121113primariedi Claudio Grassi
Dovevano essere lo strumento per gettare lo scompiglio nelle file del Pd, per sparigliare le carte, per cambiare l’agenda politica del centrosinistra, per spostare a sinistra l’asse della futura coalizione di governo. Dovevano. Almeno nelle intenzioni di Vendola che le primarie le ha chieste, le ha rincorse, le ha evocate con insistenza da oltre due anni a questa parte. Invece, le primarie sono state – onore al merito – un potente dispositivo che anziché squadernare, ha finito con il legittimare l’establishment del Pd. Al di là di come andrà a finire la contesa al ballottaggio tra Bersani e Renzi, il vero vincitore è il Partito democratico nel suo complesso.

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120117nichi vendoladi Matteo Pucciarelli
Tocca ammetterlo, e dispiace soprattutto se almeno idealmente ci si sente vicini alle proposte e alla cultura di Nichi Vendola: ma l’unico vero sconfitto di queste primarie-concorso è proprio lui. La sua strategia – come tanti del suo mondo gli avevano già fatto notare – si è dimostrata un fallimento. E il misero 15 per cento era in realtà una storia già scritta.
Praticamente da tre anni a questa parte il leader di Sel ha fatto fuoco e fiamme giorno per giorno: voleva le primarie, le voleva a tutti i costi. Perché le primarie erano il rumore del mare che un bambino ascolta dentro la conchiglia, e roba del genere, raccontava lui.

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121126primariedi Monica Pasquino
Lo avevamo detto con vigore che non erano le "nostre" primarie, che buttarsi nelle braccia del Pd ci avrebbe equiparato a chi riduce la sfida destra-sinistra a una competizione tra chi esegue con più efficienza gli ordini ricevuti da Bruxelles, come se non fosse possibile proporre un'alternativa. Tanti compagni e compagne su questa battaglia politica sono andati via, altri lo faranno nei prossimi mesi.
A loro e a chi era rimasto nonostante i tanti dubbi, la dirigenza di Sel ha risposto che la strategia politica che voleva costruire un polo delle forze che oggi sono all'opposizione del Governo Monti, era perdente. Ci è stato ripetuto che non ci rendevamo conto che queste primarie Vendola poteva vincerle.

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120217landiniIntervista a Maurizio Landini
Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, risponde al telefono con aria preoccupata. Il tono della voce è fermo, le parole sono scandite una ad una. «Non c’è più tempo», ripete. L’azienda stavolta fa sul serio.
Cosa succede a Taranto, segretario?
C’è stato un incontro tra l’azienda e tutti gli esecutivi sindacali. L’azienda ci ha detto che intendeva cessare le attività anche nell’area a freddo. Senza chiarire le modalità, le forme e i tempi. Avremo un nuovo incontro domattina (oggi ndr). La situazione è chiaramente drammatica.

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121127ilvadi Gianmario Leone
L'annuncio dell'azienda dopo gli arresti dei Riva e di altri dirigenti. Nelle carte spunta anche il nome di Vendola I sindacati chiedono ai lavoratori di recarsi comunque negli stabilimenti. L'accusa a proprietà e management: associazione a delinquere per perpetrare l'inquinamento
Era solo questione di tempo. Perché il nuovo terremoto giudiziario che ieri ha colpito l'Ilva e la città di Taranto, era stato ampiamente anticipato dalla magistratura tarantina nello scorso mese di agosto. Con il gruppo Riva che nella tarda serata di ieri ha annunciato la chiusura del sito di Taranto e di tutti gli stabilimenti da esso riforniti: Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica.

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121127europadi Alfonso Gianni
La riunione straordinaria del Consiglio europeo di pochi giorni fa a Bruxelles si è conclusa con un totale fallimento. La Merkel come al solito tende a minimizzare, ma di questo si tratta. Formalmente c'è ancora tempo per decidere. Infatti il vertice sul bilancio pluriennale 2014-20 è stato aggiornato all'inizio dell'anno entrante. Ma le divergenze venute alla luce non inducono all'ottimismo.
A Bruxelles si è consumato uno scontro tra i paesi più ricchi che, persino più della crisi della Grecia, mette in dubbio la continuazione della Unione europea.

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121126renzibersanivendolaRedazionale
Tutto come da copione nelle primarie del centrosinistra; almeno per chi non ha mai sottovalutato Matteo Renzi da Firenze. E' sicuramente presto per avere un quadro esatto di una realtà, quella del centrosinistra, che non sembra offrire grandi certezze. Il titolo giusto da mettere negli articoli di apertura sarebbe "ha vinto Renzi". Il dato saliente del primo turno di queste primarie ci viene consegnato infatti dal consenso conquistato in molte parti dallo stesso sindaco di Firenze.  Il vero vincitore, qualunque sia l'esito finale, è proprio lui. La soddisfazione che traspare dai sorrisi e dalle parole del primo cittadino del capoluogo toscano, è palese, così come le sue affermazioni non possono essere messe in discussione: “Abbiamo fatto la campagna elettorale col due per cento dei segretari provinciali e col tre per cento dei parlamentari, e rischiamo di prendere il quaranta per cento degli elettori di centrosinistra”.

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121126primariedi Alessandro Gilioli
Tralascerei di accodarmi all’entusiasmo per l’affluenza e la giornata di festa: non per snobismo, ma davvero di questo hanno già detto in tanti.
E poi da oggi si fa sul serio: non tanto per decidere il vincitore – su Bersani scommetterei la tredicesima – ma soprattutto per stabilire i rapporti di forza, con tutto quello che ne consegue per il centrosinistra italiano e probabilmente per il governo del Paese. Già dopodomani sera, al faccia a faccia su Raiuno, non credo si respirerà la stessa aria buonista ed ecumenica che abbiamo visto nel confronto a cinque.
Una bozza di rapporti di forza peraltro è già stata definita dal voto di ieri: ad esempio, la vittoria di Renzi in due roccaforti rosse – Toscana e Umbria – lo sdogana definitivamente come parte fondamentale e ineludibile del Pd, piaccia o non piaccia. Per quanto abbia tra i suoi supporter Feltri e la Santanchè, considerarlo ancora un ‘alieno’ o un infiltrato mi pare fuori tempo massimo.

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121113primariedi Alfonso Gianni
Il risultato delle primarie merita un'analisi più approfondita, avendo in mano dati definitivi e riferiti a ogni singola regione e città. Ma certamente qualche cosa si può dire. Quando Renzi dice che la sua affermazione è avvenuta nelle regioni "rosse" dove più forte era il radicamento del vecchio Pci, dice il vero. I
ndica una mutazione iniziata da molto tempo , ma che ora subisce una accelerazione, nel corpo sociale che seguiva quel partito attraverso le sue varie trasformazioni. Quando Bersani dice che comunque il Pd vince, non ha torto (lui in particolare ne esce bene), ma probabilmente è una vittoria instabile, perchè la capacità di tenere insieme tutto il partito dopo l'affermazione di Renzi è dubbia.

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120127demagistrisIntervista a Luigi De Magistris di Andrea Fabozzi
Alle dieci di sera, quando i primi dati veri del «Viminale» del Pd confermano le indicazioni dei sondaggi, a colpire il sindaco di Napoli è soprattutto il risultato di Renzi, dai cui contenuti programmatici si sente lontanissimo. «Aveva contro tutte le strutture del partito, eppure è stato visto come la novità, diamo atto del risultato a questo giovane sindaco». Non soddisfa, invece, stando sempre ai primi dati disponibili, il risultato di chi politicamente è più vicino a Luigi De Magistris. «Alla luce di una campagna elettorale impegnativa, che lo ha portato da presidente di regione in tutta Italia, il risultato di Vendola sembra non essere buono». L'analisi del sindaco di Napoli è che l'elemento decisivo di scelta sia stato il carattere di novità dei candidati, dunque il leader di Sel può avere addirittura sottratto voti a Renzi.

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FB Ezio Locatelli

 

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