di Luciana Castellina
Monti, da Tokio, ci fa sapere che lui è popolare, i partiti no, sono solo oggetto di disprezzo. Pirani, solitamente molto politically correct, scrive che il bello del nuovo nostro primo ministro sta nel fatto che è autonomo dalle fluttuazioni parlamentari, dalla dialettica dei partiti e dalle pressioni della società. (Voglio sperare che non si sia reso conto di cosa ha torizzato). La traduzione a livello popolare del concetto è quanto si sente sempre più ripetere: «A che mi serve la democrazia? Costa troppo.