di Giulietto Chiesa

I lettori di questo blog si saranno certo accorti che seguo con particolare attenzione gli sviluppi preparatori di alcune guerre, le prossime. Si tratta di Siria e Iran, due bersagli chiarissimi. Lo faccio perché sono certo che avranno effetti diretti sulle nostre vite e su quelle dei nostri figli.
Per questo uso le fonti migliori disponibili e, tra queste, proprio quelle di coloro che preparano la guerra. In genere sono bene informati. L’ultima – che qui commento – viene dal New York Times del 21 luglio scorso. Lo includo tra i fautori della guerra a pieno merito perché questo giornale è stato da sempre una delle portaerei del “sistema americano”.

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di Linda Chiaramonte

È seduto a tavola anche quest'anno Giovanni Bigi, più di ottant'anni sulle spalle, per mangiare il suo piatto di pastasciutta condita di antifascismo. Come accade ogni 25 luglio da circa vent'anni, da quando cioè, nel cortile della casa dei fratelli Cervi diventata museo, in un comune di campagna in provincia di Reggio Emilia, si è pensato di ricordare la pastasciutta preparata nel 1943 dalla famiglia Cervi e mangiata nella piazza del paese per festeggiare la caduta del fascismo.
Giovanni c'era anche sessantanove anni fa, ne aveva quindici, e ricorda tutto come se fosse ieri. «Il mattino del 25 luglio arrivò la notizia dell'arresto di Mussolini - racconta - e subito i fratelli Cervi pensarono di organizzare una grande manifestazione per festeggiare.

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di Domenico Naso

Thom Yorke, frontman dei Radiohead, ce l’ha a morte con le banche. Lo ha dimostrato chiaramente lo scorso weekend dal palco del BBK Festival di Bilbao.
Il rocker ha esortato gli spagnoli a scendere in piazza contro le banche, colpevoli della crisi del paese iberico: “Sappiamo che qui in Spagna state avendo molti problemi e non ci sono più soldi. Noi pensiamo che sia necessario scendere in strada a protestare: qualcuno vi ha rubato quei soldi, e quel qualcuno sono le banche”. I Radiohead non sono nuovi a prese di posizioni politiche e sociali, visto che in passato hanno supportato il movimento Occupy e hanno “prestato” un loro brano alla nuova campagna virale di Greenpeace.

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di Guglielmo Ragozzino

Cosa avrà deciso ieri pomeriggio il gip Patrizia Todisco? avrà davvero firmato «il provvedimento di sequestro (senza facoltà d'uso) degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto, oppure avrà accolto i miti, unanimi consigli di governo, padronato, sindacato metalmeccanico, ricamati sul giornale della Confindustria? Si sarà fidata dei mediatori della Regione? Per una volta, il giornale non aveva rampogne, ma comprensione e sostegno ai lavoratori che bloccavano le strade nazionali e il centro della Città, si addensavano intorno alle sedi della giustizia e della politica, per difendere il proprio lavoro e insieme l'azienda e i proprietari Riva.
Dal canto loro, i verdi - il presidente Bonelli è consigliere comunale a Taranto - descrivono una città divisa tra gli operai e chi non vuole morire di cancro.

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Il risultato delle elezioni amministrative di Palermo ci dice che è possibile scrivere una nuova pagina nella storia della Sicilia, di riscatto, di democrazia, di giustizia sociale, della legalità del bene comune.
Non è solo un’aspirazione, ma il punto di partenza obbligato per offrire una risposta credibile ed efficace alle politiche liberiste di Monti e alla crisi economica, con la loro scia di chiusure, licenziamenti, esodati, cancellazione dell’art.18, desertificazioni produttive, abbandono delle campagne, di precarietà e lavoro nero per i giovani, di 52%  di disoccupazione femminile, di tagli alla sanità e alle spese sociali, di attacco ai diritti e alle conquiste delle donne, a partire dalla 194.

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