di Cristiano Godano

Partiamo da qua: si dice che se i dischi costassero meno la gente ne comprerebbe di più. Credo sia illusorio e falso. Perché, se una cosa è gratis, anche a spendere 10 euro per avere un cd nuovo di zecca si resisterebbe poco. Troppo anche 10 euro? Bah. Io penso che neanche 20 siano troppe. Provate a trovarmi un solo oggetto o attività che alla stessa cifra rappresenti un investimento di analogo valore di ricompensa nel tempo: una pizza con gli amici? Una ricarica telefonica? Una t-shirt comprata al mercato? Due biglietti del cinema? No: un disco che abbiamo amato lo abbiamo ascoltato centinaia di volte, al costo di sole venti euro. Neanche un libro dona così tanto in termini di emozioni rinnovate.

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All’interno della crisi economica mondiale ed europea, la situazione economica del paese sta peggiorando rapidamente a seguito delle politiche del governo Monti. Le politiche neoliberiste praticate con grande forza e determinazione stanno producendo una pesante recessione economica e non hanno ovviamente alcun peso nel mitigare la speculazione finanziaria. In virtù di queste politiche la situazione sociale sta peggiorando con rapidità maggiore della stessa crisi economica ed è destinata ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi. Abbiamo un aumento della disoccupazione, una ulteriore perdita di potere d’acquisto di salari e pensioni e un drastico taglio dei trasferimenti alle regioni e agli enti locali che determinerà un ulteriore compressione del welfare e una ulteriore perdita di salario indiretto.

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di Alberto Burgio

Immaginiamo che al tempo della disputa tra geocentrici ed eliocentrici esistesse già un sistema dell'informazione simile all'attuale (televisioni, quotidiani e rotocalchi). E supponiamo che dalla vittoria degli uni o degli altri dipendessero le condizioni di vita della gente che da quelle televisioni e da quei giornali veniva informata. Come giudicheremmo, in questa ipotesi, una informazione che avesse sistematicamente nascosto la disputa e, per esempio, rappresentato la realtà sempre e soltanto sulla base della teoria geocentrica? Di questo, a mio modo di vedere, si tratta nella lettera sul "Furto d'informazione" che abbiamo inviato a molte agenzie di stampa e ad alcuni giornali nei giorni scorsi e che il manifesto (soltanto il manifesto) ha pubblicato integralmente in prima pagina. Il tema della nostra denuncia è l'«ordine del discorso pubblico» sulla crisi. Un tema concretissimo e materiale, produttivo di fatti altrettanto concreti, che recano nomi illustri: senso comune, ideologia, consenso.

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Intervista a Luciano Gallino

«Sono riusciti a far credere a milioni di persone che la situazione è talmente grave che bisogna stare zitti. Il capolavoro è stato convincere che il primo problema sia la spesa pubblica e non, ad esempio, l’immenso drenaggio di risorse pubbliche andate alle banche». Luciano Gallino, saggista, sociologo del lavoro e studioso dell’economia italiana, non vuole cantare nel coro di quello che chiama «il pensiero neo liberale» egemone in Italia e in Europa.
E’ uno dei motivi della mancanza di una reazione di massa ai tagli alla spesa e alla mancanza di lavoro?

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"Sosteniamo la lotta dei lavoratori che difendono il posto di lavoro. L’ordinanza è stata un positivo sasso nello stagno che ha obbligato tutti a muoversi e ha messo agli arresti un po’ di gente che merita di stare in galera.
La magistratura ha fatto un atto dovuto, supplendo a carenze della politica e del sindacato.
I responsabili della situazione esistente dai morti all’inquinamento sono i Riva che hanno fatto soldi sulle spalle dei lavoratori e inquinando l’ambiente. I lavoratori hanno capito che il nemico non sono i magistrati ma chi ha lasciato marcire la situazione, a partire da Riva per arrivare al governo.

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