121112strisciadigazadi Franco Frediani
Ormai non fa più notizia, tanto che sembra quasi "una cosa normale", ma nella Striscia di Gaza si continua a morire! Tra giovedì 8 e domenica 11 novembre, 7 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco delle armi israeliane. La cronaca parla di vittime civili, giovanissime, tra le quali un ragazzino di 13 anni, Ahmed Younis Khader Abu Daqqa, ucciso mentre stava giocando a pallone con i suoi amici nel villaggio di 'Abassan, a est di Khan Yunis; una lista "irricivebile" che si allungherà nel pomeriggio di sabato 10, con l'aggiungersi di altre quattro giovani vite: Mohammed Ussama Hassan Harara (16 anni), Ahmed Mustafa Khaled Harara (17), Ahmed Kamel Al- Dirdissawi (18 anni), e Matar ‘Emad ‘Abdul Rahman Abu al-‘Ata di 19 anni.

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121108obamaromneydi Marcello Musto
A dispetto del mito del melting pot americano, fenomeno presente nelle città più cosmopolite, ma non certo nella maggior parte del paese, gli Stati Uniti sono una nazione ancora profondamente condizionata dalle appartenenze etniche.
Dall'inizio del XXI secolo, la comunità ispanico-latina, pari al 16% dell'intera popolazione, è divenuta la principale minoranza e si prevede che nel 2050 sia destinata a superare la soglia del 30%. La componente afroamericana costituisce, invece, circa il 13% dei cittadini statunitensi (alla fine del Settecento, in piena era schiavistica, rappresentava un quinto della popolazione) e il suo 57% vive negli stati del sud, dove sono concentrate anche le uniche 106 contee, su oltre 3.000, nelle quali la popolazione nera supera la metà del totale. Mississippi, Louisiana, Georgia, Maryland e Washington D.C. sono gli stati dove gli afroamericani oscillano tra il 30% e il 50% degli abitanti; mentre Carolina del Sud, Alabama, Carolina del Nord, Delaware e Virginia sono quelli in cui la stessa percentuale si aggira tra il 20% e il 25%.

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121109greciadi Inviatospeciale.com
Continua la pressione sul Paese in bancarotta perchè ‘mantenga gli impegni’ e ‘tagli’ tutto. Ma ormai la disoccupazione è al 24,4 per cento ed il ‘paziente’ è prossimo alla morte.
Il tasso di disoccupazione in Grecia è arrivato ad agosto al 25,4 per cento, nuovo livello record. A luglio era al 24,8 per cento e un anno fa 18,4.
La categoria più colpita sono i giovani compresi tra i 15 e i 24 anni, con un tasso di disoccupazione del 58 per cento, seguito dai 35-44enni, senza lavoro al 41 per cento. Dai 25 ai 34 anni i senza lavoro sono il 32,9 per cento.
In questo scenario da incubo il Parlamento ha approvato nuove misure d’austerità imposte dall’Ue, Fondo monetario e e definite da Simon O’Connor, portavoce del Commissario agli affari economici Olli Rehn, un “importante passo nella giusta direzione”.

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121108obamaromneyRedazionale
Una volta si diceva che l'uomo più potente del Mondo fosse il Presidente degli Stati Uniti d'America... Ammesso e concesso che fosse vero, e che le "sette sorelle" non fossero mai esistite, possiamo dunque continuare ad affermarlo? La risposta a questa domanda ci consegna probabilmente la chiave di lettura per riportarci sulla terra, e magari consentire ai tanti "dreamers" nostrani di riflettere con maggior pacatezza e buonsenso.  
La rielezione di Barack Obama può forse migliorare qualcosa entro i confini di quel grande paese, sempre che, il Presidente succeduto a se stesso, tenga conto dei molti errori fatti durante il primo mandato; ma vederla come una svolta, o quanto meno un risultato che possa fare la differenza in prospettiva di una ripresa da quella che è unanimemente riconosciuta come una crisi mondiale e strutturale, ci sembra davvero improbabile.

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121107obamadi Vladimiro Giacchè
Si direbbe che per una volta i mercati finanziari siano stati coerenti.
Wall Street aveva generosamente finanziato la campagna elettorale di Mitt Romney, e ha dato il benvenuto alla vittoria di Obama con perdite intorno al 2 per cento. Ma sarebbe semplicistico ridurre queste reazioni a semplice partigianeria.
Gli occhi degli investitori sono rivolti al cosiddetto “fiscal cliff” (“dirupo fiscale”), os- sia ai 607 miliardi di dollari di aumenti di tasse e tagli di spese che scatteranno automaticamente a gennaio se repubblicani e democratici non saranno riusciti a trovare un accordo sulle misure da prendere per affrontare il problema del debito pubblico, che ha raggiunto la cifra impressionante di 16.200 miliardi di dollari.

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