“Questa sera andrà in discussione in Consiglio Comunale di Sesto San Giovanni il Piano integrato di intervento sulle aree ex Falk e scalo ferroviario. Senza entrare nel merito del piano medesimo, riteniamo sbagliata l’approvazione del piano fino a quando la Magistratura non avrà concluso le inchieste in corso. Riteniamo infatti che la questione morale sia – come sosteneva Berlinguer – “il centro del problema italiano” e che un piano di questa importanza possa essere adottato solo nella piena certezza che nessun interesse privato o comunque illecito possa aver condizionato la definizione dello stesso. Invitiamo per tanto il consigliere comunale di Rifondazione Comunista e tutti gli esponenti dell’attuale maggioranza a non votare il Piano.”

-- Ufficio stampa Prc-SE

Antonio Ferraro, responsabile nazionale Politiche sociali del Prc-Fds, ha dichiarato:

“Questa mattina abbiamo partecipato a Roma, in Piazza del Popolo, all’azione dimostrativa delle persone con disabilità contro la manovra economica del governo che dà il colpo di grazia ai diritti sociali di milioni di cittadini. Condividiamo le loro preoccupazioni e sosteniamo la loro lotta per evitare l’ultimo atto di macelleria sociale che si sta per approvare in Parlamento. Oggi diciamo a gran voce insieme al mondo dei disabili che questa manovra è inaccettabile e che essere responsabili non significa appoggiare i diktat della Banca centrale europea ai danni delle fasce deboli della popolazione, ma al contrario rafforzare ed estendere i diritti e i servizi sociali a tutte e tutti. Ma questo governo non vuol sentire ragioni e ha aumentato i tagli agli enti locali, che determineranno la chiusura dei servizi essenziali, e sta per completare il disastro con la delega assistenziale e fiscale che colpirà famiglie con figli a carico, indennità di accompagnamento, invalidità e reversibilità. Tutto questo è vergognoso e per questo ci batteremo nei prossimi giorni al fianco di associazioni, movimenti contro questa manovra e per avanzare proposte alternative di giustizia e sviluppo sociale, a partire dalla patrimoniale, dal dimezzamento delle spese militari, dal blocco della speculazione per investire su un futuro di diritti, con un welfare pubblico più forte e universalistico”.

-- Ufficio Stampa Prc-Se

“La cancellazione del periodo di leva ai fini del computo della età pensionabile non solo è una misura meschina e antipatriottica ma è palesemente anticostituzionale. Infatti i milioni di italiani che hanno prestato il servizio militare o quello civile sostitutivo  non lo hanno fatto per libera scelta ma per un obbligo solennemente sancito dall’articolo 52 della Costituzione.  Non contemplare l’anno di leva  ai fini pensionistici  significa inoltre accanirsi con chi  ha fatto il proprio sacro dovere di difendere la Patria e premiare chi invece , grazie a conoscenze, mazzette o condizioni di privilegio  è riuscito in un modo o nell’altro ad evitare l’onere della coscrizione obbligatoria.” E’ quanto afferma Alfio Nicotra, responsabile nazionale Pace e Movimenti del Partito della Rifondazione Comunista.

“L’articolo 52 della Costituzione – prosegue Nicotra – prevede espressamente che chi è  sottoposto all’obbligo della leva non deve subire discriminazioni quando afferma  che il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino’. E’ evidente che il computo degli anni per la pensione  è da considerarsi a tutti gli effetti parte integrante della posizione di lavoro del cittadino.”“Ormai c’è un divorzio completo tra questo governo e il Paese reale -  conclude l’esponente del Prc -  e si punta volutamente al massacro sociale di chi ha rispettato la legge e dimostrato senso di attaccamento alle istituzioni democratiche. Lo sciopero generale del 6 settembre è solo l’inizio di una mobilitazione più vasta contro chi , dalla tolda di comando, ha deciso di tradire l’Italia migliore  e il suo popolo. “

Roma, 30 agosto 2011

--Ufficio Stampa Prc-Se

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"La Federazione della Sinistra aderisce alla giornata di sciopero e mobilitazione indetta dalla Cgil il prossimo 6 settembre. Considero lo sciopero generale del 6 settembre come l’inizio di un percorso di lotta di popolo che deve costruire dal basso un’altra idea di Europa e un altro modello economico. Sosteniamo la Cgil che in questo momento sta subendo degli attacchi gravi e che ha invece giustamente scelto di opporsi ad una manovra iniqua, caratterizzata da provvedimenti inqualificabili e che verrà pagata solo dalla povera gente, mentre chi è ricco continuerà a godere dei privilegi e delle attenzioni che il governo gli riserva. La Fe derazione della Sinistra scenderà in piazza e sosterrà la mobilitazione".

Nell’annunciare l’adesione convinta “mia personale e della Federazione della Sinistra” all’appello avanzato da un gruppo di giuristi in merito al carattere incostituzionale della manovra del governo, il portavoce nazionale della Fds Massimo Rossi bolla come “eversive” diverse parti del decreto governativo.

“La preconizzata costituzionalizzazione del pareggio di bilancio stabilita nel decreto -. afferma Massimo Rossi – cancella l’investimento sociale ed impone una visione aziendalistica dello Stato che la nostra Costituzione non contempla in alcun modo. Si vuole in questo modo ottuso preservare e rendere obbligatoria una linea di politica economica, quella neoliberista, i cui effetti fallimentari sono sotto gli occhi di tutti.”

“E’ un fatto gravissimo – spiega il portavoce della Federazione della Sinistra - che il pronunciamento di 27 milioni di italiani espressosi nel referendum popolare sia cancellato con le disposizioni che impongono agli enti locali la privatizzazione forzata dei servizi pubblici locali. Questi decenni di cosiddette liberalizzazioni hanno palesato che le privatizzazione nella maggioranza dei casi si sono rivelate una truffa per i lavoratori e un enorme regalo per il capitalismo speculatore. Attardarsi su questa posizione – come fa il gruppo dirigente del Pd – significa vedere le ragioni strutturali dell’attuale crisi economica e non aver capito nulla del perché la maggioranza degli italiani ha scelto nel referendum di rilanciare l’idea di pubblico e dei beni comuni.”

Per Rossi “ bisognerà difendere il risultato del referendum e la stessa Costituzione con la lotta e la mobilitazione popolare. Da questo punto di vista lo sciopero generale del 6 settembre è l’inizio e non la fine di una lotta di popolo che deve costruire dal basso un’altra idea di Europa e un altro modello economico. Entrambe hanno bisogno di mettere al centro i beni comuni, difendere ed estendere il patrimonio di tutti e non invece – come sta facendo la Bce e il governo italiano – l’enorme ricchezza privata di pochi.”

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