dal Manifesto del 23.04.13 -
I conti dei paesi europei sono stati passati al vaglio dell’Eurostat e quasi tutti registrano un miglioramento del deficit e peggioramenti sul fronte del debito. L’Italia ad esempio aveva nel 2012 un deficit al 3% e, in virtù della spending review montiana dovrebbe essere attualmente al 2,1%. Per il versamento dei debiti della pubblica amministrazione a imprese e enti locali crescerà fino al 2,9%. Ancora ieri la Commissione europea ha confermato che l’Italia può uscire dalla procedura d’infrazione per il deficit alto a fine maggio.

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di Gaia Scacciavillani -
Quasi 100 milioni di euro. Tanto hanno complessivamente incassato nel 2012 amministratori, sindaci e dirigenti con responsabilità strategiche delle prime cinque banche italiane. Per la precisione, i vertici di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Ubi e Banco Popolare lo scorso anno sono costati agli istituti di credito un totale di 96.201.224 euro. Cioè 4,4 milioni in più rispetto del 2011.

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Quasi un milione di famiglie è senza reddito da lavoro. I dati Istati sul 2012 sono l’ennesimo campanello di allarme per l’occupazione e fotografano un Paese sempre più povero. Nel dettaglio, i dati dell’Istituto di statistica mostrano che le famiglie in cui tutti i membri appartenenti alle forze lavoro sono in cerca di occupazione sono 995mila, in rialzo del 32,3 per cento sul 2011.

 

In un solo anno le famiglie “senza lavoro” sono aumentate di 233mila.

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di Claudio Gnesutta -

Mario Draghi continua con la sua politica – denaro facile alle banche e tagli di spesa – che fa cadere la domanda e restringe il credito alle imprese. Si tratta di un errore economico e di un pericolo politico (…). Il governatore ribadisce che non vi è spazio per alcuna alternativa all’attuale coordinamento tra politica monetaria e politica fiscale. A una gestione della politica monetaria non restrittiva (i tassi d’interesse sono mantenuti a livelli bassi) si associa un severo patto fiscale la cui logica è di contenere la spesa per consumi, soprattutto di quelli pubblici, con l’effetto di breve periodo di ampliare lo spazio per i risparmi e quello di più lungo periodo di contenere il peso (interpretato come inefficienza) dello Stato.

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di rassegna.it
Oltre sedici milioni e mezzo di pensionati, la metà dei quali percepisce meno di mille euro al mese. Ma oltre il 13% è addirittura sotto i 500. E’ questa la fotografia del sistema pensionistico italiano scattata oggi (17 aprile) dall’Istat.
Secondo l’Istituto di statistica, i pensionati nel 2011 erano 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010. sottolineando che in media ognuno di essi percepiva (tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione) 15.957 euro all’anno, 486 euro in più del 2010.

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