di Rassegna.it

I risultati di un'analisi pubblicata dalla Cgia di Mestre: risparmi decurtati del 26,4% e aumento della spesa per i consumi del +4%. "A subire maggiormente la crisi sono state le famiglie numerose con minori a carico e quelle monoreddito".  "Il reddito è tornato ai livelli di dieci anni fa". Lo afferma la Cgia di Mestre che pubblica oggi i risultati di un'analisi pubblicati sul suo sito Web. "La crisi - sostiene ancora l'associazione – ha fatto decurtare i risparmi del 26,4% a fronte di un aumento della spesa per i consumi finali (al lordo dell'inflazione) del +4%".

Insomma: le famiglie italiane sono alle corde e spendono sempre meno, per questo "la situazione economica dei piccoli commercianti e degli artigiani si fa sempre più difficile".

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di  PierGiorgio Gawronski

Ieri la Federal Reserveha annunciato un nuovo programma di rilancio dell’economia. L’obiettivo è ridurre la disoccupazione, che è all’8% ed è “una grave preoccupazione”. Non solo perché il livello è “abnorme”, ma anche perché “da sei mesi ha smesso di scendere”. Dice  Bernanke: “L’alto livello della disoccupazione dovrebbe preoccupare ogni cittadino americano. Non solo crea enormi sofferenze e difficoltà, ma causa anche un enorme spreco di capacità e talenti”, e una “progressiva distruzione di queste capacità, a danno non solo dei disoccupati e delle loro famiglie, ma anche del benessere di tutta la nazione”.

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di Emiliano Brancaccio

Al di là delle rettifiche e delle smentite, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi non stanno affatto scherzando. Le loro ormai numerose esternazioni contro la moneta unica hanno una logica: misurare di volta in volta la dinamica dei consensi intorno alla opzione di un’uscita dell’Italia dalla zona euro. I riscontri in effetti sembrano difficilmente equivocabili: da mesi cresce il numero dei cittadini che guarderebbe con favore l’opzione di un

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da Keynes blog

“Fate presto”. Così, su nove colonne, titolò il Sole 24 Ore quando lo spread superò i 500 punti, nel novembre 2011. Sono passati 8 mesi da allora, ma l'Italia e l'Europa si trovano in una situazione persino peggiore. Lo spread non è arrivato ancora a quota 500, ma manca davvero poco. Il “salvataggio” delle banche spagnole non ha dato grandi effetti sui mercati che anzi ieri hanno nuovamente colpito Italia e Spagna.

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di Francesco Piccioni

«Una tempesta perfetta», con tanto di «banchieri impiccati per le strade». Se a parlare così fosse un minoritario militante extraparlamentare, quasi tutti alzerebbero le spalle sorridendo. Se a dirlo è «Mr. Doom», forse l'unico economista di statura globale che abbia capito per tempo cosa stava accadendo nel 2007, all'epoca dell'esplosione di una bollicina insignificante come i mutui subprime statunitensi, allora è tutta un'altra faccenda.
L'analisi di Nouriel Roubini è impietosa e senza vie d'uscita visibili. E certo non piacerà né a Monti né a Merkel. Ma centra il problema dei problemi. «Nulla è cambiato dalla crisi finanziaria. Gli incentivi per le banche

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di Sbilanciamoci

La politica italiana è stretta tra la crisi europea e le nuove manovre di austerità imposte dal governo Monti con la “spending review”. Da un lato una speculazione finanziaria senza freni, una recessione sempre più grave e l’incapacità dell’Europa di affrontarle. Dall’altro una politica italiana fatta di tagli alla spesa degli enti locali, alla sanità, all’istruzione, la riduzione dei dipendenti statali, mentre restano spese inutili come quelle per i cacciabombardieri F35, con l’effetto di aggravare la recessione e l’impoverimento del paese.

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