121001parigiMigliaia di persone di persone sono scese in piazza a Parigi per dire no all'Europa dell'austerità due giorni prima dell'inizio del riesame al Parlamento europeo del trattato fiscale.
Una manifestazione organizzata da una sessantina di organizzazioni di sinistra riunite sotto la sigla del Front de Gauche, il Fronte della sinistra di Jean-Luc Melenchon, che al grido di "Resistenza" è partita nel pomeriggio da Place de la Nation per dirigersi a Place d'Italie, dove si sono aggiunti i leader sindacali .
Secondo il Front de Gauche in piazza sono scese più di ottantamila persone. La polizia dice cinquantamila, ma il successo della mobilitazione è indubbio. Cinque mesi dopo la grande festa della Bastiglia, quando la sinistra festeggiò l'elezione alla presidenza della Repubblica del socialista Francois Hollande, la gauche torna a sfilare per le vie parigine: e stavolta nel mirino c' è anche Hollande.

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121001cgtpdi Iside Gjergji
Era evidente ieri la soddisfazione di Armeno Carlos, leader della Cgtp, nel vedere la piazza “o Terreiro do Paço” piena “come un uovo”. La giornata di lotta contro l’“affondamento del Portogallo”, convocata ieri dai sindacati e da diverse forze politiche della sinistra portoghese, ha di fatto raggiunto i suoi obiettivi: mostrare la crescente forza della protesta popolare, che ormai ha invaso ogni angolo del paese (il 15 settembre scorso erano in piazza in tutto il paese quasi un milione di persone, circa un portoghese ogni dieci), e lanciare un nuovo sciopero generale contro le politiche di tagli del governo e della Troika.
Ad annunciare l’idea di un nuovo sciopero generale in Portogallo è stato proprio Armeno Carlos quando, alle ore 16, è salito sul palco per parlare ai numerosi manifestanti che avevano occupato la piazza.

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121001indignadosdi Redazione Il Fatto Quotidiano
Migliaia di indignados ieri sono scesi di nuovo per le strade di Madrid, e in particolare a Plaza de Neptuno, alle spalle del Parlamento, per contestare le misure di austerity del governo per la terza volta in cinque giorni. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo di Mariano Rajoy, lo scioglimento del parlamento e la messa a punto di una nuova costituzione. Migliaia gli agenti sono stati dispiegati per garantire che la manifestazione, non autorizzata, che si è svolta nei pressi della sede del parlamento. El Mundo ha riferito di almeno un ferito. Martedì dopo gli scontri tra polizia e manifestanti 64 persone sono rimaste ferite e 35 sono state arrestate. Secondo quanto riferito dai media spagnoli, poco prima di mezzanotte agenti antisommossa sono intervenuti per disperdere un piccolo gruppo che si tratteneva a tarda serata, occupando la piazza.

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121001tunisiadi Riccardo Noury
La notte del 3 settembre, una coppia fa l’amore in macchina, in una strada di Tunisi. Arrivano tre poliziotti. Due stuprano lei, 27 anni, direttamente dentro il veicolo, il terzo costringe il fidanzato ad prelevare contante da un vicino bancomat.
La ragazza presenta denuncia all’autorità giudiziaria. I tre poliziotti vengono arrestati per stupro ed estorsione. Il codice penale tunisino, emendato nel 2011, contiene una definizione del reato di tortura quasi in linea col diritto internazionale e prevede pene durissime, fino all’ergastolo, per chi la pratica. (Il parlamento italiano, che da quasi un quarto di secolo non introduce il reato di tortura nella legislazione, sebbene sia obbligato a farlo dal 1988, anno della ratifica della Convenzione Onu contro la tortura, potrebbe prendere esempio).
Finisse qui, questo post racconterebbe una storia in cui un grave reato commesso da un pubblico ufficiale viene denunciato e perseguito dalle autorità giudiziarie.

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121001congodi Valentina Severin
Il sangue del Congo nei nostri cellulari. C’è il sangue di almeno cinque milioni e mezzo di persone nei nostri telefoni e computer di ultima generazione. È il sangue delle milioni di vittime degli eserciti della morte che lottano per spartirsi il Congo e le sue risorse.
UN PAESE RICCO. La Repubblica Democratica del Congo è uno dei Paesi più ricchi del mondo e, al tempo stesso, uno dei più poveri e dei più pericolosi. Un luogo in cui una donna non dovrebbe mai nascere, ma che terrorizza anche gli uomini. Questo travagliato Paese africano vale, per le sue risorse naturali, i suoi minerali e metalli, oltre 24 milioni di milioni di dollari americani. Ricchezza che più di ventuno gruppi armati cercano di controllare e che scivola illegalmente via dal Paese, attraverso confini non controllati, per arrivare all’industria elettronica occidentale e, quindi, nei telefoni cellulari, nei computer e nei lettori dvd che usiamo ogni giorno.

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