Sono gli stessi che quand’erano all’opposizione giuravano di difendere la compagnia di bandiera in quanto asset strategico del Paese e di tutelare i 10500 lavoratori ex Alitalia, quelli che, oggi al governo, con grande faccia tosta, svendono Ita a Lufthansa.
Con soli 325 milioni i tedeschi si assicurano il 41 per cento di Ita, smagrita dall’obbligo di cedere un bel po' di slot che garantivano voli dall’Italia verso l’Europa e gli Usa, e il comando della società senza attendere di salire al 100% garantitogli.
In questo modo Lufthansa si assicura un ricco flusso di passeggeri per rimpolpare gli hub tedeschi base dei voli internazionali a discapito degli aeroporti italiani. La Germania fa i propri interessi, ma dove sono finite le promesse elettorali delle destre che fino a due anni fa giuravano sulla difesa degli asset industriali strategici per l’economia del Paese?
Sulla Tim abbiamo visto andare in scena lo stesso film con la rete svenduta al fondo Usa KKR con grave rischio per la tutela dei nostri dati. Quando la Meloni era all’opposizione spergiurava che una volta giunta al governo avrebbe impedito la vendita della rete che “non può essere privata come non lo è da nessuna parte per un fatto di sicurezza e tutela dell’interesse nazionale”.
Ma non si fermano qui; non solo non intendono attuare un intervento pubblico nell’economia che, solo, potrebbe salvare da morte certa industrie strategiche del Paese, ma hanno deciso altri 20 miliardi di privatizzazioni di società decisive per agire le politiche industriali che sarebbero necessarie per fermare il declino dell’Italia e la sua progressiva divergenza dagli stati del centro/nord Europa.

Oramai è chiaro che dietro la retorica della difesa della patria si nasconde la subalternità totale della Meloni e delle destre a un capitalismo distruttivo e predatorio che, approfittando anche delle crisi, da anni fa shopping in Italia a prezzi di svendita; che la difesa dei “nostri” è buona solo per mettere lavoratori contro lavoratori mentre si arriva a festeggiare la (s)vendita, così il ministro Giorgetti, alla faccia dei 2200 lavoratori di Ita licenziati in barba a tutte le promesse di essere riassorbiti.
E’ sempre più chiaro che i lavoratori e il paese si difendono solo cacciando le destre dal governo.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

È diventato visibile Satnam Singh, è diventato un essere umano solo da morto, dopo 3 giorni di agonia, ucciso da un padrone e da un sistema che si regge sullo schiavismo, sulla disumanizzazione e sullo sfruttamento più bestiale.
È giusto che chi col suo gesto criminale ha condannato a morte il lavoratore, paghi duramente, ma è intollerabile che i mandanti politici e morali dei tanti omicidi sul lavoro ancora una volta si permettano di spargere farisaici sentimenti di cordoglio e ipocrite promesse di contrasto al tragico fenomeno puntualmente disattese.
Più di mille morti all’anno, 4, oltre Satnam Singh negli ultimi 2 giorni, fra cui un ragazzo di 18 anni in provincia di Lodi, centinaia di migliaia di infortuni, un numero ancor più alto di malattie professionali sono la conseguenza della mancata applicazione delle buone norme ancora esistenti, dei continui interventi per ridurre i vincoli e le penali per le imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza, della riduzione dei controlli che spingono le imprese a risparmiare sulle misure di prevenzione. Per tutto questo e per i processi che spessissimo si concludono con ammende ridicole è infinita la sequela di comportamenti illegali di padroni e aziende che mettono a rischio le vite che dovrebbero tutelare.
In agricoltura come nelle costruzioni e nella logistica la situazione è resa ancor più drammatica da condizioni scientificamente programmate da una politica xenofoba e razzista che crea un esercito di irregolari senza permesso di soggiorno e quindi più ricattabili, e li consegna in condizioni di schiavitù nelle mani di caporali e padroni senza scrupoli.
Sono almeno 250 mila, secondo l’osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil i migranti "irregolari" che lavorano in agricoltura in condizioni di lavoro inumane e con salari da fame, uno o due euro all’ora, o talvolta per l’acqua da bere o un panino per sopravvivere.
Il fenomeno criminale non riguarda, come qualcuno può pensare, l'arretratezza di qualche zona del sud. Sono almeno 400 le “aree di caporalato” accertate e la metà di queste si trovano nel ricco nord del Paese.
Nutriamo poca fiducia nella possibilità che il governo del “lasciar fare alle imprese” faccia quello che non hanno fatto i governi precedenti e per questo sosteniamo lo sciopero indetto dai sindacati per sabato nell’Agro Pontino mentre richiamiamo ancora una volta le necessità di uno sciopero nazionale con i seguenti obiettivi
la ricostruzione dei sistemi di prevenzione e controllo con l’assunzione di almeno 10 mila ispettori; l’inasprimento delle sanzioni penali a carico del datore di lavoro e dei dirigenti per il mancato adempimento degli obblighi relativi alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori; la regolarizzazione a regime dei lavoratori e delle lavoratrici stranieri presenti, e l'immediata assunzione inel rispetto, almeno, dei contratti nazionali di categoria, l’istituzione di una apposita Procura Nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro; l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro.

Antonello Patta, Responsabile Lavoro, Stefano Galieni, Responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Nel silenzio colpevole del governo in Italia continuano ad aumentare gli infortuni, le morti sul lavoro e le malattie professionali. E’ una vera e propria guerra contro chi lavora.
Lo dicono chiaramente i dati dell’Inail, che mettono a confronto i primi quattro mesi del 2024 con il primo quadrimestre del 2023, secondo cui le lavoratrici e i lavoratori che hanno perso la vita nei primi quattro mesi del 2024 sono stati 268 rispetto ai 264 del primo quadrimestre dello scorso anno.
Vale lo stesso discorso per gli infortuni che sono stati 193.979, in aumento di più di 6 mila unità rispetto al periodo gennaio-aprile del 2023.
Va ancora peggio per quanto riguarda le malattie professionali che tra gennaio e aprile del 2024 sono state 30.299, 6.430 (26%) in più rispetto agli stessi mesidel 2023; Un dato ancor più grave nel confronto con gli anni precedenti: +57,1% rispetto al 2022, +62,6% sul 2021, +105,2% sul 2020 e +42,8% sul 2019.
I dati confermano quanto denunciamo da sempre: i rischi maggiori sono nei settori che vedono la maggior presenza di lavoratori precari, più sfruttati e con meno diritti come il commercio, i servizi, la logistica e le costruzioni.
Inaccettabile quanto emerge dall’analisi degli infortuni per fasce d’età: l’aumento maggiore, +20%, si registra tra gli under 15 soprattutto a causa dell’incremento infortunistico tra gli studenti impegnati nell’alternanza scuola lavoro.
I dati dell’Inail raccontano una storia del Paese molto diversa da quella rose e fiori dipinta ad uso elettorale dalla Meloni e dai suoi partners e per questo vengono passati sotto silenzio.
Nell’Italia reale milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a subire precarietà, sfruttamento, bassi salari e condizioni di lavoro che non garantiscono la sicurezza e la salute.

Alle elezioni europee invitiamo a votare la lista PACE TERRA DIGNITA’ anche per dire no alla perdita di diritti che da anni va avanti in Italia e in Europa. Il programma della lista propone oltre alla pace la difesa della dignità di chi lavora cancellando in Europa la precarietà del lavoro, imponendo il salario minimo e un reddito per chi è senza lavoro in tutti i paesi compresa l’Italia, si creino finanzi un piano per creare occupazione stabile e sicura si ridistribuisca il lavoro con la riduzione dell’orario a 32 ore a parità di salario.

Invece di finanziare le armi e la guerra bisogna investire nella sicurezza del lavoro costruendo una rete efficace di controlli e prevenzione. I nostri eletti nel parlamento europeo si batteranno per i diritti di chi lavora.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Il ministro leghista Matteo Salvini si fa cinicamente campagna elettorale attaccando di nuovo il diritto di sciopero con il blocco di quello dei trasporti regolarmente indetto per domenica 19 e lunedì 20 da USB, CUB, SGB e assemblea del personale viaggiante.

La motivazione contenuta nella delibera della nuova commissione di garanzia di nomina meloniana, riunita con rapidità inusuale alla prima segnalazione del ministro, ha dell’incredibile: lo sciopero viene sospeso perché potrebbe ottenere una larga partecipazione.

Capiamo che al leghista Salvini gli scioperi non piacciono e preferisca quelli che non riescono per poi tacciare le organizzazioni sindacali di non rappresentare i lavoratori, ma, guarda caso gli scioperi si fanno proprio con lo scopo della massima partecipazione.

Solo un cinismo unito all’arroganza del potere può spiegare attacchi ai diritti costituzionali incuranti delle regole democratiche come questo e come la riduzione a quattro ore del regolare sciopero di 24 ore dei trasporti del mese di dicembre scorso ad opera dello stesso ministro.

In quel caso Usb disobbedì coraggiosamente al diktat del ministro leghista e il Tar successivamente ha dato ragione al sindacato di base sanzionando come illegittima la precettazione. Sosterremo tutte le iniziative messe in campo affinché anche questo nuovo tentativo intimidatorio abbia la risposta che merita.

Rifondazione Comunista sostiene la costruzione di un ampio fronte sindacale e democratico per rilanciare le lotte in risposta alla protervia della destra fascioleghista che da un lato assume misure antipopolari che colpiscono i redditi, i diritti e i servizi pubblici e dall’altro reprime le lotte per cancellare le voci che
smascherano quelle politiche.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Non ha fine il depauperamento della pubblica amministrazione in Italia; il personale continua a diminuire, è sempre più anziano, malpagato, svalorizzato, demotivato. E’ desolante il quadro fornito ieri dal Conto annuale del personale diffuso dalla Ragioneria generale dello stato: i dipendenti delle funzioni centrali tra il 2013 e 2023 sono diminuiti del 21,5%, quelli delle funzioni locali del 15,5%; I primi erano 261 mila nel 2013, oggi sono solo 205 mila; i secondi da 577 mila si
sono ridotti a 488 mila.

Una diminuzione complessiva di 146 mila dipendenti, un fatto gravissimo per la perdita di posti di lavoro e di competenze che non potrà non riflettersi negativamente sulle capacità amministrative e sulla qualità dei servizi.

Non cambia dunque la desolante situazione che vedeva già il nostro paese agli ultimi posti in Europa per numero di persone impiegate nella pubblica amministrazione, impoverita negli ultimi 30 anni da politiche neoliberiste funzionali al taglio dei servizi e al trasferimento ai privati di
competenze pubbliche.

Proprio le perdite di competenze tecniche delle amministrazioni, all’origine dell’avvilente incapacità di spendere i fondi europei, avevano fatto promettere agli ultimi tre governi investimenti importanti sul personale, anche per riuscire a gestire i fondi del PNNR.

Così non è stato e la mala gestione del PNNR ne è una riprova.

Il piccolo aumento di dipendenti registrato tra il 2022 e il 2023 è dovuto in gran parte all’assunzione nelle funzioni centrali di circa 14 mila persone a tempo determinato che vanno ad aumentare il contributo del pubblico alla precarietà diffusa nel paese.

La continuità di questo con i governi precedenti è evidente anche dal contributo all’ingrossamento delle lavoratrici e dei lavoratori poveri: per il rinnovo del contratto della PA 2022/2024 sono previste risorse che non solo non permettono di recuperare il gap con gli stipendi degli altri paesi europei, ma coprono solo il 40% dell’inflazione misurata con l’indice Ipca dello stesso periodo.

Occorre rilanciare le lotte per i salari e l’occupazione di qualità chiedendo l’assunzione immediata di almeno un milione di nuovi dipendenti e grandi investimenti sulle strutture e la formazione; è questa l’unica possibilità per avviare l’uscita del pubblico dal degrado cui è stato condotto, restituire dignità ai dipendenti, migliorare la qualità dei servizi, dare un contributo positivo all’economia del Paese.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Invitiamo vivamente le compagne e le compagne a collegarsi OGGI, GIOVEDI' 16 MAGGIO alle ORE 18.00, alla Diretta FB (Pagina Partito della Rifondazione Comunista) ed a diffondere questa comunicazione per ampliare la partecipazione quanto più possibile..

E' questo un momento decisivo per la lotta della GKN, per il loro futuro e per le lotte di tutte e tutti noi!

Saluti comunisti
Antonello Patta, segreteria nazionale, Resp.le Lavoro Prc-Se

240516gkn8

Care compagne e cari compagni,
dato l'accavallarsi di molti impegni e l'attesa per la definizione dei nomi, stiamo ritardando nell'inviarvi la manchette per la diretta FB prevista per domani, Giovedì 16 maggio alle ore 18.00, con il collettivo della GKN, sulla pagina “Partito della Rifondazione Comunista”.

La manchette vi sarà inviata a breve.

Nel frattempo, vi invitiamo vivamente a dare la massima diffusione - dell'evento FB e della circolare inviatavi nella giornata di ieri e riportata di seguito - agli iscritti e alle iscritte del Partito e a tutti i soggetti interessati.

Saluti comunisti
Antonello Patta, segreteria nazionale, Resp.le Lavoro Prc-Se

Care compagne e cari compagni,
In allegato, vi inviamo il volantino sul Salario Minimo da utilizzare per la campagna elettorale.

Saluti comunisti
Antonello Patta, segreteria nazionale, Resp.le Lavoro Prc-Se

Carissime, carissimi

Dopo 33 mesi di resistenza durissima contro delocalizzazione, speculazione e imbrogli la lotta della ex Gkn attraversa un momento molto critico. Pur di sconfiggerla i poteri messi in discussione ricorrono alle armi più subdole e vigliacche: niente stipendio da 4 mesi, calunnie contro le attività culturali, provocazioni e attività repressive, denunce finalizzate a isolarla, ridurre tutto a un problema di ordine pubblico.
In questa situazione acquista un particolare rilievo la proposta di legge regionale elaborata dal Collettivo di Fabbrica ex Gkn, dalla Rsu, insieme alle intellettualità solidali con la vertenza, un passo fondamentale per contrastare la piaga delle crisi aziendali, spesso dovute a delocalizzazioni perseguite unicamente per aumentare i profitti.
Una legge regionale per creare un consorzio pubblico che rilevi l’area e aprirebbe la via a una stagione di intervento pubblico d per la riconversione ecologica che darebbe finalmente un futuro alla ex GKN, contrasterebbe le crisi aziendali in essere e future rendendo al contempo più forte l’economia della regione Toscana.
L’approvazione di questa legge regionale sarebbe una vittoria non solo per la Gkn, ma per tutte perché potrebbe aprire la strada a una nuova stagione di intervento pubblico che salvaguardi l’occupazione e risponda alle sfide che il cambiamento climatico e lo scenario economico attuale impongono al nostro Paese e al suo tessuto produttivo.
Per sbloccare resistenze e ritardi nell’approvazione della legge regionale il collettivo della GkN ha promosso per il 18 maggio una grande manifestazione che ha già visto moltissime adesioni di Rsu, comitati, movimenti, mondo della ricerca e intellettuali.
Anche noi nell’incontro avuto con il collettivo della fabbrica ci siamo impegnati come partito a portare il nostro contributo profondendo il massimo impegno nell’organizzazione della partecipazione alla manifestazione che si terrà a Firenze il giorno 18 maggio alle ore 14.30.
Per aggiornare tutte e tutti abbiamo concordato una diretta FB sulla pagina “Partito della Rifondazione Comunista” con il collettivo della GKN per il giorno giovedì 16 alle ore 18. Invitiamo tutte e tutti a diffondere al massimo e partecipare.

Saluti comunisti

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Prc-Se
Antonello Patta, segreteria nazionale, Resp.le Lavoro Prc-Se

Rifondazione Comunista è al fianco del sindacalista e scrittore modenese Giovanni Iozzoli, che il 7maggio è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Modena a pagare circa 20mila € alla nota azienda Italpizza, che lo aveva querelato per diffamazione aggravata.

Giovanni Iozzoli attraverso i suoi articoli ha raccontato una dura vertenza sindacale e la lotta di lavoratrici e lavoratori per uscire da una condizione di precarietà e lavoro povero, criticando le politiche occupazionali e le relazioni sindacali tenute dalla azienda.

Per noi questa non è una colpa, anzi grazie agli articoli di Giovanni Iozzoli l’opinione pubblica ha conosciuto le motivazioni alla base della vertenza sindacale ed ha potuto apprezzare il miglioramento delle condizioni di lavoro che la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori è riuscita ad imporre.

Condannare Giovanni Iozzoli a questa pesante sanzione significa condannare il giornalismo di inchiesta e il diritto dell’opinione pubblica ad una informazione completa e non subalterna ai potentati di turno. Questa sentenza di condanna non riguarda solo Giovanni Iozzoli ma interessa l’intero mondo del lavoro, e per questo il Partito della Rifondazione Comunista sostiene Giovanni Iozzoli e aderisce alla petizione in sua solidarietà: https://www.change.org/p/solidariet%C3%A0-a-giovanni-iozzoli

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Stefano Lugli, co-segretario regionale Emilia-Romagna
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Rifondazione Comunista plaude alla determinazione e tempestività con cui la Procura di Termini Imerese ha già indagato il socio della Tek Infrastrutture srl come uno dei responsabili dell’omicidio colposo plurimo di Casteldaccia. La morte di 5 operai, che operavano per un’altra ditta, Agrifoglio group, cui Tek ha subappaltato i lavori, necessita l’immediata acquisizione di atti e documenti aziendali e pubblici, prima della loro possibile manomissione.

Occorre verificare subito se ci siano responsabilità in solido di Amap, la società che gestisce le condutture fognarie di Palermo, in quanto la legge prevede che in attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (art 3 comma 3 del DPR 177/2011 procedure di sicurezza), non è ammesso il ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di lavoro committente, che ha la disponibilità giuridica dei luoghi e certificati.
Chiediamo che l 'indagine giudiziaria chiarisca subito se come abbiamo scritto ieri “i lavoratori si trovavano in un luogo in cui forse non dovevano essere senza una valutazione dei rischi,senza i dispositivi di protezione e le autorizzazioni necessarie”.
Ribadiamo la nostra condanna per un sistema che mette a rischio la vita delle persone per massimizzare il profitto; denunciamo la responsabilità morale dei governi per la continua strage delle lavoratrici e dei lavoratori; richiamiamo ancora una volta la necessità di misure come l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro, la cancellazione di subappalti e precarietà, il rafforzamento di controlli e prevenzione assumendo il personale necessario, l’istituzione di una procura nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Mario Pugliese, responsabile lavoro regionale Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Il nostro è il paese nel quale le lavoratrici ei lavoratori hanno subito il peggior arretramento delle condizioni di vita e una perdita di diritti che non hanno eguali in Europa. I salari medi sono fermi a 30 anni fa, milioni di persone, specie giovani e donne vivono con retribuzioni che li condannano sotto la soglia di povertà.
Disoccupazione, precarietà diffusa , part time obbligati, esternalizzazioni, finto lavoro autonomo, frantumazione delle figure contrattuali hanno reso il lavoro una merce e i lavoratori ricattabili e disponibili ad accettare salari, condizioni di sfruttamento e insicurezza sul lavoro indegni di un paese civile.
È il risultato di 30 anni di attacchi portato avanti congiuntamente da imprese e governi finalizzati a redistribuire il reddito a favore dei profitti e delle rendite indebolire il movimento dei lavoratori in nome di un modello economico e produttivo fondato sui bassi salari e sullo sfruttamento intensivo del lavoro.
Così non solo si è messa la costituzione fuori dai cancelli delle fabbriche dei luoghi di lavoro e sono aumentate a dismisura le disuguaglianze, ma si sono realizzate le condizioni del declino economico del paese, della divergenza sempre più accentuata dell’Italia dalle altre economie europee e del sud dal nord del paese.
Il governo in carica ha già mostrato di voler continuare a colpire redditi e diritti di chi lavora attraverso un allargamento della precarietà, una fiscalità che favorisce una minoranza sempre più ricca, nuove privatizzazioni, la riduzione del salario indiretto attraverso i tagli alla spesa pubblica

È chiaro che solo con una nuova grande stagione di lotte si potranno riconquistare i diritti e le condizioni di vita e lavoro perdute. I referendum della Cgil per il ripristino dell’articolo 18 per i licenziamenti senza giusta causa, per limitare l’estensione della precarietà e per la sicurezza sul lavoro negli appalti e subappalti possono rimettere al centro dello scontro politico i diritti delle classi lavoratrici e in particolare delle generazioni più giovani.
I referendum su cui si voterà il prossimo anno dovranno raggiungere il quorum e quindi sarà necessario che si sviluppi la più ampia convergenza in una campagna che non è solo sindacale ma per l’attuazione dei principi della nostra Costituzione.
Per queste ragioni come partito della classe lavoratrice sentiamo il dovere di sostenere i quesiti con il massimo impegno.
Solo con un forte intreccio tra battaglia istituzionale e un fitto calendario di lotte generali e locali in un percorso che sappia unire tutto il mondo del lavoro, i soggetti colpiti nei redditi e nei diritti e tutti i movimenti di lotta sarà possibile contrastare la deriva in atto e creare le condizioni per la vittoria referendaria.
Con questi obiettivi Rifondazione Comunista sosterrà e sottoscriverà i referendum promossi dalla Cgil.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Casteldaccia: dopo Brandizzo, Firenze, Suviana un altro nome da scrivere nella geografia nazionale delle stragi sul lavoro. Sono 5 i lavoratori morti nel comune del palermitano mentre lavoravano per un'impresa, la Quadrifoglio group, subappaltatrice dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie di Palermo e di altri comuni.
Di nuovo cinque vite spezzate, che si aggiungono alla sequenza senza fine di lavoratori uccisi mentre lavorano per dare di che vivere a sé e alla propria famiglia, di nuovo dipendenti di un’azienda in subappalto che insieme ai precari e alle varie tipologie di irregolari sono quelli più colpiti da infortuni e morti sul lavoro.
L’indagine giudiziaria, che chiediamo proceda rapidamente e chiarisca quanto accaduto, ci dirà le cause di quanto avvenuto, ma sembra già evidente che i lavoratori si trovavano in un luogo in cui forse non dovevano essere senza una valutazione dei rischi e operavano senza i dispositivi di protezione necessari.
Non casualmente la tragedia avviene in un lavoro in subappalto che come quello precario è scelto per massimizzare i profitti sulla pelle dei lavoratori risparmiando oltre che sui salari sui costi della sicurezza scaricando la responsabilità dell’impresa committente e non importa se ne va della vita delle persone.

Non ci si venga a dire che si tratta di incidenti, di mere fatalità; sono omicidi figli del primato del profitto, di leggi esistenti non applicate, della mancanza di controlli che permettono alle imprese di non investire sulla sicurezza e farla franca, della riduzione di sanzioni penali nei confronti dei responsabili, di processi che spesso terminano senza colpevoli.

Denunciamo la responsabilità morale di questo e dei governi precedenti per le morti di lavoratrici e lavoratori che funestano il paese con cadenza quotidiana e gettano nella disperazione migliaia di famiglie, più di 20 mila dal 2009.

Sono anni che indichiamo le misure necessarie tra le quali l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro, cancellare subappalti e precarietà, rafforzare controlli e prevenzione con adeguato personale.

L'ennesima strage sul lavoro dimostra che la logica del “lasciar fare alle imprese” del governo è sbagliata. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza reale che richiede misure immediate. Chiediamo ai sindacati di indire uno sciopero generale nazionale subito e una costante mobilitazione per costringere un governo che se ne frega a intervenire con azioni concrete.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Antonello Patta, responsabile lavoro e Frank Ferlisi, segretario federazione di Palermo del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea

In Senato è depositata dal dicembre scorso una proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da 70.000 cittadine/i. Prima di lanciare nuove raccolte firme le opposizioni parlamentari avrebbero dovuto esigere che la nostra proposta di legge venisse esaminata e discussa in commissione. Invece il centrosinistra fa finta di nulla e lancia la sua raccolta firme. Ricordiamo che la proposta di legge di Rifondazione Comunista e Unione Popolare prevede di introdurre un salario minimo di 10 euro, con adeguamento automatico all'inflazione per evitare che sia eroso in breve tempo e soprattutto che sia a carico delle imprese. La proposta delle opposizioni, secondo fonti di stampa identica a quella già presentata alle Camere, pone a carico dello Stato gli aumenti, una scelta assurda che sottrae risorse allo stato sociale. Inoltre non prevede rivalutazione automatica. Per questo riteniamo che la nostra sia una proposta assai più avanzata di quella delle opposizioni. Torniamo a chiedere che ne sia immediatamente calendarizzato l'esame in Commissione al Senato.
Come lista PACE TERRA DIGNITA' nel nostro programma per le elezioni europee proponiamo che si arrivi a una nuova direttiva sul salario minimo per imporre sul serio la misura accanto ad altri strumenti di tutela dei redditi di lavoratori e pensionati come la scala mobile. La guerra e la speculazione finanziaria hanno divorato i redditi di lavoratrici e lavoratori con l'inflazione ed è indispensabile che vi sia uno strumento di protezione da questo furto come l'adeguamento automatico di salari e pensioni all'aumento del costo della vita.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Maurizio Acerbo è candidato per la lista Pace Terra Dignità nella circoscrizione sud

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