di Carlo Freccero

L’interesse dell’appello “Furto di informazione” pubblicato sul manifesto non sta tanto, come dice il Corriere della Sera di ieri , nell’ennesima contrapposizione tra neokeynesiani e neoliberisti, quanto nell’aver affrontato per la prima volta il problema a priori, fuori dal puro contesto economico. L’appello è firmato da economisti ma pone piuttosto un problema filosofico. Tra qualche anno il neoliberismo di oggi rischia di venir letto dagli storici come il paradosso di un’epoca che impiega tutte le sue risorse a distruggere il benessere economico guadagnato nel tempo. Da piccolo avevo un libro di favole intitolato “Il tulipano screziato”. La storia raccontava la bolla speculativa del mercato dei tulipani nell’Olanda del ‘600.

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di Antonio Sciotto

Maurizio Landini è appena uscito dall'incontro con il nuovo presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, mentre in mattinata aveva partecipato a un'animatissima assemblea dei dipendenti. Propone quello che chiedono gli operai: ovvero che finalmente l'impresa e la politica bonifichino la città e creino produzioni sostenibili, senza perdere posti di lavoro. Nel contempo, però, il leader della Fiom ammette che i lavoratori stanno facendo un «salto culturale», e che prima erano in ritardo sul tema ambientale. Ancora, Landini commenta lo scontro tra l'amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne e la Volkswagen, propendendo con evidenza a favore delle ragioni della casa tedesca.

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di Paolo Borrello

Sarebbero almeno 600 milioni di euro le nuove tasse che gli studenti universitari dovrebbero pagare in seguito al decreto del governo Monti sulla “spending review”. Lo sostiene Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’UdU, Unione degli Universitari.
Infatti, attualmente, gli atenei fuorilegge che chiedono una tassazione eccessiva sono 35: in questi casi la tassazione supera i limiti fissati dalla legge per evitare tassazione troppo alte che vadano a negare il diritto allo studio universitario.
Con il decreto del governo Monti gli atenei fuorilegge passerebbero da 35 a 8.

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di Giuseppe Grosso

Mai così male: secondo i dati diffusi ieri dall'Agenzia nazionale di statistica, la Spagna ha toccato nel trimestre in corso il record storico di disoccupazione. Quasi un quarto della popolazione attiva (il 24,6 %) non ha lavoro: 0,5 punti in più rispetto al precedente picco negativo, registrato nel 1994, e quasi un milione di posti di lavoro bruciati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Tutto questo a pochi mesi dall'ultima riforma del lavoro targata Partido Popular, che, alla prova dei fatti, disattende in maniera eclatante l'obiettivo dichiarato di voler risollevare il mercato del lavoro.

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di Gianni Rossi

Il traballante vascello Europa si è gettato incautamente  tra i gorghi della “tempesta perfetta” finanziaria, economica e politica, senza più un timoniere che lo possa far uscire dai flutti, seppure con l’albero maestro spezzato e le vele squarciate.
L’estate porta con sé l’irrazionalità dei mercati, la voracità degli speculatori e l’assenza decisionale della politica; sirene tragiche che potrebbero trasformare in incubo il sogno dell’Unione Europea, come ce l’avevano tramandato i “padri fondatori” nel secondo dopoguerra: un’unica comunità al riparo da ulteriori guerre fratricide e da sconquassi economici e sociali.

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