di Maria R. Calderoni
Bravi bene bis. E' riuscita bene la Prima Festa Nazionale Di Liberazione Che Non C'e', 18 bei giorni filati di bandiere rosse in alto sul lungomare di Marina di Pisa dove si è svolta. 18 bei giorni di concerti, dibattiti, spettacoli, balli, magliette, libri e tante tante buone cose da mangiare.
La Festa, insomma, come dice la parola stessa: per la Storia (esse maiuscola, notate...), questa di Marina di Pisa è precisamente la 21ma Festa nazionale di Rifondazione comunista e del suo giornale (momentaneamente assente, ma avete presente il cartello "torno subito"?...); una Bella Festa. Per dire, il 21mo successo.
di Paolo Beni
Non c’è dubbio che la vicenda greca offra indicazioni preziose alla sinistra italiana: sulla possibilità di costruire un’alternativa al paradigma liberista, ma anche sui rischi della frammentazione e sulla necessità di aggregare i diversi sociali attorno ad un progetto di cambiamento.
La crisi greca ci squaderna sotto gli occhi uno spaventoso arretramento dei diritti sociali, civili e politici conquistati in decenni di storia europea. La pretesa di liberare il mercato da ogni vincolo sociale sta cancellando l’universalismo dei diritti che le Costituzioni democratiche del dopoguerra…. avevano sancito come principio irrinunciabile.
di Sara Nicoli
Alla fine, il Capo ha deciso. Si torna a Forza Italia, allo “spirito del ’94” e anche ai suoi padri fondatori, i Martino, i Dell’Utri, gli Scajola. Silvio Berlusconi, parlando come di consueto ai giornali stranieri perché di quelli italiani non si è mai fidato (a cominciare dal “suo”) ha svelato che la macchina da guerra della sua propaganda sta lavorando da mesi solo per tornare all’antico. L’annuncio vero ci sarà proprio oggi, a Villa Germetto, dove Berlusconi ha convocato un consesso di economisti (pare ci sia anche un premio Nobel di cui, però, si ignora il nome) per dare concretezza a quello che dovrebbe diventare la sua proposta politica in vista delle elezioni 2013.
di David Bidussa
Nel febbraio 1794 Robespierre avverte l’affanno del suo governo, sente che il Paese è in preda ai miasmi di un conflitto interno lacerante, percepisce che la partita tante volte giocata e vinta negli ultimi 16 mesi (prima con la storica battaglia di Valmy nel settembre 1792, poi nella discussione sul destino del Re di Francia, infine nella battaglia interna prima in Vandea e poi a Tolone nel 1793), non è finita. Occorre rinnovare il senso di una missione politica, insistere sul fine a cui tendere, motivare di nuovo un’opinione pubblica distratta, lacerata dalle divisioni, smarrita nelle proprie incertezze. Alla fine tiepida rispetto ai duri compiti dell’ora.
di Giuliano Garavini
L’austerità è un modo di essere. In questo senso Enrico Berlinguer e Mario Monti hanno, almeno in apparenza, non poco in comune in termini di garbo e sobrietà.Ma l’austerità è stata, e resta oggi, anche un progetto politico. In quanto progetto economico e culturale l’austerità berlingueriana degli anni Settanta e quella montiana dei Giorni nostri non hanno assolutamente nulla in comune.
di Romina Velchi
La spending review piace a tutti: piace alla Commissione Ue, che, per bocca del commissario Olli Rehn, fa sapere di apprezzare le misure decise da Monti perché sono «in linea con le raccomandazioni dell’Ecofin»; piace a Mario Draghi, governatore della Bce, perché «consentirà all’Italia di raggiungere gli obiettivi fiscali»; piace alla corte dei Conti, perché è un «procedimento virtuoso»; piace, manco a dirlo, a Casini perché sono «tagli dolorosi ma non più rinviabili» e bisogna essere «comprensivi con il governo». Però lo spread resta alle stelle: ieri ha superato i 480 punti. Tutta colpa delle «esternazioni irresponsabili» (copyright di Repubblica) del presidente di Confindustria che si è permesso di criticare il governo rifilandogli un voto tra il 5 e il 6 e parlando di «macelleria sociale».
di A. La Mattina
Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd, boccia senza mezzi termini la parte della revisione di spesa pubblica che riguarda i tagli alla sanità e agli enti locali. A suo parere fa parte della stessa ideologia che ispira Angela Merkel e le parole di Jorg Asmussen.
«Non c`è niente di nuovo: le affermazioni di Asmussen confermano che l`eccitazione post vertice Ue sulla possibilità di utilizzare le risorse del Fondo salva Stati per ridurre i nostri spead era largamente infondata, purtroppo».
Asmussen sostiene che l`Italia può farcela se incrementa la propria produttività e punta alla crescita.
di Maria R. Calderoni
Evelina Christillin, mica l'avrete dimenticata. La donna-immagine - bel sorriso bei vestiti - dei "Giochi invernali Torino, 2006"; Evelina che nasce bene e benissimo frequenta, <stavamo in strada San Vito, duecento metri dall'Avvocato...Poiché sapeva che io sciavo bene, mi portava con lui in elicottero a sciare al Sestriere>. Piazzata benissimo, la Evelina Christillin, come icona della Torino che conta: Agnelli, auto, politici, sindaci, appunto Giochi Olimpici invernali.
<Leggenda vuole che tutto il circo olimpico, durato quasi dieci anni, sia nato dalla testa di Evelina Christillin>, scrive Maurizio Pagliassotti a pagina 68 del libro che ha appena pubblicato con il titolo "CHI COMANDA. Torino"
di Alessandro Robecchi
Non è vero che il governo Monti non ne azzecca una. Anzi, se ci pensate, chiamare "spending review" dei ferocissimi tagli è un'idea geniale. Tipo chiamare "delete wedding" un sanguinoso divorzio, oppure "leg reducing" l'amputazione di una gamba. È dunque lecito tirare un sospiro di sollievo nell'apprendere che spariranno 18.000 posti letto negli ospedali, ma che in compenso compariranno 90 cacciabombardieri Strike Fighter F-35 che costano una dozzina di miliardi. Non fate quella faccia e non fatevi prendere dalla demagogia. Amici, sveglia! Quegli aerei ci servono come il pane, e sapete perché? Perché abbiamo speso una fortuna per costruirci una nuova portaerei, la Cavour, che però ha il ponte un po' corto. Quindi ci servono aerei che decollano in poco spazio, anche se sono cari, e i vecchi catorci a decollo verticale non vanno più di moda. La Cavour in navigazione ci costa 200.000 euro al giorno, e sono soldi buttati se sopra non ci mettiamo aerei adatti.