121008chavezIl leader bolivariano ha ottenuto il 54,42% delle preferenze, contro il 44,97% dell'avversario Henrique Capriles, con un tasso di partecipazione elettorale dell'81 per cento dei 19 milioni aventi diritto al voto, il 6% in più rispetto al 2006.
Per Chavez è il quarto mandato presidenziale consecutivo: potrà dunque rimanere al palazzo di Miraflores, sede del capo di Stato a Caracas, fino al 2019.
La vittoria dell'ex militare é stata chiara e senza possibili obiezioni: con quasi 10 punti di distanza dal suo rivale dell'opposizione, Chavez può considerare del tutto confermato l'appoggio del Paese al suo modello di società, che punta a sconfiggere definitivamente i due nemici mortali del «socialismo del secolo XXI»: la «borghesia oligarchica» all'interno, e il suo referente esterno, cioé «l'imperialismo» degli Stati Uniti.

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121008greciaIn vista della visita del Cancelliere Tedesco in Grecia, crediamo sia nostro obbligo ricordare a Lei e al primo ministro greco che:
La grande e potente Germania ha potuto nel passato auto-escludersi dai suoi obblighi (n.d.t. i risarcimenti della seconda guerra mondiale), negando alla Grecia quello che le spettava secondo il diritto internazionale, mentre la Grecia non è autorizzata a rinunciare ai suoi diritti.
Le violazioni del Diritto Internazionale e dei valori umani dell’onore e dell’etica presentano il pericolo della ripetizione di fenomeni che hanno insaguinato l’Europa.

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121008spagnaE il 14 novembre sciopero generale assieme al Portogallo.
Gli indignados non si sono arresi. Migliaia di spagnoli hanno risposto all'appello dei sidnacati e sono scesi in piazza il 7 ottobre a Madrid e in altre 57 città della Spagna per una nuova manifestazione di protesta contro le misure di austerità varate dal governo di destra di Mariano Rajoy. «Più disoccupazione, più tagli meno protezione. Vogliono rovinare il Paese, bisogna impedirglielo», era scritto su grande striscione alla testa del corteo nella capitale spagnola guidato dai leader delle principali sigle sindacali, Ugt e Ccoo.
Tra la folla anche molti cartelli con scritto «No»' e il disegno di un paio di forbici, simbolo dei tagli che stanno mettendo in crisi una larga parte della popolazione.

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di Joseph Halevi

Le dichiarazioni del primo ministro greco Samaras al quotidiano economico tedesco Handelsblatt che per dicembre prevede il precipitare della Grecia nel baratro che inghiottì la repubblica di Weimar, hanno impressionato i siti dei maggiori giornali italiani.
Ma delle parole del premier greco non c'è da stupirsi. Solo gli zeloti dell'austerità potevano credere che il varo del pacchetto della troika e l'accettazione, da parte del governo Pasok e poi di quello di Samaras, di terrificanti tagli alle pensioni, agli ospedali, alle scuole, agli stipendi avrebbe potuto salvare la il paese.

A luglio le stime riguardo ulteriori decurtazioni erano di 11,5 miliardi di euro, ad agosto si parlava di 13,5 miliardi mentre ora i tagli richiesti per usufruire della tranche del pacchetto della Troika sono di 20 miliardi.

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121005erdogandi Michele Giorgio
Il premier turco Erdogan ieri ha ottenuto il voto favorevole del Parlamento alla sua richiesta di operazioni militari fuori dai confini nazionali (in Siria), all'indomani dell'uccisione di cinque cittadini turchi causata da un colpo di mortaio sparato dall'altra parte della frontiera. A nulla sono servite le scuse giunte da Damasco, frutto anche delle pressioni di Mosca. «Attraverso il nostro ambasciatore, abbiamo parlato alle autorità siriane le quali ci hanno assicurato che quanto accaduto al confine con la Turchia è stato un tragico incidente e che non accadrà di nuovo», ha detto il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ieri a Islamabad. Il governo Erdogan però ha continuato ad usare un tono bellicoso, forte anche delle rinnovate dichiarazioni di pieno appoggio degli Stati Uniti e di vari paesi europei, tra i quali l'Italia.

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