Basta soldi a pioggia a tutti, ma solo alle imprese, niente aumenti in busta paga, libertà di licenziamento. E’ questo il contenuto della lettera che il presidente di #Confindustria ha inviato agli industriali. Gli obiettivi del falco Bonomi, in continuità con le posizioni ultraliberiste da quando è stato eletto, sono due: mantenere alta la pressione sul governo in vista delle decisioni su cassa integrazione e blocco dei licenziamenti e sulla destinazione dei fondi del recovery fund da una parte e l’invito ai propri associati a sostenere la linea con “tutta la risolutezza necessaria” in vista della ripresa degli incontri con i sindacati a settembre dall’altra.

Ma la lettera è soprattutto un attacco durissimo ai diritti del #lavoro, al salario e ai contratti nazionali, proprio mentre più di 10 milioni di lavoratori attendono da anni la firma del contratto.
La missiva mette sotto attacco tutte le forme di sostegno al #reddito delle persone in difficoltà, così come “l’eccesso di spesa” per la previdenza perché sottrarrebbero risorse alle imprese.
Attacca il binomio Cig-blocco dei licenziamenti perché impedirebbe i processi di riorganizzazione e ristrutturazione necessari per il rilancio e l’innovazione nelle produzioni.
Esprime un veto secco agli aumenti salariali in busta paga, aprendo al massimo a piccole concessioni in termini di welfare aziendale che com’è noto gode di forti sgravi fiscali a carico della collettività e agli aumenti nei contratti aziendali legati alla produttività.
Il senso generale del Bonomi pensiero è riassunto nell’attacco al diritto di cittadinanza in generale a favore di politiche del lavoro improntate agli Hartz tedeschi per mettere a regime un lavoro marginalizzato e precario. In realtà l'Italia è già un paese con salari da fame e estesissima precarizzazione del lavoro. Dopo tre decenni di "riforme" dettate da Confindustria invece di riflettere sul loro fallimento questi moderni schiavisti perseverano in maniera diabolica. Anche di fronte alla pandemia mostrano la loro irresponsabilità sociale.

Le proposte di Bonomi e dei quotidiani padronali vanno respinte.
La risposta a tanta tracotanza dovrebbe essere un autunno di mobilitazioni e di lotte unitarie su piattaforme che unifichino tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, stabile, precario e marginale, dei giovani, delle donne, dei pensionati, in difesa del salario e del reddito, dei diritti, dell’occupazione.

La migliore difesa è l'attacco.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Rifondazione Comunista sostiene le lavoratrici e i lavoratori della #sanitàprivata, 100 mila in tutta Italia oggi in lotta per il rinnovo del contratto nazionale che i padroni rifiutano di firmare nonostante sia scaduto da 14 anni e le loro aziende vivano grazie ai soldi pubblici.
Solo un’arroganza senza limiti può spiegare che si arrivi perfino a rinnegare una preintesa siglata solo due mesi fa e la mancanza di vergogna nel lasciare senza contratto lavoratori e lavoratrici che hanno continuato a lavorare nei mesi del lockdown e per di più in condizioni di scarsa sicurezza, riduzione delle tutele e costantemente sotto ricatto.
Rifondazione Comunista sostiene la giornata di lotta con presidi davanti alle prefetture indetta in tutta Italia da di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl contro “soggetti che non meritano di lavorare con soldi pubblici”.
Basta padroni predoni coi soldi pubblici!

Revocare convenzioni con la sanità privata! Riassorbire personale nel pubblico!

Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

sanitap

Come in molti avevamo temuto, sperando di sbagliarci, parte molto male per il sistema auto del nostro paese il matrimonio Fca-Psa.
E’ di oggi la notizia che Fca ha interrotto bruscamente i rapporti con molti fornitori di elementi per le citycar in Italia, chiedendo di interrompere immediatamente tutte le attività di ricerca, sviluppo e produzione per le auto più piccole del brand, che d’ora in poi verranno costruite con il "modello francese" , senza peraltro dare indicazioni sulla possibilità di riconvertire l'indotto per la costruzione dei nuovi elementi necessari.
La scelta , se confermata, rischia di produrre conseguenze gravissime sull’indotto italiano costituito da mille aziende in cui lavorano 58 mila operai.
Dopo le minacce di ridimensionamento e chiusura degli stabilimenti di Brescia e Lecce da parte di CNH, anch’essa controllata dalla famiglia Agnelli, l’annuncio odierno rischia di suonare come una conferma del disimpegno dall’Italia della società di diritto olandese, ieri Fiat, tra i principali responsabili della crisi terminale della produzione automobilistica Italiana.
L’altro grande responsabile il governo attuale che, come quelli precedenti non ha uno straccio di politica industriale limitandosi a erogare incentivi; che mentre la Francia poneva precise condizioni alla fusione Fca- Psa stava a guardare e in più garantiva 6 miliardi di prestiti a Fca.
Il PRC è impegnato a sostenere un rilancio delle lotte che coinvolga tutte le lavoratici e i lavoratori del settore perché solo così sarà possibile salvare contemporaneamente l’occupazione e il futuro dell’automotive in Italia.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale PRC-S.E.
Antonello Patta, Responsabile lavoro PRC-S.E.

Apprendiamo da un comunicato stampa del SICOBAS nazionale di una grave aggressione ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori in sciopero alla TNT-FEDEX di San Giuliano Milanese (MI) messa in atto dalle guardie private assoldate dalla multinazionale americana che hanno aggredito le/i scioperanti con pistole taser.

Un fatto ancor più grave perché arriva dopo una precedente aggressione avvenuta la scorsa settimana con modalità simili. E’ inammissibile l’utilizzo di guardie private, ancor più se armate, per reprimere le giuste rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori; la cosa risulta ancora più grave in quanto colpisce dipendenti come quelle/i della logistica e trasporti che dall’inizio della pandemia in poi, si sono trovate/i ad operare spesso in condizioni difficilissime causate dall’aumento dei carichi di lavoro ed esposte/i ad alto rischio come si vede dai contagi diffusi ancora oggi nel settore.

Rifondazione Comunista è al fianco di queste lavoratrici e di questi lavoratori, denuncia la gravissima situazione e chiede con forza che chi di dovere intervenga per far luce su quanto accaduto ed impedire che simili fatti si ripetano.

Antonello Patta – responsabile nazionale dipartimento lavoro
Fabrizio Baggi – segretario regionale Lombardia, Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Pensionati e lavoratori si mobilitano in diverse parti d’Italia con scioperi e manifestazioni promosse da CGIL CISL E UIL insieme ai sindacati dei pensionati e della sanità, a partire da domani a Trieste. Gli anziani sono la "categoria" più colpita dal Covid e dai tagli alla sanità pubblica che hanno colpito pesantemente la medicina territoriale e i servizi di prevenzione e indebolito tutto il sistema. Il diritto alla salute previsto dall'art. 32 della Costituzione va tutto riconquistato, attraverso un piano per le assunzioni di personale sanitario nelle strutture pubbliche dopo anni di piante organiche bloccate e di aumento intollerabile del precariato in sanità, il rafforzamento della prevenzione, dei servizi territoriali e della diagnostica.

Va attivato immediatamente un piano per il recupero del pesantissimo ed ormai, per le persone, insostenibile allungamento dei tempi e delle liste di attesa per la diagnostica, interventi programmati e sospesi, visite specialistiche; insomma bisogna che a livello nazionale ci si doti di un vero e proprio piano strategico con assunzioni e investimenti adeguati per garantire davvero il diritto alla salute e alla cura.

Rifondazione Comunista sostiene la lotta degli anziani e dei lavoratori promossa dai sindacati confederali che prevede la manifestazione di domani a Trieste, lo sciopero contro le politiche dell'Azienda Sanitaria del Friuli occidentale il 24 a Pordenone e il 23 luglio di nuovo una manifestazione a Pescara, davanti all'assessorato regionale alla sanità per ottenere un piano straordinario per la medicina territoriale.

Rifondazione comunista da tempo rivendica il rilancio di un Servizio Sanitario Nazionale fondato su prevenzione, diagnosi e cura con una fitta rete di servizi sociosanitari sul territorio così come previsto dalla legge 833. Perciò saremo in piazza a sostegno della giusta lotta dei pensionati, dei lavoratori del settore sanitario e delle tante persone che vivono con angoscia la propria condizione di attesa per poter ricevere, le cure necessarie.

Rosa Rinaldi, Segreteria nazionale PRC-S.E.
Antonello Patta, Responsabile lavoro PRC-S.E

Rifondazione Comunista sostiene la lotta dei lavoratori e lavoratrici della Whirlpool oggi in sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo contro la chiusura dello stabilimento di Napoli visto come l’inizio di un disimpegno del gruppo dall’Italia. Tutto ciò mentre in fabbrica si lavora a pieno regime con tutti e 420 i lavoratori in produzione, il mercato del bianco tiene e la Whirlpool è in espansione nonostante la crisi da Covid. Con queste premesse ci si aspetterebbe dalla multinazionale americana un piano industriale di rilancio produttivo e occupazionale e invece no: dopo anni di accordi disattesi, rinvii e piani alternativi truffa la Whirlpool insiste sul progetto di chiusura dello stabilimento di Napoli che lascerebbe senza lavoro i 420 dipendenti e almeno 1000 dell’indotto e sarebbe un duro colpo all’economia del territorio.

E ha anche l’arroganza di dichiarare che la produzione verrebbe spostato in Polonia o in Turchia confermando, appunto, che non esiste un problema di mercato. La chiusura del sito produttivo di Napoli rappresenterebbe l’ennesima vittoria di una globalizzazione antisociale in cui alle imprese viene concessa la libertà di muoversi liberamente all’inseguimento del massimo profitto scaricando i costi sui lavoratori trattati come merci da spremere fino all’osso e buttare quando si presenta l’occasione di maggiori utili.

Pratica possibile da molti anni in Italia grazie a governi che nonostante il declino del tessuto produttivo del paese insistono caparbiamente a credere nelle virtù progressive dei mercati come dimostra il regalo ai Benetton nella vicenda autostrade. Per questo giustamente la lotta dei lavoratori della Whirlpool chiama in causa non solo la multinazionale proprietaria, ma anche il governo che senza neanche uno straccio di politica industriale finisce, come dicono esplicitamente Fiom, Fim e Uilm, per assecondare gli obiettivi della proprietà. Siamo con i lavoratori della Whirlpool per l’unica conclusione accettabile per Napoli e per il Paese: la salvaguardia integrale delle produzioni e dell’occupazione!

E' ora di dire basta al dumping salariale dentro i confini dell'UE: va fissato un salario minimo europeo dentro un mercato comune per evitare che i lavoratori siano messi gli uni contro gli altri mentre il nemico è chi fa profitto sui differenziali salariali. E' inaccettabile poi che la Turchia, con la repressione antidemocratica che la caratterizza, sia divenuta il paradiso dei delocalizzatori. E' ora che su scala nazionale e europea la classe lavoratrice lotti su una piattaforma avanzata e internazionalista. Il nemico dei lavoratori non sono gli immigrati ma una classe capitalista socialmente irresponsabile che li sfrutta in un mercato dove lor signori sono liberi di fare affari sulla pelle di una classe lavoratrice ricattabile e contrattualmente debole.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Rifondazione Comunista sostiene la lotta dei 700 lavoratori della CNHI di Lecce oggi in sciopero di quattro ore con presidio davanti ai cancelli in risposta alla scelta dei vertici aziendali di rimangiarsi gli accordi sottoscritti appena tre mesi fa, che prevedevano addirittura un aumento della produzione.
Siamo ancora una volta di fronte a scelte di multinazionali lasciate libere di inseguire il massimo profitto nell’indifferenza più totale per il destino delle persone e i processi di desertificazione industriale del nostro paese. La lotta dei lavoratori è la giusta risposta contro il rischio chiusura di uno stabilimento che rappresenta il principale insediamento produttivo della zona industriale di Lecce. E vuole essere un forte richiamo al governo, che ha appena concesso agli Agnelli, che controllano l’azienda, la garanzia pubblica per un prestito di 6,2 miliardi, ad assumersi le proprie responsabilità. E’ ora che dopo anni di totale sudditanza alle logiche del profitto e dei mercati responsabili del declino economico e produttivo del paese si cambi rotta; si mettano in campo politiche industriali per la salvaguardia dell’occupazione e delle produzioni in un progetto di riconversione ambientale e sociale dell’economia. Siamo con la lotta dei lavoratori della Cnhi di Lecce nella convinzione che solo una ripresa delle mobilitazioni che sappiano unire lavoratori e lavoratrici stabili con i non garantiti, disoccupati o precari senza tutele, pubblici e privati, migranti e non potrà costringere governo e padroni a cambiare. Per questo occorre che l’intervento a salvaguardia dell’occupazione e dei siti produttivi sia accompagnato da

-riduzione dell’orario a parità di salario
-innalzamento dei livelli salariali a partire dalla chiusura dei contratti aperti
-reddito universale per tutte e tutti quelli senza lavoro e salario dignitoso
-stabilizzazione dei precari a partire dalla sanità e dalla scuola
-un salario minimo garantito in tutti i settori con eliminazione dei contratti precari e pirati

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista –Sinistra Europea

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Come Rifondazione Comunista esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori della FIAC di Pontecchio Marconi in lotta da due mesi per la difesa dell’occupazione.

Condividiamo la rabbia e la preoccupazione dei dipendenti dopo l’incontro di oggi chiusosi senza risultati per la chiusura arrogante della dirigenza.
La loro lotta si scontra con l’ennesima multinazionale che dopo anni di lauti profitti vuole spostare le produzioni inferendo un altro duro colpo all’occupazione e all’economia del territorio, mentre le istituzioni locali e nazionali stanno di fatto a guardare.
Non possiamo non sentire come nostra la generosissima lotta delle e dei dipendenti di questa azienda che come molti altri in tutta Italia sono impegnati in difesa non solo del posto di lavoro, ma di un tessuto produttivo nazionale sempre più impoverito .
Ma abbiamo il dovere di evitare che questo sia l’ennesimo atto del tristissimo stillicidio, che dura da anni, di lotte, anche eroiche destinate alla sconfitta
Allora dobbiamo dire con forza che, di fronte a governi che lasciano i destini dell’occupazione e dell’economia del paese nella disponibilità completa di industriali e finanzieri che vanno e vengono a loro piacimento, solo l’unificazione delle tante singole resistenze in una nuova grande stagione di lotte potrà invertire la tendenza alla desertificazione industriale produttiva.
Solo così sarà possibile obbligare il governo a definire un progetto per il futuro produttivo del paese da realizzarsi con politiche industriali che coniughino tutela ambientale, innovazione e lavoro di qualità.
Con questi obiettivi sosteniamo con forza i lavoratori e le lavoratrici della Fiac che nell’assemblea odierna hanno deciso di intensificare la lotta.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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La ministra Lamorgese lancia l’allarme sul rischio tensioni sociali in autunno come “esito di questo periodo di grave crisi economica” perché, chiarisce la ministra, “vediamo negozi chiusi, cittadini che non hanno nemmeno la possibilità di provvedere ai propri bisogni quotidiani”. Per evitare tensioni diciamo alla ministra e al governo c'è necessità di misure che impediscano il prodursi del disagio sociale. Innanzitutto va garantito un reddito a tutte/i per tutte le persone prive di forme di sostentamento adeguate a una vita dignitosa. E misure per affrontare la crisi che mettano al primo posto i diritti delle persone:

- un piano nazionale del lavoro da realizzare nella riconversione ambientale dell’economia, nella ricostruzione della sanità e della scuola pubbliche, nella salvaguardia e messa in sicurezza del territorio.
- la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario
- un salario minimo per legge in tutti i settori economici e produttivi.

Abbiamo la sensazione che senza protesta sociale il governo non avrà il coraggio di una svolta. Davanti a disoccupazione, povertà e perdita di diritti tifare rivolta è un rivolta. Come insegnano Francia agli Usa chi sta in basso per farsi ascoltare deve lottare per i propri diritti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Le rappresentanze sindacali in CNHI hanno dichiarato lo stato d’agitazione contro il rischio chiusura degli stabilimenti di Brescia, 2000 dipendenti e Lecce 700 dipendenti annunciato dalle dirigenze aziendali, rimangiandosi gli accordi sottoscritti appena 3 mesi fa, in un incontro tenutosi ieri. Consideriamo una vera e propria provocazione che la minaccia arrivi proprio nella giornata in cui i #metalmeccanici delle aziende in crisi sono in piazza per protestare contro lo smantellamento del sistema produttivo italiano.

E’ inoltre gravissimo che i vertici aziendali facciano trapelare la possibilità di spostare le produzioni in Germania pronta ad accoglierli con sussidi e agevolazioni statali ben più consistenti di quelli italiani. Alla faccia dei richiami all’unità e alla coesione nazionale. Valgono solo per richiamare i lavoratori ai sacrifici.

CNHI è una società del gruppo Exor, sede in Olanda, controllata dalla famiglia Agnelli che ha appena ricevuto per Fca, altra società del gruppo, 6,2 miliardi di prestiti con garanzia del governo, nonostante si appresti a distribuire la bellezza di 5,2 miliardi di dividendi ai soci.

Queste sono le logiche del capitale e del profitto, quelle a cui governi asserviti agli industriali e alla finanza, lasciano da anni le scelte economiche e produttive del paese, limitandosi a foraggiarli con soldi pubblici all’occorrenza.

E’ necessario impedire le scelte disastrose con cui anche questo governo i appresta ad affidare agli stessi soggetti e alle stesse logiche il furo del paese.

Per questo oggi siamo con i metalmeccanici in lotta, perché vogliamo una Repubblica fondata sul lavoro, non sul capitale.

Maurizio Acerbo - segretario nazionale
Antonello Patta - responsabile nazionale lavoro

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Oggi le lavoratrici e i lavoratori delle mense e delle pulizie si rendono visibili manifestando nelle piazze di 60 città italiane per rivendicare il diritto al lavoro e al reddito in occasione della mobilitazione indetta da Filcams, Fisascat e Uiltruc.

Vite precarie e dimenticate, le loro, in tempi normali, ora pagano ancor più di altri lavoratori le inadempienze e i ritardi di governo, Inps e regioni nell’erogazione delle risorse loro destinate.

Un fatto gravissimo se si tiene presente che stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori in grande maggioranza a part time che non percepiranno nulla per altri tre mesi in quanto e lasciati a casa ogni anno senza retribuzione e senza contributi pensionistici per tutto il periodo estivo.

E’ intollerabile e vergognoso che questa, come altre categorie e soggetti sociali più deboli siano quelli più colpiti da governi, altrimenti sensibili nei confronti delle grandi lobbies economiche e finanziarie. Piove sempre sul bagnato, governo ladro! Viene istintivamente da dire.

Le richieste avanzate a istituzioni finora sorde e arroganti al punto da rifiutare gli incontri sono le minime appena sufficienti per garantire reddito, sicurezza del lavoro e sul lavoro, rispetto e dignità. È indispensabile garantire reddito per tutte/i e reinternalizzare i servizi garantendo stabilità e diritti.

Il governo faccia meno passerelle con i potenti e ascolti di più il mondo del lavoro!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Fim, Fiom e Uilm manifestano insieme a sostegno delle proposte sindacali per la risoluzione di 100 vertenze aperte di aziende metalmeccaniche nella crisi prodotta dalla pandemia. Anche questa emergenza ha mostrato il fallimento di un modello sociale costruito sulla centralità dell'impresa e del profitto. E' ora di rivendicare la centralità del lavoro e dei suoi diritti.

Rifondazione Comunista sostiene questa mobilitazione nella consapevolezza che rappresenta solo l’inizio di un percorso di lotta necessario perché non siano i lavoratori a pagare le gravi ricadute produttive e occupazionali.

Lo “spettacolo mediatico” degli Stati Generali non riescono ad occultare il fatto che, rispetto alle risorse, le diverse ipotesi governative non forniscono risposte adeguate alla gravità della crisi.

Quella del PD per l’accesso immediato ai fondi MES, gonfia il debito pubblico e prepara sacrifici futuri che pagheranno i lavoratori non certo Confindustria che non a caso la sostiene con forza. Quella adagiata sull’attesa dei fondi europei del cosiddetto “Recovery Fund“ nasconde il fatto che arriveranno in ritardo quando molti danni produttivi ed occupazionali saranno già fatti.

Bisogna chiedere che la Banca Centrale Europea intervenga subito creando, tramite l’emissione di nuova moneta, un grande fondo a disposizione degli Stati per affrontare la crisi, così come richiesto da molti economisti. Questa opzione viene scartata dalle classi dirigenti europee e italiane per ragioni politiche: mantenere al guinzaglio le nostre società.

La destinazione degli investimenti conferma la sudditanza politica del governo alle imprese e ai mercati. Occorre dire con forza che la salvaguardia delle produzioni strategiche e dell’occupazione e la riconversione ambientale si possono realizzare solo con una forte ripresa della programmazione e di un ruolo pubblico, anche diretto, nell’economia a partire dalla nazionalizzazione di aziende strategiche.

Vanno respinte con nettezza le pretese di Confindustria di precarizzare ulteriormente il lavoro a cui si è accodato come al solito il PD.

Gli obiettivi della manifestazione, dal blocco dei licenziamenti alla necessità di investimenti legati all’occupazione, dalla sicurezza nei luoghi di lavoro alla contrattazione collettiva dello "smart working", vanno nella giusta direzione.

La mobilitazione del 25 può e deve essere l’inizio di una ripresa di una stagione di lotte unitarie per:

- ripristino dell’art.18 e azzeramento del jobs act e di tutte le leggi che hanno precarizzato il mondo del lavoro

- introduzione di un salario minimo legale di 9 euro l’ora netti da migliorare con i contratti e di un reddito minimo garantito senza condizioni per chiunque ne sia privo attraverso estensione e modifica della legge in vigore.

- riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario

- abolizione della legge Fornero

Se così non sarà, ancora una volta i padroni avranno facile gioco a prendersi i soldi e scaricare la crisi sui lavoratori e sulle lavoratrici.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale PRC-S.E.
Antonello Patta, Responsabile lavoro PRC-S.E.

Ai/le componenti il CPN Prc-Se
Ai/le componenti la Segreteria PRC-SE

Care compagne e cari compagni,

vi inviamo una nuova versione del documento sul "lavoro agile" integrato sulla base di un contributo sull'impatto del lavoro agile sulle donne, giunto dalle compagne Giovanna Capelli e Cadigia Perini.

Vi ricordiamo, inoltre, la riunione del gruppo lavoro nazionale che si terrà domani, martedì 16 giugno alle ore 21.00 via webex.
Chiediamo a chi intende partecipare, di inviare richiesta a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lavoro agile

Un caro saluto

Antonello Patta
Responsabile nazionale Lavoro PRC-SE

Care compagne e cari compagni,

Come sapete il governo in ossequio a tutto il mondo capitalistico/industriale ha avviato la cosiddetta fase 2 senza che spesso sussistano le condizioni minime per salvaguardare lavoratrici e lavoratori e col rischio di una ripresa dei contagi.

Mancano il personale e le strutture sanitarie a livello territoriale, il trasporto pubblico è totalmente impreparato tanto che si fa affidamento sull’uso dei mezzi privati, la gestione della salute e della sicurezza delle fabbriche è lasciata alla buona volontà degli imprenditori senza controlli preventivi e strutture che possano effettuarli nel tempo.

Noi abbiamo denunciato come irresponsabili queste scelte e il tentativo in atto su tutti i media di attribuire tutte le responsabilità di una possibile ripresa dei contagi ai cittadini indisciplinati.

Ma ora occorre che esercitiamo tutta la vigilanza possibile per documentare e denunciare tutti i casi nei quali cittadini e lavoratori, su mezzi di trasporto affollati o in luoghi di lavoro privi delle condizioni di sicurezza, vedono messa a rischio la propria salute.

Nel concreto chiediamo a regionali e federazioni di attivare circoli, iscritte/i e simpatizzanti per documentare tempestivamente con foto e video tutte le situazioni in cui palesemente non sono rispettate le regole di distanziamento e di prevenzione della diffusione del contagio.

Foto e video possono essere oggetto di comunicati sui media locali e nazionali ma anche di esposti e denunce.

Organizziamo la vigilanza dal basso sulla fase 2 dando voce a lavoratori e cittadini.

Buon lavoro

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Antonello Patta, responsabile nazionale Lavoro PRC-SE

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