Al termine dei lavori del Comitato Centrale sono stati presentati due documenti che sono stati votati in contrapposizione. Il documento presentato Maurizio Landini, Segretario generale Fiom-Cgil, è stato approvato con 91 voti a favore, quello presentato da Sergio Bellavita, Segretario nazionale Fiom-Cgil, ha raccolto 18 voti a favore. 35 voti sono stati di astensione.

 

Documento presentato da Maurizio Landini, Segretario generale Fiom-Cgil

Il Comitato Centrale della Fiom-Cgil, a partire dalle valutazioni e dalle decisioni assunte lo scorso 28 novembre 2011, conferma la propria contrarietà alla scelta della Fiat di cancellare il Ccnl, la contrattazione collettiva, peggiorare le condizioni di lavoro e ledere le libertà sindacali attraverso il tentativo illegittimo di escludere dai propri stabilimenti la Fiom-Cgil.

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lavoroDi Gianni Rinaldini*

Le cause della crisi sono scomparse dal confronto politico e sociale. Sembra che tutto derivi dal debito pubblico di alcuni paesi e non da disuguaglianze sociali, precarizzazione, sistema finanziario. Il governo Monti rappresenta una sorta di epilogo della storia politica di questi ultimi decenni, dove gli aspetti fondamentali del liberismo, del capitalismo finanziario, sono stati e sono assolutamente egemoni. Siamo al paradosso che la crisi è usata per portare a compimento lo stesso modello sociale, culturale e politico che ci ha portato al disastro.

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parlamento_strasburgoDi Paolo Leon

Il povero Tobin, già ammirato e insultato in vita, sarebbe stupito dalla natura simbolica che ha assunto la sua proposta di tassare le transazioni finanziarie internazionali. Non sarebbe stupito invece per le reazioni inconsulte dei responsabili dei mercati finanziari, anche perché sapeva di non aver proposto un simbolo, ma uno dei metodi per regolare i flussi dei mezzi di pagamento, che poi doveva far parte di un sistema più complessivo.

Tuttavia, nel nostro Continente, anche la sua "modesta proposta" è la via per allontanare l'altrimenti inevitabile distruzione dell'Unione europea.

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referendumDi Gaetano Azzariti

La Corte costituzionale non ammetterà i due referendum sui sistemi elettorali. È questa una previsione forse arrischiata ma fondata su argomentazioni e perplessità d'ordine propriamente giuridico. È, inoltre, un auspicio dettato da motivazioni di politica del diritto costituzionale.

Dal punto di vista giuridico tutto ruota attorno all'ipotesi di poter far rivivere una precedente legge abrogata: tesi che è alla base del disegno «politico» dei referendari. Il fine intrinseco al quesito che si vuole venga sottoposto agli elettori, infatti, non è riconducibile alla mera cancellazione dell'attuale indecente e incostituzionale legge elettorale.

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pferrero1Paolo Ferrero, sarà domani pomeriggio, martedì 10 gennaio, a Milano e incontrerà nuovamente i lavoratori saliti sulla gru in Stazione Centrale per protestare contro la decisione di licenziarli dopo la dismissione dei treni notturni da parte delle Ferrovie dello stato.

«Porterò la mia solidarietà e quella del partito – dichiara Ferrero – ai lavoratori che continuano a resistere e a lottare per il loro posto di lavoro e per quello di tantissime altre persone. Chiediamo con loro al governo di farsi carico della situazione e tutelare l'occupazione: è questa la prima ricetta contro la crisi. È inaccettabile che il governo non intervenga e lasci a Trenitalia la totale gestione della vertenza e il taglio dei treni verso il Sud».

A cura dell'Ufficio Stampa PRC

aereiguerraDi Manlio Dinucci

In soccorso del caccia F-35 scende in campo il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell'aeronautica, che con piglio autoritario bacchetta quei politici e giornalisti «avventuratisi su temi militari con i quali hanno poca dimestichezza». Indubbiamente di aerei da guerra Tricarico se ne intende. Dopo aver comandato le forze aeree italiane che bombardarono la Jugoslavia nel 1999, venne scelto dal presidente del consiglio D'Alema quale consigliere militare, carica che mantenne nei successivi governi Amato e Berlusconi. Nel 2006, venne inviato dal governo Prodi al Pentagono per definire la partecipazione dell'Italia al programma dell'F-35, quale partner di secondo livello, in base al memorandum firmato nel 2002 dall'ammiraglio Giampaolo Di Paola, oggi ministro della difesa. Il nostro eventuale abbandono dell'F-35 - avverte Tricarico - toglierebbe «miliardi di lavoro a una settantina di aziende italiane, dai giganti Finmeccanica e Fincantieri, a molte pmi».

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reggio1di Nicola Melloni

Il giro europeo di Monti riporta d'attualità la gestione comunitaria della crisi che va ben al di là dell'operazione di bassa macelleria sociale attuata dal governo sul finire del 2011. Il nostro Primo Ministro ha cominciato un tour che lo porterà nelle principali capitali europee per perorare la causa italiana con un messaggio molto semplice: se non ci aiutate voi, non ci sono finanziarie che tengano. Da soli non ce la facciamo.

Bella scoperta. A fronte di una delle più sanguinose manovre economiche di sempre il mercato ha reagito aumentando ulteriormente lo spread, ormai ai suoi massimi storici - altro che governo tecnico dei miracoli. Ed indubbiamente il mercato, per una volta, ha ragione. Perché dare fiducia ad un paese che si auto-infligge una recessione, diminuendo volontariamente i consumi privati con tasse più alte per i redditi più bassi?

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reggioDi Paolo Ferrero

Doveva filare tutto liscio ed invece così non è stato. A rovinare la passeggiata emiliana a Monti questa mattina ci ha pensato il PRC che ha organizzato un presidio in piazza martiri del 7 luglio, dove il Presidente del Consiglio era arrivato per salutare la nascita del tricolore. Vedendo le possibili contestazioni il Presidente del Consiglio ha così deciso di evitare la passeggiata. Assieme a molti striscioni che contestavano la manovra nel presidio del prc-fde spiccavano una bandiera italiana listata a lutto e una bandiera tedesca per segnalare a chi non l'avesse ancora capito la totale subalternità di un governo che in continuità con quello Berlusconi sta portando avanti il massacro sociale sotto dettatura dell'asse Merkel BCE.

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rosarnodi Alessia Candito

Sono passati due anni dalla rivolta di Rosarno. Quel sette gennaio di due anni fa, i colpi di pistola sparati contro alcuni dei braccianti ivoriani lungo la statale 18 fecero esplodere la rabbia e l'indignazione di un'intera comunità, di giorno quotidianamente sfruttata nei campi e di notte costretta a sopravvivere in rifugi di fortuna, in condizioni ai limiti dell'umano. Quei lavoratori - sfruttati, umiliati, senza diritti né identità - divennero i protagonisti di una rivolta che fece accendere i riflettori sulla tragedia del bracciantato e del lavoro agricolo in Italia, schiacciato fra il ricatto della grande distribuzione e l'arroganza del caporalato al soldo della criminalità organizzata. Giornate di rabbia, di frustrazione, di paura, conclusesi con la deportazione di molti dei protagonisti in altre zone d'Italia.

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debitoDi Valentino Parlato
La Germania preme per l'approvazione di norme più stringenti sul bilancio degli stati europei. Ci sarà un incontro tecnico il 12 gennaio, poi la riunione dei ministri finanziari il 23 e infine il Consiglio dei capi di Stato e di governo il 30 gennaio. E c'è ovviamente dissenso sull'obbligo di mantenere in pareggio i bilanci pubblici. In apparenza sembrerebbe ovvio questo rifiuto del deficit, ma in concreto, e molto ragionevolmente, c'è scontro. E - credo io - molto ragionevolmente perché del debito nella vita delle persone e anche degli Stati non si può fare a meno. È certamente vero che quando si dice che uno è pieno di debiti si dà un giudizio molto negativo.

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FB Ezio Locatelli

 

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