AcquaLa mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.

È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.

Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.

La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.

Forum italiano dei movimenti perl'acqua

Roma, 20 gennaio 2012

A cura del Dipartimento Ambiente Prc

Acqua, puntano ad affossare il referendum

Il governo Monti tramite il decreto sulle liberalizzazioni vuole affossare il risultato del referendum sull’acqua, rendendo impossibile la gestione del servizio idrico da parte delle aziende speciali o dei soggetti di diritto pubblico. Con l’art. 31 – che sembra scritto direttamente da Acea, A2A, Hera, Iren e dagli altri gestori privati e dai loro alti consulenti - si attacca proprio il risultato con il voto di giugno con il quale, grazie al rimando alla disciplina comunitaria, si erano rese possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali. Nel testo sulle liberalizzazioni si dichiara infatti che le aziende speciali possono intervenire “per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale” (presupponendo che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta per la prima volta al patto di stabilità interno. In questo modo l'acqua verrebbe gestita o attraverso una gara o da società per azioni.

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Ecco un emendamento presentato dal consigliere regionale della Fds in Molise e approvato all'interno della finanziaria regionale:

“la Regione Molise in ottemperanza delle leggi regionali 37/99 e 38/06 e dando seguito alla consultazione referendaria del giugno 2011 attesta che la proprietà pubblica delle reti e delle infrastrutture è inalienabile. La gestione del servizio idrico integrato è affidata all’Azienda Speciale Molise Acque, ente di diritto pubblico, la cui natura giuridica non può essere modificata”

Rosa Rinaldi

120119trivellazioniL’esecutivo “liberalizza” anche le trivellazioni: da adesso è anche il governo degli inquinatori. Se confermato quanto contenuto nella bozza di decreto sulle liberalizzazioni scenderà drasticamente il limite di trivellazione nelle aree protette, dagli attuali 12 km dalla costa a 5 km. Si aumenteranno inoltre gli investimenti in infrastrutture estrattive e si liberalizzerà la ricerca di nuovi giacimenti. Per favorire i petrolieri le coste italiane verranno quindi trasformate in gruviera, con pesanti ricadute in termini di inquinamento, sicurezza e devastazione ambientale.

A muovere la penna dell’estensore dell’obbrobrio ambientale i petrolieri e le loro appendici che siedono nelle influenti postazioni delle agenzie di rating. Nella relazione allegata al provvedimento si evidenzia infatti la considerazione che l’esecutivo ha nei confronti di Standard & Poor’s, citata per aver alzato il rating di Israele dopo la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali. Il governo si fermi e cancelli queste proposte scempio dal decreto.

domenichiniDi William Domenichini*

La Lunigiana non ha fatto in tempo ad allestire i cantieri della ricostruzione post-alluvionale, dopo quel drammatico 25 ottobre, che oggi fa i conti con un nuovo disastro: l'esplosione al metanodotto di Barbarasco, che dimostra un primo provvisorio bilancio è già agghiacciante: 10 feriti di cui 3 sono operai che stavano lavorando alla condotta. L'esplosione ha provocato un cratere largo 25 metri, profondo 8 e l'incendio che ne è conseguito ha interessato un'area di oltre 400 metri di raggio, con fiamme altissime che hanno distrutto 5 abitazioni.

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