120427esodatiIl torinese rischia di esplodere, troppi i lavoratori senza tutela e senza pensione.
Le cifre sono da brivido: in Provincia di Torino ci sono circa 5500 esodati.
Un numero altissimo, forse uno dei più alti d’Italia, qualunque siano le vere cifre che ballano in questa intricata vicenda. Il governo parla di 65 mila persone, e allora il peso del Torinese sarebbe devastante: oltre l’otto per cento per un territorio che pesa come popolazione per poco più del tre sullo scacchiere nazionale.
L’Inps ha ipotizzato 130 mila ex lavoratori interessati, e l’impatto di Torino e dintorni sarebbe comunque rilevante – più del 4 per cento – anche se meno massiccio.Forse il peggio deve ancora arrivare.

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120427sansonettidi Multatuli

Dunque il 25 aprile di chi ancora si attarda - a 67 anni dalla Liberazione - a combattere il fascismo è per Piero Sansonetti (Gli Altri) un rudere politico, appartenente a quel “ceto antifascista" che essendo incapace individuare il terreno dei conflitti moderni non trova di meglio che prendersela con Alemanno e Polverini, mettendo in scena “stupide e noiose cerimonie", buone per reduci incartapecoriti, nostalgici delle mitologie comuniste, giovani frastornati in cerca di rassicuranti identità.
Abituati alle rodomontate pubblicitarie di questo campione della dissacrazione da rotocalco, non abboccheremo alle boutade più palesemente provocatorie (l'inutile, “contestatissima" azione partigiana di via Rasella, “tutta interna alla logica guerresca", oppure la patente generosamente offerta a Marco Pannella di autentico protagonista delle attuali lotte per la libertà e genuino interprete della Costituzione).

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120426lavoratoreL’Ocse conferma che i salari italiani sono fra i più bassi d’Europa. Nella classifica stilata dall’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, gli stipendi italiani sono al 23esimo (lo scorso anno erano al 22esimo) posto su 34, dietro a Spagna, Irlanda e a tutta l’Europa che conta.
Ieri l’Istat aveva fornito i dati sull’occupazione: a marzo la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 2,1 punti percentuali, che rappresenta il divario più alto dall’agosto del 1995 quando era pari al 2,4%. Le retribuzioni contrattuali orarie, peraltro, a marzo sono rimaste ferme rispetto a febbraio e salgono dell’1,2% su base annua. La crescita tendenziale è la più bassa almeno dal 1983, ovvero dall’inizio delle serie storiche ricostruite, 29 anni fa.
E i dati Ocse dunque spiegano che la retribuzione netta media di un single italiano senza figli a carico nel 2011 era pari a 25mila e 160 dollari (19mila e 34 euro), inferiore alla media Ocse (27mila e 111 dollari). La cifra è inferiore anche a quella della Spagna (27mila e 741), dell’Irlanda (31mila e 810) e di quella degli altri grandi Paesi Ue, come Francia (29mila e 798 ), Germania (33mila e 19) e Gran Bretagna (38mila e 952).

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120426_25aprileLiberazione fa più che mai rima con lavoro quest'anno, anche se alla festa a esso dedicata mancano ancora sei giorni. Se dovesse passare la legge di riforma sul mercato del lavoro, la Fiom è pronta a mettere in campo «tutte le iniziative necessarie, compreso il referendum abrogativo». Ad affermarlo è stato il segretario della Fiom, Maurizio Landini, che ha partecipato alla celebrazione della Festa della Liberazionea Monte Sole di Marzabotto. Come spesso avviene, più radicale sulla questione la posizione del sindacato dei metalmeccanici rispetto a quella della Cgil. «Se la riforma passa per come viene discussa in Parlamento - ha aggiunto - per cui a un lavoratore licenziato si danno un po' di soldi ma si fa star fuori dalla fabbrica, è un cambiamento inaccettabile. Sono provvedimenti contrari ai principi della Costituzione e, se necessario, siamo pronti anche allo sciopero generale di tutto il Paese».

Mercoledì, 25 Aprile 2012

120426pisapiadi Giuliano Pisapia

Sessantasette anni fa, in questa piazza, Milano ha ritrovato la libertà.
Oggi, qui, noi vogliamo ritrovare la fiducia e la speranza per guardare insieme al futuro.
La rivolta, a Milano, era partita già un giorno prima: a Niguarda la liberazione era già arrivata il 24 di aprile.
Il comandante Sandro Pertini aveva proclamato lo sciopero generale e tutta la città, il 25 aprile, era pronta a rialzare la testa.
Gli operai nelle fabbriche, gli studenti e i professori nelle università, le donne e gli uomini in tutta la città.
Alle due di un pomeriggio piovoso, carico di angoscia e di attesa, le brigate partigiane sono entrate in piazza del Duomo.Milano e l’Italia, non aspettavano altro che liberare nostra città e il Paese intero.

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120426_cremaschidi Giorgio Cremaschi

Nonostante i filtri del palazzo e del sistema informativo italiano, il messaggio delle elezioni francesi è chiaro. Da sinistra e anche da destra si dice basta con l’Europa delle banche, della finanza e dell’austerità. E il sistema finanziario l’ha capito subito e ha automaticamente reagito facendo salire lo spread e calare le borse. Non sappiamo se alla fine la sinistra vincerà. Se dovesse succedere e se, cosa non scontata, Hollande dovesse mantenere i suoi programmi, si aprirebbe finalmente la crisi di quell’Europa che ci sta dissanguando.
Le elezioni francesi infatti sono avvenute all’insegna della messa in discussione dell’innalzamento dell’età pensionabile, della flessibilità del lavoro, delle delocalizzazioni, e – ultimo ma non da ultimo – del pareggio di bilancio e dell’accordo di rigore e austerità che, con il nome di fiscal compact, sta imprigionando nella catastrofe economica tutta l’Europa.

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120426gianni

di Alfonso Gianni

Non credo ci sia molto da aggiungere alla constatazione sulla insoddisfazione dei cittadini italiani rispetto all'offerta politica attualmente esistente. Più interessante sarebbe ritornare sull'analisi delle cause della attuale profondissima crisi della politica e, in essa e come causa principale della medesima, della sinistra. Si scoprirebbe facilmente che una delle ragioni di fondo sta nella separazione tra cultura e politica, che purtroppo è ben presente anche nel campo della sinistra radicale, assumendo varie forme, tra le quali indubbiamente l'idea che per tratteggiare un profilo ideale-politico-programmatico, ovvero un'identità definita e riconoscibile al di là della contingenza, basti semplicemente assemblare, o confederare, quello che c'è del ceto e delle idee politiche esistenti o sommare le rivendicazioni che già provengono dai movimenti o definire ottime regole democratiche di una discussione dai contorni però del tutto indefiniti. Ovvero che si tratti di raccogliere il già seminato.
Ma, come esordisce il Manifesto per un soggetto politico nuovo , «non c'è più tempo» per buttarla sui massimi sistemi. E sia.

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120426partitidi Claudio Bazzocchi

Da lungo tempo ormai cerchiamo di mettere in guardia dall’azzardo della retorica antipartitica che è stata cavalcata imprudentemente anche a sinistra in Italia a partire da Occhetto, passando per Veltroni fino a Vendola. L’antipolitica travolge prima o poi chi crede di poterla cavalcare, poiché si rende immancabilmente ingovernabile lasciando tutti in balia di un incontrollabile risentimento popolare.
Tale risentimento arriva in questi giorni a mettere in discussione la presenza stessa dei partiti nella democrazia italiana chiedendo la fine di qualsiasi finanziamento pubblico.
Non vogliamo portare argomenti a favore del finanziamento pubblico. Altri commentatori lo hanno già fatto in modo autorevole (si veda Michele Prospero su l’Unità del 12 aprile).
Ci interessa qui rilevare che idea di partito politico abbiano coloro che chiedono la fine di qualsiasi forma di finanziamento pubblico. Ebbene, il modello è sostanzialmente quello del partito di opinione, del comitato elettorale o del soggetto non strutturato che mobilita i ceti medi istruiti su singole issues, per esempio dalla rivolta antitasse alla sicurezza per la destra, dai diritti civili alla green economy per la sinistra.

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partigianisempredi Concetto Marchesi, 1 dicembre 1943

Studenti dell’Università di Padova! Sono rimasto a capo della vostra Università finché speravo di mantenerla immune dall'offesa fascista e dalla minaccia germanica; fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede pubblicamente professata la vostra fede costretta al silenzio e al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere, contro il malessere che sempre più mi invadeva nel restare a un posto che ai lontani e agli estranei poteva apparire di pacifica convivenza mentre era un posto di ininterrotto combattimento.

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partigiani

di Claudio Riccio

Come ogni anno revisionisti e finti benpensanti si scatenano in occasione del 25 Aprile per polemizzare intorno alla ricorrenza della liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Non si è fatto attendere Pierluigi Battista, che dalle colonne del Corsera di due giorni fa ha scritto un editoriale polemico e superficiale in cui punta il dito tanto contro gli studenti neofascisti, che nei giorni scorsi hanno contestato un partigiano al Liceo Avogadro di Roma, quanto contro chi nell'ANPI ha preso posizione dichiarando che Alemanno e Polverini non sono invitati al corteo romano del 25 Aprile.

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FB Ezio Locatelli

 

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Relazione di Ezio Locatelli

 

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