120925libiadi Manlio Dinucci
È uscito il secondo episodio di «Humanitarian War», famosa fiction washingtoniana sulla Libia. Ecco il trailer: aiutati i libici a liberarsi dal feroce dittatore, i buoni, guidati dall'eroico Chris, continuano ad aiutarli con uguale disinteresse; ma i cattivi - i terroristi ancora annidati nel paese - uccidono Chris che «rischiava la vita per aiutare il popolo libico a costruire le fondamenta di una nuova e libera nazione» (Hillary Clinton) e, «fatto particolarmente tragico, lo uccidono a Bengasi, città che aveva aiutato a salvare» (Barack Obama); il Presidente invia una «forza di sicurezza» in Libia, ma sono gli abitanti di Bengasi, scesi spontaneamente in piazza con cartelli inneggianti a Chris, a cacciare i cattivi dalle loro tane. In attesa del terzo episodio, uno sguardo alla realtà. Chris Stevens, ambasciatore in Libia dallo scorso maggio, era stato rappresentante speciale Usa presso il Cnt di Bengasi durante la guerra: ossia il regista dell'operazione segreta con cui erano state reclutate, finanziate e armate contro il governo di Tripoli anche milizie islamiche fino a poco prima bollate come terroriste.

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di Luca Celada

Lo sguardo retrospettivo e introspettivo sull'antagonismo delle idee ha coinvolto anche la sezione documentaria del Toronto Film Festival dove si è visto anche Free Angela and All Political Prisoners. Il documentario di Shola Lynch passato in prima mondiale al Roy Thomson Hall, narra del processo nel 1971 contro Angela Davis e rievoca il movimento mondiale a suo favore. Davis era una «figlia del sud» secondo la tradizione biografica afroamericana di quella generazione, figlia di genitori illuminati, insegnanti e attivi nel Southern Negro Congress organizzazione per i diritti civili di ambiente sindacale, che nella Birmingham (Alabama) profondamente segregata spinsero i figli verso lo studio.

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Sabra e Shatila

di Federica Pitoni

«Perché gli Israeliani sono incapaci di riconoscere l’alto grado di criminalità della campagna del loro esercito contro il Popolo Palestinese?… Cos’è che ci ha trasformato in criminali tanto efficienti? Temo che nel nostro subconscio collettivo sia possibile che non respingiamo del tutto la possibilità di un genocidio dei Palestinesi…». (“La guerra più lunga: Israele in Libano” – Jakobo Timerman).

L’odore della morte, della carne in putrefazione in quel caldo settembre di trent’anni fa accolse la Croce Rossa e i primi giornalisti che entrarono nei campi di Sabra e Shatila il giorno dopo, a eccidio avvenuto: chi pianse ininterrottamente

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di Giuliana Sgrena

Bengasi è nota per essere la piazza più sensibile alle provocazioni occidentali. Qui è iniziata la rivolta contro Gheddafi, prima pacifica poi militare e infine inquinata da noti elementi jihadisti e qaedisti, protagonisti della guerra santa in tutti i paesi che vanno dalla Somalia fino all'Afghanistan, passando per la Siria. Dunque un terreno minato.
Allora sorge inevitabile una domanda: come mai l'ambasciatore Usa Chris Stevens, noto conoscitore del mondo arabo e della sua cultura oltre che della Libia, si trovava a Bengasi proprio l'11 settembre?
Le voci su un possibile attentato a target americani in occasione dell'anniversario dell'attacco alle Torri gemelle preoccupava tutti i servizi segreti e le cancellerie.

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di Roberto Musacchio

La Commissione Europea ha bocciato due progetti di Iniziativa dei Cittadini Europei, le ICE, una sorta di proposte di legge di iniziativa popolare previste dal Trattato di Lisbona che chiedono alla Commissione di intervenire, visto che solo essa e il Consiglio possono avanzare testi legislativi, su determinati campi attivando la raccolta di almeno un milione di firme in almeno 7 Paesi.

I due progetti bocciati riguardavano la creazione di un reddito minimo europeo garantito a tutti, proposta avanzata dai movimenti che si sono creati intorno a questo tema, e la costituzione di una banca pubblica per lo sviluppo, suggerita dal Partito della Sinistra Europea.

Le motivazioni della bocciatura sono contenute in poche righe che rimandano alla presunta mancata copertura giuridica da parte dei Trattati.

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