120927cinecittaocupataRifondazione comunista conferma il suo sostegno incondizionato alla lotta dei lavoratori di Cinecittà. Nonostante l’arroganza padronale con cui Abete si è presentato anche alla Commissione cultura della Camera ribadendo la minaccia dei licenziamenti, i lavoratori riuniti in assemblea con la loro “rabbia lucida” hanno deciso di “sospendere” lo sciopero durato 85 giorni per riverificare pubblicamente la reale volontà di Abete e Della Valle di discutere con i lavoratori il piano di ristrutturazione degli Studios e la loro reale volontà di investire in un progetto culturale e industriale di rilancio della produzione cinematografica.
L’arroganza dei proprietari della società che - grazie alle sciagurate politiche di privatizzazione degli anni 90 attuate dal centrosinistra - gestiscono il bene pubblico “Cinecittà studios” si spiega solo con la certezza di poter contare su appoggi trasversali e sul silenzio totale delle istituzioni e dei partiti che appoggiano questo governo.
Rifondazione riafferma la necessità che Cinecittà torni ad essere pubblica, unica e indivisibile, che si metta in campo un piano pubblico di rilancio di tutto il settore cinematografico e che si ponga immediatamente fine a qualsiasi tentativo di speculazione edilizia a Cinecittà.
Rifondazione comunista sarà a fianco dei lavoratori degli studios e di tutte le lotte che decideranno di mettere in atto.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Dopo l’Italia si vuole commissariare anche la Rai? Il Partito democratico non è riuscito ad ottenere un decreto di riforma della governance che prevedesse un amministratore unico “padrone assoluto” della Rai e adesso propone il commissariamento del servizio pubblico radiotelevisivo.
Tutto questo, dice, perché non vuole partecipare alla spartizione partitica delle nomine. Non occorre il commissariamento, basta non farlo.
Perché non propone come membri del consiglio di amministrazione personalità del mondo della cultura, dell’informazione, del lavoro e della produzione culturale, che potrebbero garantire professionalità indipendenza e autonomia non solo dai partiti ma anche dai governi?
Il Parlamento avrebbe così tutto il tempo per elaborare insieme alle forze culturali e sociali una riforma vera e realmente democratica della più grande industria culturale del paese.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Roma, 20 marzo 2012

120202raiTutte le rappresentanze dei giornalisti italiani – dall’Usigrai alla Fnsi, dall’Ordine all’Inpgi – hanno inviato un appello al presidente del Consiglio per sollecitare “un’iniziativa che consenta la riforma della governance Rai”. “Qualunque iniziativa deciderà di assumere… - continua l’appello - troverà in noi convinti sostenitori. In particolare per quanto riguarda la fonte di nomina, siamo certi che vorrà individuare una proposta che ponga fine a ogni interferenza dei governi, delle forze politiche e delle lobby sul servizio pubblico radiotelevisivo…”.

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Sono diverse le ragioni per cui come Rifondazione abbiamo pensato di organizzare – anche un po’ in fretta – questo incontro su Cinecittà-Luce.

La prima riguarda ovviamente il merito, e cioè che consideriamo inaccettabile quanto avvenuto e sta avvenendo a Cinecittà-Luce.

Ma abbiamo ritenuto giusto organizzarlo in questo momento perché siamo in un brevissimo periodo di “transizione”, in una brevissima pausa di attività politica. Il ministro Galan ha dovuto interrompere la sua frenetica attività di nomine (ma ha fatto in tempo a fare danni anche gravi), è appena nato il nuovo governo dei “tecnici” ed è appena stato nominato il nuovo ministro per i beni e le attività culturali. A dire il vero – a prescindere dal giudizio politico che Rifondazione dà su questo governo – ci si aspettava che proprio in un governo di esperti fossero perlomeno le competenze nei rispettivi settori a guidare la scelta dei ministri. Ma per la cultura sappiamo bene che spesso – molto spesso - non è così. Ci auguriamo quindi che il professor Ornaghi prima di prendere qualsiasi iniziativa politica decida di dare immediatamente il via alle consultazioni con le forze sociali e culturali del settore e con tutte le categorie professionali.

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Rifondazione comunista è a fianco dei lavoratori dello spettacolo e della cultura che il 2 settembre hanno occupato il Teatro Marinoni di Venezia.
Sosteniamo e sosterremo le loro lotte in difesa dei luoghi della cultura abbandonati e della produzione culturale massacrata da questo governo.
Siamo e saremo con loro e con tutte le forze culturali nelle battaglie a sostegno di tutte le espressioni artistiche, di una reale circolazione delle opere, di una produzione culturale indipendente e liberata dalle logiche di mercato. Nelle battaglie per la costruzione su tutto il nostro territorio di luoghi realmente pubblici di produzione, sperimentazione, ricerca, formazione e fruizione della cultura. Nelle battaglie per un vera normativa antitrust che liberi un mercato drogato dalla presenza di monopoli che impediscono una reale circolazione delle opere, e quindi delle idee.
Siamo e saremo con loro e con tutte le forze culturali che si battono per un intervento pubblico che garantisca finanziamenti certi e trasparenti alla cultura, alla sua produzione e ai suoi luoghi di fruizione, nella convinzione che solo il sostegno dello Stato possa consentire il pluralismo espressivo e produttivo e costituire la base per una ripresa e un reale rinnovamento della vita culturale del nostro paese.
Siamo a saremo con loro e con tutte le forze della cultura nella battaglia in difesa del lavoro e dei fondamentali diritti dei lavoratori.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Roma, 3 settembre 2011

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