Il ministro Brunetta annuncia in pompa magna 150mila assunzioni l'anno nella Pubblica Amministrazione. Non ci facciamo depistare da questo marketing governativo. Le 150.000 assunzioni di Brunetta coprono a malapena il turnover e restiamo molto lontani da quanto necessario per ridare vita a una pubblica amministrazione massacrata negli ultimi due decenni con tagli, esternalizzazioni e privatizzazioni.
Come sosteniamo da mesi un vero Recovery Plan dovrebbe avere come priorità assoluta il rilancio del pubblico per il quale bisognerebbe assumere e reinternalizzare almeno un milione di NUOVI dipendenti. Andrebbero poi cancellate le norme che impongono di non aumentare la spesa per il personale e impongono il proliferare di appalti che producono precarietà e peggiorano la qualità dei servizi. Siamo fortemente sotto le medie europee come numero dipendenti pubblici: in Svezia ci sono 170 addetti ogni 1.000 abitanti, nel Regno Unito 155, in Germania 147, in Francia 134, in Grecia 90 e in Italia 84. Questo gap incide non solo sulla qualità e la quantità dei servizi ma anche sull'occupazione. Tante competenze di giovani che escono dalle università non trovano uno sbocco nel nostro paese a causa delle politiche neoliberiste perseguite da centrodestra e centrosinistra.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Ancora una volta il sistema Fincantieri finisce sotto inchiesta per lo sfruttamento della manodopera e l'evasione nelle ditte dei subappalti.
Oggi è la volta di sette società albanesi a Porto Marghera ma il fenomeno riguarda praticamente tutti gli stabilimenti in giro per l'Italia.
Basta consultare un motore di ricerca per accorgersi che quello Fincantieri è un sistema marcio fondato sullo sfruttamento e l'illegalità.
Ma va soprattutto sottolineato che questo sistema è stato reso possibile dalle controriforme del lavoro dell'ultimo trentennio.
Questa giungla degli appalti e dei subappalti fino agli anni '90 non c'era. Fincantieri, come tutti i grandi gruppi industriali, doveva assumere direttamente e questo garantiva retribuzioni decenti, diritti e potere contrattuale per lavoratori.
Nel 1960 la sinistra e la CGIL avevano conquistato la legge 1369 che vietava espressamente l'intermediazione e l'interposizione di manodopera. Come scrisse la Corte di Cassazione in una sentenza nel nostro ordinamento era stato introdotto “il divieto di interposizione parassitaria nelle prestazioni di lavoro”.
Questa fondamentale conquista fu cancellata dal centrosinistra con il famigerato Pacchetto Treu e poi con il decreto legislativo 276 del 2003 del ministro leghista Maroni.
Le pseudo-riforme del lavoro sono criminogene e i grandi gruppi come Fincantieri non possono far finta di essere innocenti perchè sanno bene cosa accade.
La Fincantieri è un'azienda pubblica. Dia l'esempio re-internalizzando tutto quanto è stato subappaltato.
Destra e centrosinistra sono corresponsabili di questa situazione.
Le inchieste sono benvenute ma per risolvere il problema bisogna abolire le norme neoliberiste di precarizzazione del lavoro.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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Nell’anno del covid in Italia sono andati in fumo circa un milione di posti di lavoro; è un vero e proprio tsunami che si abbatte su un contesto sociale già popolato da un esercito di disoccupati e precari, rendendo insostenibile una situazione sociale già difficilissima.

E’ una strage quella fotografata dagli ultimi dati istat relativi al mese di febbraio del 2021 nel quale si sono registrati 22.197.000 occupati, 945.000 in meno rispetto al febbraio 2020.

A rendere la situazione ancor più drammatica, al crollo dell’occupazione del 4,1% si aggiungono un consistente aumento del numero degli inattivi che arrivano al 37%, un aumento generale della disoccupazione che arriva al 10% con quella giovanile che balza al 31,6% .
Tra gli occupati ad esser più penalizzati, piove sul bagnato, sono i più giovani con un calo del 14,7% di occupati tra i 15 e i 24 anni (-159mila unità) e un -6,4% per quelli tra i 25 e i 34 anni (-258mila unità). Non va bene nemmeno per

gli over 50 tra i quali la disoccupazione è aumentata del 14,6%.

E’ questa la realtà del Paese che che noi denunciamo da tempo, fotografata dall’Istat applicando i criteri di rilevazione imposti dall’Europa.

Di fronte a questi dati è inaccettabile che il governo prosegua con misure che non hanno funzionato e che stia addirittura ragionando sull’introduzione di incentivi all’assunzione di precari.

Occorre subito il blocco definitivo dei licenziamenti col ripristino dell’articolo 18, l’estensione degli ammortizzatori sociali per tutte e tutti, e un grande piano nazionale per il lavoro,a partire dall’assunzione di un milione di nuovi dipendenti pubblici per la sanità, l’istruzione e gli altri servizi pubblici.

Antonello Patta
Responsabile nazionale lavoro del Prc

Sei Rappresentanti per la Sicurezza sul Lavoro sono stati "puniti" per essersi assunti la responsabilità civica di costituirsi parte civile nel processo per la strage di Viareggio in cui persero la vita 32 persone.
La Cassazione, come abbiamo già denunciato, ha ribaltato il giudizio di primo e secondo grado scegliendo di non applicare il Testo Unico sulla sicurezza nel lavoro e le relative aggravanti.
Ora questi lavoratori che hanno agito nell’unico interesse della giustizia e della verità sono chiamati a versare la somma di 80.000 euro per le spese legali.

All’ingiustizia subita dai parenti delle vittime della strage e ai licenziamenti di lavoratori che si sono impegnati per evitare altre tragedie si aggiunge ora quest’iniziativa di carattere chiaramente intimidatorio verso chi nel futuro volesse schierarsi per la tutela dei diritti contro i potenti.

La Cassazione ha mandato un segnale politico evidente volto a dissuadere dal costituirsi parte civile. Auspichiamo che la migliore cultura giuridica del nostro paese prenda parola sull’esito vergognoso del processo per la strage di Viareggio che ricorda le peggiori pagine della storia italiana.

Come Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra più completa solidarietà verso gli RLS e la disponibilità a partecipare a ogni iniziativa di sottoscrizione per le spese che sono chiamati a sostenere.

Allo stesso tempo restiamo a fianco di tutte le lavoratrici e i lavoratori di Fs impegnati per la sicurezza sul lavoro e alle famiglie delle vittime di Viareggio ancora in attesa di giustizia.

Invitiamo compagne e compagni, lavoratrici e lavoratori, e tutti i sinceri democratici a sostenere i sei RLS colpiti da questa sentenza.

Per la sottoscrizione è stato aperto un apposito conto corrente. IBAN: IT96V0760103200001053269260 intestato a Dante De Angelis. Per i versamenti la causale è: “Contributo di solidarietà per spese legali e processuali RLS Processo Viareggio”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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Mentre sono in pieno svolgimento le due giornate di lotta di tutti i settori della logistica con adesioni massicce allo sciopero indetto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, arriva un’altra ottima notizia: i riders che lavorano per Just Eat, circa 4 mila, verranno assunti come dipendenti.
E’ una vittoria molto importante perché chiude con l’imbroglio del finto lavoro autonomo usato per nascondere forme di sfruttamento inaccettabili, mettendo fine al cottimo e riconoscendo una paga minima oraria di 9,60 euro oltre a permessi, ferie, tfr, malattia e infortuni, permessi parentali.
Un grande risultato che arriva dopo la grande giornata di lotta del 26 marzo che aveva espresso la determinazione dei riders ad andare avanti fino al conseguimento degli obiettivi richiesti; un conquista che apre una breccia molto importante per il contrasto a tutte le forme di lavoro precarizzato, supersfruttato e privo di diritti.
Il successo ottenuto rappresenta un forte incoraggiamento a proseguire con le lotte fino a quando queste richieste non saranno imposte a tutte le altre piattaforme del food delivery e le conquiste ottenute non siano applicate fino in fondo.
Rifondazione Comunista sostiene da sempre le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori del settore e anche oggi siamo a fianco dello sciopero dei trasporti prolungato per 48 ore.
Le mobiltaziioni di questi ultimi giorni, da Amazon, ai riders, ai lavoratori dello spettacolo, a tutti i comparti della logistica sono un gran bel segnale che dice che è il momento di abbandonare le divisioni anche sindacali e unificare le lotte in un grande movimento unitario dei lavoratori per i salari, i diritti e dire basta a tutte le forme di precarietà e sfruttamento.
Occorre una grande stagione di lotte contro le politiche neoliberiste che accomunano questo governo a quelli precedenti per imporre l’abolizione delle leggi che hanno tolto alle lavoratrici e ai lavoratori potere contrattuale e diritti. C'è bisogno di una vertenza generale per farla finita con precarietà e bassi salari e di una sinistra, alternativa ai poli esistenti, che abbia come bandiera i diritti di chi lavora.
Il lavoro prima dei profitti!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista

Just-Eat

In occasione della Giornata Mondiale del Teatro, il Coordinamento Spettacolo Lombardia ha occupato pacificamente questa mattina il Piccolo Teatro Grassi di Milano – luogo simbolo della cultura milanese in quanto fu il primo “Teatro comunale di prosa d’Italia” attraverso un’azione denominata “Prove per uno spettacolo vivo”.

Un gesto artistico e politico che rivendica lo spazio che da più di un anno è stato negato alla Cultura, per discutere/denunciare le contraddizioni che la pandemia ha fatto emergere duramente nella nostra società e richiedere che il sostegno alle attività culturali diventi prioritario per il governo.
L’istituzione di un Parlamento Culturale Permanente, uno spazio di incontri, assemblee, dibattiti, laboratori e proposte artistiche è finalizzato a riportare al centro del dibattito il Lavoro delle attività culturali come urgenza sociale.

Il mondo delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo, così come quello di chi lavora nello sport hanno pagato un caro prezzo nell’ultimo anno di inattività anche e soprattutto a causa dell’enorme quantità di precariato, contratti totalmente atipici e mancanza di ammortizzatori sociali.

Sosteniamo questa importante lotta ed invitiamo tutte e tutti a partecipare al Presidio in solidarietà dalle 11:00 di questa mattina in via Rovello (Milano) ed all’assemblea pubblica a partire dalle 17:00.

Milano, 27/03/2021

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Fabrizio Baggi, segretario regionale Lombardia
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

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Rifondazione Comunista sostiene il sacrosanto sciopero nazionale dei "rider". Invitiamo a boicottare oggi le piattaforme che rifiutano di riconoscere a chi fa le consegne i più elementari diritti.
I padroni di Glovo, Uber Eats e Deliveroo vanno costretti a rispettare i diritti di chi lavora.
Indispensabile però che la politica faccia la sua parte.
Bisogna seguire la strada della Spagna dove per iniziativa della ministra di Unidas Podemos, la nostra compagna comunista Yolanda Diaz, sta per essere approvata una legge che stabilisce che i rider debbono essere assunti come dipendenti.
Non bisogna farsi prendere in giro dalla retorica degli algoritmi e delle piattaforme digitali: una persona che percorre le strade per fare consegne con un'app non è un imprenditore ma un lavoratore subordinato a cui vanno riconosciute tutte le tutele.
Si approvi una legge anche in Italia.
Va ringraziata la Procura di Milano che, oltre ad aver confermato la natura di subordinazione del rapporto di lavoro e aver disposto il pagamento di 700 mila euro per gravi inadempienze, ha richiesto l'assunzione di tutti i riders da parte delle aziende del delivery. I diritti di 60 mila lavoratrici e lavoratori in realtà sono diritti di tutte/i.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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Lo sciopero è stato indetto da una partecipatissima assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori della rete “RiderXiDiritti”, che ha coinvolto riders di più di 30 città italiane, e si è conclusa proclamando per il 26 marzo il blocco del servizio di food delivery in tutto il Paese”
Una decisione importantissima che esprime la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori del settore di non accettare più condizioni di lavoro insopportabili, frutto di un sistema in cui come dimostrato da diverse inchieste della magistratura, paghe da fame e sfruttamento estremo si accompagnano a illegalità di tutti i tipi: decurtazioni dei compensi, caporalato, elusione fiscale, non rispetto delle norme sulla sicurezza e perfino confisca delle mance.
Abbiamo accolto positivamente i pronunciamenti della magistratura che hanno dichiarato i riders lavoratori subordinati a tutti gli effetti e ingiunto alle aziende di assumerli tutti, sono ben 60 mila, “applicando contratti adeguati”.

Riteniamo invece vergognosa la latitanza del governo che nemmeno di fronte a forme estreme di sfruttamento come questa, si decide ad abolire le leggi neoliberiste che hanno trasformato il mercato del lavoro in un suk di braccia usa e getta senza tutele e senza diritti.
Rifondazione sostiene i lavoratori determinati a proseguire la lotta fino a quando non vedranno riconosciuti “istituti contrattuali fondamentali come la malattia, le ferie, il congedo parentale, la paga oraria per por fine al ricatto del cottimo, il Tfr, un monte ore minimo garantito e i diritti sindacali”

Invitiamo i cittadini a esprimere la loro solidarietà con la giusta lotta dei riders non utilizzando nessun servizio di consegna a domicilio tramite app per tutta la giornata del 26 e condividendo gli hashtag del blocco del consumo per coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini.

Antonello Patta responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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A distanza di un anno nulla è cambiato per mettere le scuole e chi le abita in sicurezza! Niente riduzione degli/delle alunni/e per classe, niente piano per l'edilizia, per scuole che da anni chiedono la messa in sicurezza e l'adeguamento alle esigenze didattiche, niente assunzioni del personale necessario, per cui anche il prossimo anno scolastico avrà una notevole componente di precariato, e l'elenco si potrebbe allungare. Quel che è peggio è che l'anno che verrà sarà come quello trascorso, anche per le risorse necessarie ad affrontare l'aumento dell'abbandono scolastico e la compensazione di due anni di surrogato di Scuola con la DaD.

Pesa purtroppo il silenzio delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, quanto ad azioni di lotta, non facili in questo momento quanto necessarie. Eppure, all'inizio della pandemia, la piattaforma presentata dai quei sindacati andava nella direzione del diritto costituzionale allo studio e le assemblee che promossero on line, loro che potevano, furono molto partecipate. Si è vissuta in quella fase una forte spinta unitaria e soprattutto una inedita consonanza di obiettivi, tra tutte le Organizzazioni sindacali, molto vicini a quelli che fin da aprile scorso proponemmo a tutti. Il 26 marzo i Cobas e il Coordinamento Nazionale Precari della Scuola daranno voce a questi obiettivi che travalicano le istanze puramente sindacali. Un'occasione da cogliere indipendentemente dall'appartenenza sindacale, perché si alzi almeno una voce di una categoria svalorizzata, come il compito istituzionale che le è assegnato.

Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero e parteciperà alle mobilitazioni del 26 marzo.

Loredana Fraleone Responsabile Scuola Università Ricerca
Antonello Patta Responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

scuola24

Lunedì 22 sciopero di 24 ore dei dipendenti di Amazon e di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle aziende di fornitura in appalto di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci.

L’astensione dal lavoro, proclamata da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, è la giusta risposta all’arroganza dell’azienda che rifiuta perfino di ascoltare le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori sottoposti da anni a ritmi, carichi di lavoro, turni e orari insopportabili.
Si dichiara stupita la multinazionale abituata com’è a disporre di manodopera sfruttabile a piacimento, senza garanzie occupazionali e senza i più elementari diritti, tramite il ricorso indiscriminato a forme di lavoro precario e interinale e a un diffuso sistema di appalti.

A stupire dovrebbe essere il fatto che la multinazionale del primo dei paperoni del mondo, più ricco di 24 miliardi di dollari grazie ai giganteschi profitti realizzati durante la crisi sanitaria, non si senta in obbligo morale di rispettare i diritti minimi di chi la sua ricchezza la produce.

Riteniamo sacrosante le richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali: riduzione dei carichi e ritmi di lavoro, eliminazione di orari e turni insostenibili, riduzioni dell’orario dei driver, garanzia di continuità occupazionale in caso di cambio di appalto o fornitore, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali, rispetto delle norme su salute e sicurezza.
Per questo e per costringere l’azienda a riconoscere finalmente i diritti sindacali finora negati Rifondazione Comunista sarà a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori nell’importante giornata di lotta del 22 Marzo.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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Prosegue con solerzia degna di miglior causa l’attività repressiva verso lavoratori della Tnt e sindacalisti del SiCobas colpevoli di aver disturbato i tentativi della multinazionale di riportare indietro le condizioni dei lavoratori eliminando tutele e diritti conquistati con la lotta.

Duri i nuovi provvedimenti repressivi: 5 divieti di dimora, almeno 6 avvisi di revoca dei permessi di soggiorno, 21 indagati con possibili misure di sorveglianza speciale, sequestro dei pc, 13.200 euro complessivi di multa, 2 attivisti del SiCobas agli arresti domiciliari.

Se qualcuno pensava che il blitz del 10 marzo fosse casuale deve ricredersi. Quanto accade segnala pienamente l’intenzione del governo Draghi di proseguire sulla strada di quelle politiche liberiste che per difendere la libertà incondizionata dei capitali e delle imprese da 30 anni attaccano i salari, i diritti e il potere contrattuale dei lavoratori.

E l’applicazione dura delle norme liberticide dei decreti Salvini, non a caso non abolite dal Conte 2, mostra proprio l’intenzione di procedere con la linea della tolleranza zero contro tutte le lotte in grado di difendere realmente i diritti delle lavoratrici e lavoratori piegando l’arroganza delle imprese

A sostegno dei lavoratori in lotta e per l’immediato ritiro dei provvedimenti repressivi attuati aderiamo alla manifestazione promossa dal SiCobas per oggi pomeriggio a Piacenza, alle ore 14.30 in piazzale Genova.

No alla criminalizzazione delle lotte!

Antonello Patta responsabile nazioinale lavoro
Stefano Lugli segretario regionale Emilia Romagna
Partito della Rifondazione Comunista/SE

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Continua la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori contro la decisione della Henkel di Lomazzo (CO) di chiudere lo stabilimento e lasciare a casa entro giugno circa 160 dipendenti.
La decisione della multinazionale, annunciata il 18 febbraio, non è motivata da uno stato di crisi o da difficoltà economiche, ma da indefiniti problemi di "marketig aziendale" che condurrebbero alla chiusura di uno dei due stabilimenti italiani, quello di Lomazzo appunto.
Siamo alle solite! Una multinazionale arriva in Italia, sfrutta lavoratori, spreme le energie migliori di un territorio, La Henkel è a Lomazzo da quasi 90 anni, per poi abbandonare le lavoratrici e i lavoratori alla disoccupazione e alla mancanza di reddito. Istituzioni pubbliche degne di questo nome non possono permettere, soprattutto in una fase delicata come quella attuale, che si lascino a casa senza lavoro le/i 160 lavoratrici e lavoratori tra dipendenti diretti e delle aziende dell’indotto per spostare le produzioni unicamente alla ricerca di maggiori profitti.

Rifondazione Comunista condanna con forza la decisione della multinazionale destinata ad impoverire un territorio e i suoi abitanti e sosterrà tutte le iniziative di lotta che verranno messe in campo dalle lavoratrici, dai lavoratori e dalle loro organizzazioni sindacali a difesa dell’occupazione e del reddito.

Prima le lavoratrici e i lavoratori non il profitto delle multinazionali.

Antonello Patta – Responsabile nazionale lavoro
Fabrizio Baggi – Segretario regionale Lombardia
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

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Dopo le precedenti sentenze in giro per l’Italia, una nuova tegola si abbatte sulle multinazionali del delivery: la Procura della Repubblica ha disposto l’assunzione come lavoratori “coordinati e continuativi” di oltre 60.000 riders al servizio delle piattaforme che gestiscono servizi di consegna - Uber Eats, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo.

La decisione è arrivata dopo un’inchiesta di grandi dimensioni condotta per ordine della procura da cui sono emerse le gravi responsabilità delle aziende in materia di sicurezza dei lavoratori e la conferma di quanto stabilito recentemente da una sentenza del tribunale di Palermo: i rider non sono lavoratori autonomi, ma lavoratori subordinati a tutti gli effetti.
Ora non sarà più possibile per le aziende nascondere le proprie responsabilità dietro contratti di finto lavoro autonomo utilizzati per nascondere lo sfruttamento e non garantire le dovute tutele e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori .

Salutiamo con soddisfazione questa buona notizia. Da anni come Rifondazione Comunista denunciamo la grave situazione vissuta dalle lavoratrici e dai lavoratori del comparto, la cui possibilità di lavoro è dipesa fino oggi dall’arbitrio dell’algoritmo. Bene i 733 milioni di multe alle aziende responsabili. Ora si vada avanti nella battaglia per la regolarizzazione di tutti i riders. Rifondazione Comunista sosterrà ogni mobilitazione del comparto.

Antonello Patta – responsabile nazionale lavoro
Fabrizio Baggi – segretario regionale Lombardia
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Brunetta, il fustigatore di fannulloni, bocciato dalla Commissione Europea! E’ il primo pensiero che viene in mente alla notizia dell’ultimatum della Commissione all’Italia che bolla come illegale l’utilizzo indiscriminato dei vigili del fuoco come precari reso possibile dalla qualifica di volontari loro attribuita da un decreto del ministro Brunetta nel 2011.
Ora il Governo italiano avrà due mesi per presentare all’Ue le misure concrete al fine di ottemperare alla direttiva europea 70 del 1999 sulle condizioni di lavoro a tempo determinato.
E’ una vittoria importante giunta a seguito della lotta e della denuncia di gruppo di vigili del fuoco sardi cui va tutta la nostra solidarietà e il sostegno nella richiesta al governo di una immediata assunzione di tutti i vigili del fuoco precari che in Italia sono circa 10 mila.
E’ una vittoria che conferma la giustezza delle lotte contro l’abuso di assunzioni di lavoratrici e lavoratori a termine nella pubblica amministrazione che sono proseguite anche dopo l’apertura di una procedura d’infrazione sulla materia aperta dalla Commissione nel 2019.
Una prassi che va avanti anche oggi nonostante la pandemia abbia dimostrato la necessità di un rafforzamento strutturale della scuola, della sanità e dei servizi sociali che richiede un deciso potenziamento degli organici che sono oggi sotto la media europea sia come numero che come salari.
In tutti i bei discorsi di Draghi non c’è nulla per il rilancio del pubblico, il contrasto alla precarietà e ai salari da fame, manca un vero piano per il lavoro.
E la scelta di ministri come Brunetta conferma l’intenzione di proseguire e se possibile inasprire l’attacco ai diritti dei lavoratori primo obiettivo delle politiche neoliberiste.
Per questo Rifondazione Comunista sostiene una ripresa delle lotte di tutti i dipendenti pubblici per:
- consistenti aumenti salariali per tutti i dipendenti pubblici,
- assunzioni di almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori;
- stabilizzazione di tutti i precari con contratti a tempo pieno e indeterminato;
- reinternalizzazione di tutti i servizi affidati a privati.

Più dignità per il lavoro pubblico, migliori servizi per i cittadini

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta Responsabile nazionale lavoro
Partito della Rofondazione Comunista - Sinistra Europea

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