Di Anna Maria Virgili *
Esprimiamo soddisfazione per la sentenza emessa dal Tribunale di Torino che ha condannato a 16 anni di carcere il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche.
Questa sentenza, di importanza storica per le parti in causa, restituisce giustizia ai lavoratori e ai cittadini di Casale Monferrato e rappresenta una risposta rispetto alle gravi responsabilità di quella multinazionale, ma va ben oltre e riguarda simbolicamente anche tutte le vittime dell'amianto che, a parte qualche eccezione, non riescono ad ottenere giustizia.
Da questa sentenza storica deve scaturire l'impegno delle istituzioni di ogni ordine e grado, senza più omissioni e ritardi, affinché si affronti nel nostro paese la questione ancora non risolta dell'amianto. Il legislatore del '92 vietò la produzione e la commercializzazione, ma non vietò espressamente l'utilizzo di questo materiale altamente cancerogeno prevedendo la dismissione graduale, che tuttavia non si è mai attuata appieno tanto che l'amianto è ancora presente nei luoghi di lavoro e di vita in quantità notevoli.
La Regione Lazio, in particolare, segna un ritardo significativo e nulla è stato fatto ad oggi per attuare la legge n. 257/'92: ciò richiama alle responsabilità le autorità competenti in materia (Regione, Province, Comuni, gli enti preposti alla vigilanza, quanti hanno responsabilità dirette o indirette.
Un anno fa' è stata presentata una proposta di legge da parte delle forze di opposizione del Consiglio Regionale (PL n. 186/2011) che deve ancora essere esaminata in Commissione denominata " Proseguimento del Piano Regionale Amianto. Norme per la tutela della salute e il risanamento dell'ambiente, bonifica e smaltimento amianto." La sua approvazione potrebbe dare risposte concrete al problema amianto nella nostra regione e avviare una fase di recupero rispetto ai notevoli ritardi ed omissioni che vi sono stati.
Riteniamo importante richiamare l'attenzione dei media e della stampa su cosa occorre fare nella nostra regione: salvaguardia e tutela della salute rispetto all'inquinamento da fibre di amianto (non solo eternit); sostegno alla ricerca e alla sperimentazione nel campo della prevenzione, diagnosi e terapia; sorveglianza sanitaria e sostegno alle persone affette da malattie correlate all'amianto; istituzione di un fondo a favore delle vittime non coperte dagli istituti assicurativi pubblici; rimozione dei fattori di rischio indotti dall'amianto mediante mappatura e bonifica di siti, impianti, edifici e manufatti con presenza di amianto; incentivazione per lo smaltimento dei piccoli quantitativi amianto e adeguata sperimentazione e pianificazione per lo smaltimento dell'amianto; ricerca e sperimentazione di tecniche per la bonifica dagli amianti e il recupero dei siti contaminati; incentivazione della rimozione amianto con sostituzione di pannelli fotovoltaici; promozione di iniziative di educazione e informazione finalizzate a ridurre il rischio amianto; istituzione di un registro degli esposti amianto e potenziamento del registro regionale delle patologie asbesto correlate esteso a tutte le patologie da amianto e ai casi di neoplasie di origine professionale; registro degli edifici contenenti amianto; regolamentazione dei laboratori che effettuano attività analitiche sull'amianto; adozione di un protocollo per i dipartimenti di prevenzione delle Ausl per la valutazione del rischio amianto; istituzione di Sportelli Amianto.
Per questo, a buona ragione sollecitiamo il Consiglio Regionale e le Commissioni competenti ad esaminare e approvare urgentemente questa proposta quali rappresentanti delle numerose realtà lavorative e territoriali, per aver collaborato alla stesura della proposta stessa e per l'esperienza acquisita negli anni su questo drammatico argomento che nostro malgrado ci vede coinvolti come esposti e familiari delle vittime dell'amianto.
*Presidente Comitato Esposti Amianto Lazio – associazione di volontariato