Contro l'arroganza e l'illegalita' dello stato di israele, contro la complicita' di alitalia, solidarieta' con gli attivisti della missione "benvenuti in palestina"
Contro l'arroganza e l'illegalita' dello stato di israele, contro la complicita' di alitalia, solidarieta' con gli attivisti della missione "benvenuti in palestina"
di Edoardo Biancardi*
Risultano ormai frequenti i momenti in cui l'impopolarità di una tematica diventa accesa a tal punto da trasformarsi in pensiero unico a favore, esclusivamente a favore, oppure contro, indiscutibilmente contro. Il sistema dei partiti, la loro utilità e il costo della politica è attualmente una di queste tematiche. Ovviamente nel senso che non se ne può parlare senza cadere nella retorica del tutti uguali.
di Mario Pianta
Il reddito di cento poveri vale quello di ciascuno dei 38 mila italiani più ricchi. E ci vuole la ricchezza di trecentomila poveri – persone che rientrano nel 10% degli italiani con meno risorse – per uguagliare il patrimonio di uno dei dieci italiani più ricchi. Nel 2010 la ricchezza netta totale degli italiani era stimata in 9.500 miliardi di euro, ed è cresciuta moltissimo: oggi (a prezzi costanti) è sette volte e mezza in più del 1965; il tasso di crescita è stato del 4,7% l'anno, un record a confronto con il ristagno del reddito complessivo.
di Nicola Tanno
Nella Spagna del 2012 gira una nuova barzelletta. Racconta di un uno straniero che domanda a un suo amico spagnolo come vanno le cose nel suo paese. "Non ci possiamo lamentare" risponde l'amico. "Ah, allora le cose vanno bene!" commenta lo straniero, ma lo spagnolo chiarisce "Non hai capito. È che non ci possiamo lamentare!"
di Yousef Salman, Federica Pitoni
«9 aprile 2011
Ore 19:15 locali.
Un drone israeliano, un veivolo comandato a distanza responsabile dell'uccisione di donne e bambini in queste ultime ore nella Striscia ha appena bombardato a Est di Zaitoun, Sud Est di Gaza city, a circa 200 metri dalle abitazioni della famiglia Samouni.
Il caso "Samouni" è uno degli attacchi terroristici più efferati della storia d'Israele.
Agli inizi di gennaio, 29 membri della stessa famiglia vennero massacrati senza pietà dall'esercito israeliano.
Erano tutti civili. Per lo più donne e bambini.
di Francesco Piccioni
Davanti a una platea di giovani metalmeccanici e precari, Landini annuncia che la mobilitazione per l'articolo 18 continua. «Non abbiamo paura, non accettiamo di menomare i diritti»
dei Partigiani del terzo millennio
Premessa doverosa: non provengo da una famiglia agiata e sono in cerca di un lavoro. Quindi qualsiasi critica nei miei confronti sarà ben accetta solo se non riguarda la mia situazione personale.
Partiamo da un concetto: chi soffia sul vento dell'antipolitica genera una tempesta (devastante) chiamata autoritarismo. Che lo faccia un personaggio squallido, forse inqualificabile come Grillo (secondo il mio parere) può dar fastidio, ma non può stupire; Ma se a farlo sono anche dirigenti politici, elettori e militanti di sinistra, questo preoccupa.
Sia chiaro: questo sistema, questo Paese - così com'è - non piace a nessuno e tutti vogliono un Paese migliore. L'indignazione, la rabbia sono sentimenti comprensibili.
Partigiana. Nata a Reggio Emilia il 10 aprile 1920, deceduta a Roma il 3 dicembre 1999, insegnante, dirigente comunista, prima donna in Italia nominata Presidente della Camera dei deputati. Il padre - un sindacalista socialista che faceva il deviatore alle Ferrovie e che, durante la dittatura, era stato perseguitato dai fascisti - aveva voluto che la figlia Leonilde - per tutti Nilde - studiasse. La ragazza si era così laureata (in Lettere e Filosofia, all'Università Cattolica di Milano) e, per alcuni anni, aveva insegnato all'Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia. Dopo l'8 settembre 1943, per Nilde Iotti l'impegno che l'avrebbe accompagnata tutta la vita: la giovane insegnante era, infatti, entrata nelle file della Resistenza operando nei "Gruppi di difesa della donna" che, anche nella provincia di Reggio, hanno dato un grande contributo alla lotta contro i nazifascisti. Dopo la Liberazione, la Iotti è segretaria dell'UDI a Reggio E., nel '46 viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI e, dopo aver maturato la propria iscrizione al partito, il 2 giugno dello stesso anno è eletta all'Assemblea costituente.
di Marco Sferini
La telenovela pecuniaria leghista si lascia dietro uno strascico di anatemi, insulti e improperie contro i partiti e contro il loro ruolo nell’ambito della democrazia repubblicana. Ho sempre cercato di dare anche alle singole parole il peso che spettava loro e per questo penso che il momento storico in cui viviamo è un passaggio dalla considerazione dei partiti come luoghi di rappresentanza dei cittadini nelle istituzioni a luoghi in cui si concentra tutto il male possibile.
Considerare i partiti come “i partiti” e quindi come un insieme inscindibile di fenomeni accomunati dalla corruzione, dal ladrocinio, dalle spese folli con soldi pubblici e quindi privi di qualunque connotazione politica propriamente detta, è una forma di revisionismo dell’attualità e di cambiamento delle regole del gioco su cui si fonda l’intero impianto costituzionale.
dei lavoratori della Yamaha
Giovedì 12 aprile 2012, presso il tribunale di Monza e Brianza (sezione Lavoro), Yamaha Motor Italia ha perso la causa legale intentata da 9 lavoratori del settore commercio licenziati, dopo un anno di cassa integrazione, nel gennaio 2010.
Il giudice del lavoro, Dott.ssa Nardo, ha reintegrato tutti i lavoratori e lavoratrici sul proprio posto di lavoro.
Riteniamo questa sentenza memorabile, una vittoria che premia lo sforzo di tutte quelle persone che, in questa nostra vicenda, hanno sempre e concretamente sostenuto la durissima lotta dei lavoratori Yamaha. La vicenda è iniziata nell’ottobre 2009 quando, a fronte della irresponsabile decisione aziendale di licenziare 66 lavoratori e lavoratrici e chiudere l’intero reparto produzione moto, 4 lavoratori salirono sul tetto della multinazionale nipponica e vi restarono 8 giorni, sotto una fitta nevicata, rivendicando il diritto al lavoro e l’uso degli ammortizzatori sociali che potessero per lo meno attutirne il devastante impatto sociale causato da Yamaha.