Dopo il cosiddetto “Rinascimento napoletano”, promesso dal Bassolino sindaco e solo in minima parte attuato durante il suo mandato , la nostra città versa, ormai da oltre un quinquennio, in una condizione drammatica sotto molteplici aspetti. Una criminalità organizzata sempre più forte e padrona del territorio -a dispetto delle dichiarazioni entusiastiche e di mera propaganda del ministro Maroni - ; la disoccupazione in crescita esponenziale, soprattutto tra i giovani; la sanità allo sfascio e, su tutto, l’inenarrabile vergogna dello scandalo dei rifiuti, che ha consegnato al mondo intero l’immagine di una Napoli che costerà fatica far dimenticare, disegnano il quadro sconfortante che ci si presenta alla vigilia delle elezioni amministrative per il rinnovo della carica di sindaco.

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Futuro, Lavoro, Dignità

Per le ragazze e i ragazzi, le donne e gli uomini in ogni età della vita

LA SOLUZIONE C’E’ !

Sostenendo il reddito dei più deboli

Tagliando le tasse ai lavoratori e pensionati, Introducendo un reddito sociale per i disoccupati, garantendo la cure agli anziani non autosufficienti.

Come?

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Continua l’opera di distruzione della cultura italiana, delle sue istituzioni e del suo patrimonio da parte del governo Berlusconi. Mentre è ancora in atto la lotta dei lavoratori e di tutte le organizzazioni del cinema italiano contro il rischio di speculazione immobiliare nell’area di Cinecittà, oggi a causa dei tagli al Fondo unico dello spettacolo è a rischio la vita stessa di Cinecittà Luce.

Con un finanziamento per il 2011 di soli sette milioni e mezzo, si decreta di fatto la morte di una istituzione prestigiosa e conosciuta in tutto il mondo, di un archivio che possiede materiali di valore storico inestimabile, di un’attività insostituibile e vitale per il cinema italiano, in particolare in un momento di crisi come quello attuale: la produzione di documentari e di opere prime e seconde, la distribuzione di film d’autore, la promozione in Italia e all’estero. Tutto questo avrà inoltre ripercussioni enormi sui posti di lavoro di tutto il settore.

Rifondazione comunista chiede che Cinecittà torni ad essere un’istituzione interamente pubblica sostenuta da finanziamenti certi per poter ritornare a svolgere il suo ruolo istituzionale di volano della produzione cinematografica di qualità. I fondi ci sono: mentre si tagliano le risorse per la scuola, l’università, la ricerca e la cultura, le spese militari nel nostro paese sono aumentate del 49 percento rispetto al 2000. Il nostro paese ha bisogno di investimenti in cultura e conoscenza, non in armamenti.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Roma, 8 marzo 2011

La nomina dei nuovi direttori del teatro Argentina di Roma e del Mercadante di Napoli è l’ennesima prova della volontà di questo governo di distruggere il pluralismo culturale, la libertà d’espressione, la ricerca, l’innovazione e la sperimentazione. La cultura fa paura e va controllata, con tutti i mezzi. Ma è la prova anche dell’inesistenza di una vera opposizione istituzionale con un progetto culturale alternativo.

Le nomine delle direzioni artistiche dei teatri stabili devono avvenire in base a concorsi pubblici e su progetti culturali almeno triennali, altrimenti finiranno sempre nelle mani dell’ assessore di turno, più o meno “illuminato”.

Lo spettacolo dal vivo ha bisogno di una vera riforma di sistema, di poter contare su risorse certe e su metodologie trasparenti; i teatri pubblici devono poter diventare luoghi realmente pubblici di formazione, di sperimentazione e di ricerca, legati al territorio e aperti ai giovani e alle scuole.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Roma, 21 dicembre 2010

Dalla Costituzione della Repubblica italiana:

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo:

“Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.” 
 
Documento del Dipartimento cultura del Prc

LAVORO CREATIVO 
Arte, diritti, rete

“Rifondazione comunista considera la conoscenza e in essa la cultura un bene comune, come l’acqua, un diritto inalienabile e non privatizzabile, come la salute. 
E poiché è un bene comune e un diritto inalienabile, lo Stato deve mettere in atto politiche pubbliche che garantiscano a tutti il diritto di accesso alla produzione della cultura e il diritto di accesso alla fruizione della cultura.

Diritto di accesso alla produzione

Noi pensiamo che alla base di qualunque politica per garantire l’accesso alla produzione debba esserci il riconoscimento del lavoro creativo e artistico come lavoro e che quindi vada riaffermata con chiarezza l’importanza di leggi che tutelino:

1. il diritto d’autore come diritto al compenso economico del lavoro creativo ed artistico. Diritto irrinunciabile; 
2. il diritto d’autore come diritto morale: diritto cioè al controllo dell’integrità e del destino della propria opera. Diritto non contrattabile ed irrinunciabile; 
3. il copy left come diritto di scelta autonoma dei singoli autori, relativo esclusivamente al compenso economico; 
4. la possibilità di utilizzare un regime di creative commons per gli autori che autonomamente scelgano di farlo, con l’assistenza informativa della Siae; 
5. la “copia privata”, il compenso cioè sotto forma di “risarcimento” per la possibilità di riproduzione privata per uso personale e senza scopo di lucro di un’opera diffusa sui canali televisivi pubblici e privati;  
6. l’ “equo compenso”, la remunerazione spettante agli autori di opere cinematografiche per la messa in onda delle loro opere (comprese le repliche) sui canali televisivi pubblici e privati.

Diritto di accesso alla fruizione

Perché la conoscenza sia realmente un bene condiviso, noi pensiamo che vadano attuate politiche che garantiscano il diritto di accesso alla fruizione della cultura e che si basino, tra l’altro, su:

1. riduzione dell’iva al 4 percento per tutti i prodotti e le attività culturali;

2. possibilità  di scaricamento di opere audiovisive o musicali dalla rete ad esclusivo uso personale. L’autore viene risarcito dal provider con una sorta di royalty sugli abbonamenti, tramite cioè la costituzione di un “fondo unico per il lavoro creativo” sul quale viene versato il 50 % dell’iva proveniente dai costi di connessione alla rete. Le entrate del Fondo saranno ripartite tra gli autori le cui opere sono state messe a disposizione in rete e scaricate gratuitamente;

3. lotta alla pirateria a fine di lucro;

4. depenalizzazione dello scaricamento illegale ad esclusivo uso personale;

5. tariffe agevolate per i minori di 18 anni in tutti i luoghi di fruizione della cultura: teatri, cinema, musei, concerti, biblioteche, archivi, eccetera;

6. estensione a tutto il territorio dell’accesso alla banda larga;

7. per tutti gli archivi pubblici e tutti i soggetti finanziati da canone (cineteca nazionale, discoteca di Stato, archivi Rai, Biblioteca nazionale, eccetera) obblighi di:

a. fornire gratuitamente copia delle opere conservate alle scuole pubbliche;

b. fornire gratuitamente copie delle opere conservate per esclusivo uso culturale;

c. fornire gratuitamente all’autore per uso personale brani o parti della propria opera;

d. fornire gratuitamente brani o parti delle opere conservate per opere di montaggio che abbiano esclusivamente uso culturale e che non siano destinate alla commercializzazione. La trasmissione di opere di montaggio da parte della Rai – in quanto società concessionaria di un servizio pubblico – è da considerarsi “uso culturale”. Altra cosa è naturalmente se la Rai “commercializza” tali opere;

e. garantire l’accesso al pubblico dei propri archivi. 

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