Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Non esiste una parata sobria, la parata per definizione è un’ostentazione costosa e inutile. Per questo è necessario annullare la parata del 2 giugno come fece Forlani nel 1976. Napolitano dia retta agli italiani, eviti gli sprechi e mandi l’esercito in Emilia Romagna. Per festeggiare in modo degno la repubblica, serve la solidarietà, non la parata».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«L’uccisione a Cesena di una donna da parte del suo ex, che aveva già denunciato per stalking, è l’ennesimo, sono 58 dall’inizio dell’anno, tragico femminicidio in Italia. È evidente che siamo di fronte a un fenomeno vergognoso, un’emergenza sociale, che affonda le sue radici nella cultura machista e sessista dilagante in questo Paese. Occorre una lotta senza quartiere al patriarcato. Colgo l’occasione per esprimere la vergogna che provo di fronte a questa strage che purtroppo è solo la punta dell’iceberg delle violenze che noi uomini esercitiamo sulle donne».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Incredibile Monti: mentre mezza Italia non arriva a fine mese a causa della speculazione finanziaria che il governo Monti e le politiche europee alimentano, ex International advisor di Goldman Sachs, non trova di meglio che proporre la sospensione del campionato di calcio. Invece del campionato, perché non si impegna a sospendere per due o tre anni la speculazione finanziaria? Perché non blocca il Fiscal Compact invece di genuflettersi davanti alla Merkel? Perché non tassa i grandi patrimoni? Perché non permette all’INPS di gestire le pensioni integrative togliendole ai Fondi Pensione?».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«La lotta dei disoccupati napoletani del progetto Bros ha “stanato” il ministero del Lavoro che oggi ha confermato, con i suoi funzionari, la disponibilità di 7,5 milioni di euro finalizzati all’inserimento lavorativo, ricordando che i primi 2,5 milioni sarebbero già stati trasferiti per questa finalità alla Regione Campania. Condivido la scelta dei disoccupati che hanno deciso da adesso in poi di fare un presidio permanente sotto il palazzo della Regione Campania. La Regione potrebbe infatti già da oggi procedere all’inserimento lavorativo dei disoccupati. Perché non fa nulla? Perché non spende i soldi che lo stato gli  ha dato per far lavorare la gente? È una situazione vergognosa in un contesto in cui la disoccupazione è altissima che non si usino i soldi stanziati per il lavoro.
Colgo l’occasione per chiedere al Comune di Napoli di farsi promotore di un tavolo istituzionale col Ministero per sbloccare i ritardi della regione e del governo».

Oggi i disoccupati campani del progetto Bros hanno dato vita a un presidio di fronte al Ministero del Lavoro, al quale hanno partecipato anche gli esponenti di Rifondazione comunista Giovanni Russo Spena e Raffaele Tecce.

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Nell’esprimere la vicinanza alle famiglie delle persone morte a causa dei crolli, un pensiero particolare va ai lavoratori uccisi mentre lavoravano nei capannoni, sempre tra i più deboli, sempre i primi a pagare. La prima urgenza consiste nell’evitare ulteriori morti : tutti i lavoratori emiliani debbono stare fuori dalle fabbriche, oggi, e nei prossimi giorni. I capannoni industriali si sono rivelati delle vere e proprie trappole. In secondo luogo chiediamo di annullare la parata del 2 giugno e usare quei fondi e quei reparti militari per le zone del terremoto. Come Rifondazione comunista stiamo contribuendo in maniera attiva sulle zone colpite dal terremoto prestando le nostre strutture e con l’intervento di alcuni nostri volontari. Abbiamo attivato, infine, da giorni una cassa di resistenza a favore delle famiglie colpite dal terremoto; i versamenti potranno essere effettuati sul seguente conto corrente: Partito della Rifondazione comunista – Comitato regionale Emilia Romagna, Via Menganti 8 - 40133 Bologna IT 06 L 02008 12932 000003118146 causale: cassa resistenza terremoto».

Paolo Ferrero, commentando le motivazioni della Suprema Corte sul proscioglimento dell'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, ha dichiarato:

«Come nelle stragi di Stato anche per la mattanza del G8 di Genova non c’è nessun responsabile “in alto”, nessun mandante ai livelli più alti della catena di comando. Non ci sono prove contro De Gennaro, ma solo una “inusitata violenza” contro le persone inermi che dormivano alla Diaz. La macelleria messicana di quei giorni, la più grave sospensione dei diritti umani in Italia dal secondo dopoguerra, resta e si trasforma ogni giorno di più nell’ennesima pagina nera della storia italiana, sulla quale lo Stato non vuole dire la verità né vuole cercare ed avere giustizia».

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