di Roberto Gramiccia

La trasmissione dell’Annunziata dal titolo che non mi piace – “Leader” – è stata, temo, un’occasione mancata per Rivoluzione civile. Lo dico, come al solito, in spirito costruttivo. Perché ormai il dado è tratto, sulla lista Ingroia abbiamo giocato tutte le nostre carte e non c’è più tempo per distinguo e per esitazioni. Dobbiamo sostenere questa lista con tutte le nostre forze e fino in fondo. Il punto è che in corsa dobbiamo capire come aggiustare il tiro. Perché il tempo a disposizione è poco e le regole della comunicazione sono implacabili. E allora a proposito della prima grande occasione televisiva che abbiamo avuto a disposizione, ci sono da dire due cose.

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di Claudio Grassi

La dichiarazione di Beppe Grillo: "i sindacati vanno aboliti", assieme a quella di pochi giorni fa di apertura ai fascisti di Casa Pound, ci dicono quanto sia pericoloso fare affidamento al M5S per cambiare il nostro Paese.
Detto questo non dobbiamo sottovalutare due elementi. In primo luogo molte cose che per noi sono ovvie come l'antifascismo e l'importanza del sindacato, non lo sono affatto per le giovani generazioni. In secondo luogo se alle invettive di Beppe Grillo risponde Raffaele Bonanni, è molto probabile che il messaggio del comico genovese anziché perdere consensi li aumenterà.

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di Gian Paolo Calchi Novati

La Francia combatte la sua guerra: l’attacco, preventivo sugli alleati se non sul nemico, servirà a segnare le gerarchie. Hollande avrà tempo per far posto alle truppe dei vari paesi africani e degli alleati europei o della Nato. Gli africani servono per fingere di adempiere alla risoluzione Onu che i «legalisti» – per quello che può valere e a prezzo di qualche forzatura – richiamano per tacitare le (poche) opposizioni. I «realisti», dal canto loro, pensano solo ai risultati e non alle forme.
Le motivazioni della guerra, nel duplice significato di cause e obiettivi, sono già state sviscerate: il jihadismo, le materie prime, lo spazio, il prestigio, l’impiego di armi vecchie da consumare e di armi nuove da provare.

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di Vittorio Bonanni

Antonio Ingroia non ha certo bisogno di presentazioni. Già pm presso la Procura di Palermo e in prima linea nella battaglia contro quello Stato infedele accusato di aver trattato occultamente con la mafia, è ora uno dei protagonisti della campagna elettorale con la sua lista Rivoluzione Civile, sostenuta da movimenti come “Cambiare si può” nella stragrande maggioranza dei suoi aderenti, da altre realtà di base e dall’ampia ma frammentata galassia dei partiti della sinistra antagonista, come Rifondazione comunista, il Pdci, l’Italia dei Valori e i Verdi. Sono ore febbrili per l’ex pm, ore in cui si sta velocemente decidendo la composizione delle liste e dunque non è stato facile trovare il tempo per parlare con lui. Lo abbiamo bloccato telefonicamente tra un impegno e un altro.

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di Marco Giustini

Sono sette anni che in modalità differenti faccio parte di quello che è ora il Movimento Cinque Stelle. Da cinque sono l'unico consigliere eletto a Roma, dopo che tutti gli eletti nel 2008 sono passati ai partiti della casta.
In questi anni ho tentato di essere uno strumento al servizio dei cittadini che mi hanno eletto in nome di Beppe Grillo, dei cittadini di Roma ed in particolare dei 140.000 abitanti del Municipio XVI in cui sono stato eletto consigliere. Ho combattuto per la difesa dei beni comuni, l'acqua, l'aria, la terra. Sono state tante le battaglie di questi cinque anni.

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