costruire un futuro che non sia incerto dobbiamo partire disertando questo presente”. Dopo un lungo periodo di mancanza di socialità dovuta alla didattica a distanza, spesso immotivata e non contrastata da reali misure di sicurezza, in una condizione di accesso all'università sempre più difficile per numeri chiusi e costi, in assenza di supporti sostanziali al diritto alla studio, che coinvolge anche le scelte della regione Lazio, in un futuro sempre più incerto per le prospettive occupazionali, che costringono ad un vero e proprio esodo migliaia di giovani laureati/e, gli studenti e le studentesse di Lettere colgono la vera natura della guerra in Ucraina.

Come rifondazione Comunista, i/le giovani esprimono solidarietà al popolo ucraino e al popolo russo “coinvolti in un'escalation innescata anche dall'imperialismo perpetrato dalla NATO e dalla Russia”.

Rifondazione Comunista lavora per allargare questi spazi di discussione, che nella facoltà di lettere sono stati conquistati direttamente dagli studenti e dalle studentesse, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e in quelli della produzione culturale.

Loredana Fraleone responsabile nazionale Scuola Università Ricerca PRC/SE
Roberto Villani responsabile Scuola Università Ricerca PRC/SE - Roma

sapienza31

Con questo slogan i fridays for future saranno il 25 marzo nelle piazze di tutto il mondo per chiedere giustizia climatica. Un appuntamento importante, che risponde all'ultimo report del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), teso a lanciare una sorta di ultima chiamata per limitare i disastri prodotti dalla crisi climatica.

Lo sciopero degli studenti è opportunamente supportato dalla FLC CGIL, che invita tutto il personale della Scuola a unirsi ai giovani in questa grande e importantissima giornata di lotta.

Il contesto in cui questa si colloca è quello della guerra, che al carico di sofferenze delle vittime innocenti, che la subiscono, aggiunge effetti economici disastrosi sui ceti popolari di tutto il mondo, col rischio di carestie nei paesi più poveri.

Le classi dirigenti europee, lungi dal puntare sulla trattativa e la pace, destinano sempre più risorse agli armamenti, invece che alla riconversione ecologica dell'economia sotto guida pubblica e a misure contro il carovita.

Bolliamo come inaccettabili i rinvii nella limitazione delle fonti fossili e chiediamo che le risorse pubbliche siano utilizzate per accelerarne la fuoriuscita, per la riconversione ecologica ed energetica dell'economia, per salvaguardare produzioni e occupazione di qualità, per potenziare Scuola, Sanità e garantire tutti i bisogni fondamentali.

Per questo Rifondazione Comunista sostiene e plaude allo sciopero del 25 marzo indetto dai fridays for future, come una tappa importante per la costruzione di un altro mondo possibile.

Loredana Fraleone, responsabile nazionale Scuola e Università
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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