di Ezio Locatelli * -
Quanto di positivo abbiamo fatto con l’ultimo congresso nazionale del partito va messo a frutto puntando, tra le altre cose, a un incremento degli iscritti per il 2017 a Rifondazione Comunista. L’obiettivo è a portata di mano tenuto conto che in occasione dei congressi di Circolo il 66% delle compagne e dei compagni iscritti nel 2016 ha scelto di rinnovare l’iscrizione per l’anno in corso. Una partenza per così dire “bruciante”. Se così è stato nel primo periodo dell’anno allora vuol dire che è possibile lavorare da subito e nei mesi a venire per un allargamento dei punti di contatto e delle adesioni. Già ora non sono poche le realtà territoriali che registrano un aumento d’interesse intorno al partito.
Non sottovalutiamo quello che è sempre di più un dato di fatto. Esaurita qualsiasi spinta propulsiva il liberismo odierno si regge sull’idea di una “mancanza di alternative”. Un’idea frammista a insofferenza per le tante promesse tradite, per una crisi fondata sempre più su disuguaglianze, disoccupazione, povertà. La vittoria del "N0" al referendum del 4 dicembre scorso ci dice di una crisi di rigetto che sta covando nel profondo della società, specie in quella parte più colpita dalle politiche di austerità e dalla spoliazione di diritti. Ebbene, là dove si è impegnati a ricreare legami, resistenza, a mettere in campo una risposta politica viene anche meno, in una certa qual misura, il senso d’impotenza, di sottomissione, si aprono spiragli di cultura critica.
Niente di particolarmente vistoso ma segnali che vanno colti, che cominciano a esserci in controtendenza ai processi di crisi della politica. Compagne e compagni di diversa provenienza che vedono in Rifondazione Comunista un appiglio, una delle poche forze organizzate a livello di territorio e, al contempo, una forza unitaria a livello di movimento e di sinistra antiliberista. Insisto su quest’ultimo punto: la necessità che abbiamo come Rifondazione e sinistra tutta di un salto di dimensione, di un’uscita dall’insignificanza politica cui ci vogliono costringere. La lotta per il cambiamento richiede la ricostruzione di grandi forze. Ecco perché l’impegno al rilancio di Rifondazione Comunista non può che andare di pari passo all’impegno per la ricomposizione delle forze antiliberiste e di sinistra alternativa. Non due piani di impegno separati ma complementari, necessari l’uno all’altro. Prestiamo attenzione alle potenzialità positive che rendono possibile, oltre che necessario, svolgere questo lavoro di ricostruzione politica.
* segreteria nazionale, responsabile organizzativo Prc-Se


Car@ compagn@,
Beppe Grillo, in occasione della convention di Ivrea, ha ufficializzato la corsa al governo del Paese del MSS con un proclama: “è finito il tempo delle manifestazioni e delle proteste di piazza. Ora è il tempo di disegnare il nostro futuro”. Lo fa nel momento in cui le politiche liberiste e di austerità accrescono disoccupazione, povertà, malessere sociale. Il M5S si candida a governare negando legittimità al conflitto sociale, così come chiesto dal sistema degli interessi dominanti. Niente di nuovo sotto il sole. L’antipolitica del M5S si sposa appieno con il mondo degli affari, dei media, delle imprese, con l’idea di lasciare immutati gli squilibri drammatici che squassano la società. In una società deprivata di legami sociali e identità collettive, per lor signori, i cittadini devono essere relegati nel limbo passivo di semplici consumatori di messaggi politici. Li dobbiamo smentire, li dobbiamo deludere. Per costruire il cambiamento va rilanciato il conflitto sociale, va organizzato un movimento di lotta politica, sociale, culturale contro governi e poteri impegnati a fare il gioco dell’economia e dei mercati finanziari. Nelle piazze bisogna tornarci, oggi più che mai, contro vecchi e nuovi padroni.




