di Luca Fazio

Più o meno come Dio, il Pd di Milano c'è. Non si vede, ma c'è. A volte discute anche, si rosola nell'etica, lancia anatemi e tiene occupata l'aula consiliare di Palazzo Marino fino a notte. Una prima assoluta. Ci sono, e sembra che abbiano anche qualcosa da dire. Sulla famiglia, che deve essere roba loro se è vero che nessuno ha avuto il buon cuore di consigliare il silenzio ai «cattolici» di quel partito - la sotto categoria meno democratica - che ieri per tutta la giornata hanno continuato a blaterare di sani principi e sacra famiglia senza rendersi conto che stavano parlando da soli.

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di Carlo Petrini

Il malvezzo della politica italiana di aggirare i responsi dei referendum popolari complice il passar del tempo, l’immobilismo e qualche decreto legge, ieri ha subito una sonora lezione. Grazie a una sentenza della Corte costituzionale. Dichiarando inammissibile l’articolo 4 del decreto legge 138 del 13 agosto 2011, la Corte esplicita chiaramente il vincolo referendario che vieta la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.
Dinanzi a quel decreto legge voluto dal governo Berlusconi per aggirare il voto di milioni di italiani, bene ha fatto la Regione Puglia a ricorrere alla Consulta.

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di Ilaria Lani

“Togliere ai padri per dare ai figli”, quante volte ci siamo sentiti dire queste parole? Dopo mesi di retorica sulla riforma delle pensioni, adesso arriva il caso della Perugina. Il principio dovrebbe esser quello dell’equità intergenerazionale in una società in cui i figli sono sempre più esclusi dal lavoro, si vedono negata l’indipendenza economica e quindi la possibilità di essere adulti.
Nel BelPaese in cui l’arte dell’arrangiarsi è la norma questo motto si è tradotto così: “Togliere ai padri per dare ai (loro) figli”.

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di Alfonso Gianni

Dobbiamo all'appello contro il furto d'informazione, comparso pochi giorni fa su il manifesto e alle autorevoli firme che lo sottendono, se tra i caldi dell'estate si è infilato qualche refolo di dibattito economico. Se ne è accorta anche la grande stampa, proprio quella giustamente messa sotto accusa dai firmatari dell'appello. A essere puntigliosi dovremmo precisare che l'imputata principale è la stampa generalista, quella specializzata non ha potuto allo stesso modo nascondere la verità. Basta confrontare la differenza fra gli inserti economici di Repubblica o del Corriere della Sera e i loro contenitori.

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di Beppe Giulietti

“Lasciateli stare, non dategli corda,  Gelli e Fioravanti non meritano repliche…”, questo il parere di donne e di uomini che stimiamo, relative alle ultime provocazioni del duo massonico fascista. Per una volta non seguiremo il loro saggio consiglio, perchè a nessuno può essere consentito di dileggiare e disprezzare la strage del 2 agosto, la memoria delle vittime, il dolore dei familiari, tanto meno se lo possono permettere questi due figuri.
Non si può tacere perchè se hanno deciso di ridare loro la parola a pochi giorni dalla strage, si voleva e si vuole inquinare le acque alla vigilia della grande manifestazione di Bologna.

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