Cinema Nuovo Olimpia - Roma, 20 maggio 2013
Vorrei iniziare questa mia introduzione con alcune osservazioni di carattere generale, strettamente correlate anche se apparentemente non legate al tema del convegno.
La prima riguarda il quadro “culturale” generale nel quale ci muoviamo. Lo sintetizzo così, ovviamente e per forza di cose banalizzandolo e semplificando una realtà invece assai complessa: una ormai generalizzata sfiducia e “insofferenza” nei confronti della politica e delle istituzioni che produce rifiuto senza la forza di proposte di cambiamento. Le conseguenze sono da un lato una disperazione ed esasperazione generalizzata vissuta in totale solitudine data l’assenza di soggetti, politici e sindacali, legittimati alla rappresentanza, nei quali riconoscersi e con i quali battersi per uscire dalla propria condizione e dall’altro – da parte di chi invece continua in qualche modo a lottare collettivamente – una sorta di riappropriazione di ciò che è considerato un diritto, ma in forme in qualche modo “privatistiche”, non generalizzabili e non prefiguranti una nuova e diversa forma di Stato. Il risultato è un senso comune diffuso frutto della sconfitta culturale e sociale di tutti questi anni, incapace di elaborare un nuovo modello di società.