121001congodi Valentina Severin
Il sangue del Congo nei nostri cellulari. C’è il sangue di almeno cinque milioni e mezzo di persone nei nostri telefoni e computer di ultima generazione. È il sangue delle milioni di vittime degli eserciti della morte che lottano per spartirsi il Congo e le sue risorse.
UN PAESE RICCO. La Repubblica Democratica del Congo è uno dei Paesi più ricchi del mondo e, al tempo stesso, uno dei più poveri e dei più pericolosi. Un luogo in cui una donna non dovrebbe mai nascere, ma che terrorizza anche gli uomini. Questo travagliato Paese africano vale, per le sue risorse naturali, i suoi minerali e metalli, oltre 24 milioni di milioni di dollari americani. Ricchezza che più di ventuno gruppi armati cercano di controllare e che scivola illegalmente via dal Paese, attraverso confini non controllati, per arrivare all’industria elettronica occidentale e, quindi, nei telefoni cellulari, nei computer e nei lettori dvd che usiamo ogni giorno.

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Un referendum che cancelli la controriforma Fornero sulle pensioni: Rifondazione l’ha proposto a “quelli del Palazzaccio”, a quei soggetti che hanno lanciato i referendum contro le norme che stravolgono lo Statuto dei lavoratori e la contrattazione collettiva. Il quesito sarà pronto nelle prossime ore e verrà presentato ufficialmente la prossima settimana. Ma Roberta Fantozzi anticipa a Ombrerosse che «l’operazione cercherà di cancellare i principali elementi di iniquità e le penalizzazioni introdotti da quella controriforma».

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120927cinecittaocupataRifondazione comunista conferma il suo sostegno incondizionato alla lotta dei lavoratori di Cinecittà. Nonostante l’arroganza padronale con cui Abete si è presentato anche alla Commissione cultura della Camera ribadendo la minaccia dei licenziamenti, i lavoratori riuniti in assemblea con la loro “rabbia lucida” hanno deciso di “sospendere” lo sciopero durato 85 giorni per riverificare pubblicamente la reale volontà di Abete e Della Valle di discutere con i lavoratori il piano di ristrutturazione degli Studios e la loro reale volontà di investire in un progetto culturale e industriale di rilancio della produzione cinematografica.
L’arroganza dei proprietari della società che - grazie alle sciagurate politiche di privatizzazione degli anni 90 attuate dal centrosinistra - gestiscono il bene pubblico “Cinecittà studios” si spiega solo con la certezza di poter contare su appoggi trasversali e sul silenzio totale delle istituzioni e dei partiti che appoggiano questo governo.
Rifondazione riafferma la necessità che Cinecittà torni ad essere pubblica, unica e indivisibile, che si metta in campo un piano pubblico di rilancio di tutto il settore cinematografico e che si ponga immediatamente fine a qualsiasi tentativo di speculazione edilizia a Cinecittà.
Rifondazione comunista sarà a fianco dei lavoratori degli studios e di tutte le lotte che decideranno di mettere in atto.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

120926brasiledi Gennaro Carotenuto
Riportiamo la trascrizione, il più letterale possibile, del discorso, alto, di Dilma Rousseff, presidente del Brasile, che ha inaugurato il dibattito nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Dilma ha parlato tra l’altro dei diritti delle donne, ha criticato le politiche fiscali ortodosse, ha chiesto la riforma urgente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha chiesto il pieno riconoscimento della Palestina come Stato, la fine dell’embargo contro Cuba e ha fatto un appello contro l’islamofobia occidentale, per la lotta al cambio climatico e per il multilateralismo (gc).
Signor presidente, per molti noi donne siamo l’altra metà del cielo. Noi vogliamo essere anche la metà della terra. L’uguaglianza di diritti e di opportunità, libere da discriminazione e violenza può contribuire alla piena emancipazione di tutti. Purtroppo costato la permanenza di tutti i problemi che sollevavo già un anno fa e che oggi sono ancora più urgenti.

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120926indignadosdi Giuseppe Grosso
Feriti e arresti per la protesta organizzata da Coordinadora 25S e Plataforma en Pie. È il risveglio degli «indignados»
I primi pullman sono arrivati a Madrid già nella prima mattinata di ieri, carichi di manifestanti. Sono giunti dai paesi della periferia della capitale, ma anche da lontano: Bilbao, Barcellona e da quasi tutte le principali città della Spagna con l'obiettivo dichiarato di rispondere alla chiamata del movimento «rodea el congreso» e scendere in piazza per circondare il parlamento spagnolo. Una forma di protesta pacifica e simbolica - organizzata dalla Coordinadora 25S e dalla Plataforma en Pie, di cui fanno parte, tra gli altri, il Partido comunista e Izquierda Anticapitalista - contro l'asfissiante situazione del Paese e la gestione a base di tagli del governo conservatore del Partido Popular.

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