Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, nel giorno dell'anniversario della strage di piazza della Loggia, ha dichiarato:

«Dopo 38 anni le coperture, i depistaggi da parte di autorità politiche e servizi segreti deviati, l'omertà hanno impedito di raggiungere la verità giudiziaria sulla strage di Brescia. Ma la verità storica è ormai tristemente nota e ci racconta di una strage compiuta da manovalanza fascista e ampiamente coperta dai nostri servizi segreti e inquinata da collusioni politiche ormai acclarate, che ci dicono che quella fu una strage di Stato. Proprio per questo è vergognoso che ancora oggi, nonostante sia stato tolto il segreto di stato, non si sia fatta luce proprio su questo tipo di collusioni vergognose, con le quali il nostro Paese non ha ancora fatto i conti. Napolitano intervenga perché quello spazio, creato con l’eliminazione formale del segreto di Stato, venga utilizzato, ovvero si usi davvero quello strumento, con i decreti attuativi necessari, per aprire gli archivi di Stato e dire la verità di quei fatti.
Condanniamo altresì le cariche delle forze dell'ordine ai danni degli studenti che stanno manifestando in queste ore a Brescia. Ai parenti delle vittime tutta la nostra vicinanza: non dimentichiamo».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

"Ha ragione il Papa a dire che ci troviamo in una nuova Babele, ma questa è il frutto della crisi del capitalismo che provoca enormi sofferenze e guerre tra i poveri. Allora non basta denunciare la Babele ma occorre individuarne le cause. Quella biblica era dovuta all'arroganza degli uomini e delle donne, questa è data dall'arroganza della finanza e delle multinazionali che stanno distruggendo la civiltà in Europa per fare i propri interessi. Solo la messa in discussione di questo capitalismo di rapina può evitare una crisi di civiltà, una nuova babele".

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

"Giarda dà i numeri e spara cifre a vanvera. Questo governo continua a fare annunci mirabolanti sui posti di lavoro, la crescita, gli eurobond e così via. In realtà non si vede nulla salvo i provvedimenti iniqui e recessivi contro i lavoratori: taglio delle pensioni, licenziamenti facili, aumento della precarietà. Questi chiacchierano di uscita dalla crisi e in realtà fanno politiche che aggravano la crisi: sono tali e quali a Berlusconi".

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

"Questa settimana è decisiva per fermare i provvedimenti del governo sul lavoro e la demolizione dell'articolo 18. Per questo noi continueremo con presidi e volantinaggi ma il problema vero è arrivare allo sciopero generale. L'Italia è l'unico paese europeo in cui il sindacato non guida le lotte contro le politiche neoliberiste del governo. Cosa aspetta la Cgil a dichiarare lo sciopero generale? Bisogna muoversi prima che sia troppo tardi."

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«A Vendola e Di Pietro dico: uniamoci per fermare il governo Monti. Organizziamo rapidamente una manifestazione unitaria per bloccare la manomissione dell'articolo 18 e il Fiscal Compact. Così come dico: uniamo subito la sinistra per costruire con i movimenti la piattaforma dell'alternativa. Tsipras in Grecia come Mélenchon in Francia hanno indicato la strada: uscire dalle politiche neoliberiste che hanno portato alla crisi. Occorre costruire un polo di sinistra che sappia parlare il linguaggio dell'alternativa: se non ora quando?».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«La polemica tra Passera e Mussari è vergognosa: mentre loro fanno finta di litigare senza fare nulla di buono, le imprese muoiono e la disoccupazione cresce. In realtà Passera e Mussari sono come il gatto e la volpe, rappresentano entrambi gli interessi del capitale finanziario e non vogliono in nessun modo mettere in discussione lo strapotere delle banche e degli speculatori. Per garantire il credito alle imprese esiste una strada sola: trasformare la cassa Depositi e Prestiti in una Banca pubblica, che si possa finanziare dalla BCE all'1%, utilizzando quel denaro per finanziare le imprese e comprare titoli di stato senza speculare».

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