di SERGIO BOLOGNA

120123costa

Strano che nessuno si sia chiesto quale bandiera batte la "Costa Concordia". Strano che nessuno si sia chiesto chi stava sul ponte di comando della nave al momento dell'incidente. Strano che nessuno abbia ricordato che ai primi di ottobre del 2011 la nave portacontainer "Rena" della MSC è andata a sbattere contro l'Astrolabe Reef in Nuova Zelanda, uno dei più preziosi paradisi marini del globo, e che da allora (sono passati tre mesi e mezzo) sputa petrolio su quelle acque incontaminate, creando il più grave disastro ecologico in quell'emisfero. Strano che nessuno ricordi come l'Italia abbia a che fare in questi incidenti, per più motivi.

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Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

«Il governo vuole licenziamenti di massa, perché vuole superare la cassa integrazione – che salvaguarda il rapporto di lavoro – sostituendola con l’indennità di disoccupazione: è un’ipotesi che produrrebbe centinaia di migliaia di disoccupati ed è doppiamente inaccettabile perché la cassa integrazione è pagata coi contributi dei lavoratori, contributi che sono in attivo, molto superiori a quanto è stato speso. È poi vergognoso che il governo parli di reddito minimo solo per dire che non ci sono le risorse: è la solita partita in due tempi, in cui il taglio dei diritti e i sacrifici ci sono subito mentre le cose positive in un secondo tempo che non viene mai».

Roma, 23 gennaio 2012

Ufficio stampa Prc:
Barbara Battaglia

Francesco Piccioni

120123landiniLandini rilancia la lotta contro la Fiat e per il contratto Cause a raffica e referendum anti-Marchionne. L'11 febbraio il corteo che unirà democratici e sinistra contro le derive innescate dalla crisi
La prima emergenza del paese è la sospensione della democrazia. L'allarme lanciato a suo tempo dalla Fiom è stato raccolto ancora in modo parziale, frammentato; persino in una «sinistra» che dice di appoggiare i meccanici contro i diktat di Marchionne, ma poi si allinea soddisfatta dietro quel Mario Monti che «ci ha liberati di Berlusconi».
Il coordinamento dei delegati Fiom eletti a suo tempo in Fiat si è riunito ieri a Roma. È noto che la Fiom, non avendo firmato il «modello Pomigliano» - il «caso unico e irripetibile» che è diventato il contratto dell'auto nel giro di 18 mesi - non ha agibilità sindacale negli stabilimenti del gruppo. Paradossalmente può essere presente solo a Pomigliano, perché un giudice ha riconosciuto come «antisindacale» il comportamento dell'azienda. Che però, intanto, ha licenziato tutti i dipendenti campani e sta riassumendo solo chi non era iscritto alla Fiom.

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liberazione300Sulla vicenda di Liberazione, il dibattito si va articolando. Ieri, nel corso di una assemblea nella sede del giornale, quattro giornalisti, e compagni, hanno presentato un documento nel tentativo di meglio precisare il loro punto di vista di fronte a resoconti giornalistici (Corriere della Sera) e divulgazioni varie che non rendono piena giustizia del reale perimetro del confronto interno.

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pattaDi Gianpaolo Patta

È ripartita alla grande la campagna per il superamento dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Campagna che ha preso il posto nei tempi più recenti di quella più antica contro la scala mobile. Quando il capitalismo entra in crisi, ieri come oggi, non si trova di meglio che addossarne la responsabilità ai diritti e alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Inutile, chiedere di verificare se dopo l'abolizione della scala mobile del 1992, il paese stia in una situazione migliore di allora. Nessuno dice che da quando nel 92-93 vennero bloccate le pensioni, privatizzate le banche, elevata la pressione fiscale, cancellata la scala mobile, e altri provvedimenti dello stesso segno di quelli che vengono presi o invocati oggi l'Italia ha semplicemente smesso di crescere.

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Scritto da Salvatore Cavaleri – Giovanni Di Benedetto
domenica 22 gennaio 2012

120123forconiPescatori ed agricoltori, disoccupati ed autotrasportatori, commercianti ed artigiani: in Sicilia è esplosa la protesta. Erano anni che la si auspicava e subito echeggiano i sospetti di torbidi criminali e di una jacquerie che si nutre di demagogia e populismo. Che ad accusare i manifestanti di contiguità con la mafia ci si metta pure Confindustria regionale suona quasi paradossale. Ma non era l’organizzazione degli imprenditori a esprimere gli interessi della borghesia mafiosa?

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Alessandra Mecozzi*

120121mecozziSi sa che in tempi di crisi la solidarietà è la pianta che fa più fatica a crescere; invece l'attacco ai diritti e alle libertà è invasivo: se lo si lascia attecchire, non si riesce più a fermare (...) L'attacco a diritti e democrazia senza risposte forti dilagherà facilmente. Per questo, la campagna della Fiom contro la distruttiva politica della Fiat, avviata a Pomigliano nel dicembre 2010 e consolidata con l'accordo separato che estende a tutto il gruppo l'attacco alle condizioni di lavoro e alle libertà sindacali, viene alimentata da scioperi, manifestazioni ed anche azioni legali.
Ma la Fiat/Chrysler è una azienda globale: le violazioni dei diritti e delle libertà in Italia riguardano anche tutti coloro che lavorano nei suoi stabilimenti nel mondo. Non attacca solo leggi e Costituzione in Italia, ma viola anche il diritto internazionale del lavoro, contenuto nelle Convenzioni dell'Oil: la n. 87 sulla libertà sindacale (1948) e la n. 98, sul diritto di organizzazione e contrattazione collettiva (1949), entrambe ratificate dal governo italiano nel 1958.

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Galapagos

120121fmiÈ arrivata una nuova «lenzuolata» di liberalizzazioni. Ma queste contribuiranno a rilanciare lo sviluppo economico? E soprattutto, ci renderanno più liberi? No: queste deregolamentazioni porteranno qualche euro di risparmio alle famiglie, ma peggioreranno la vita di centinaia di migliaia (forse milioni) di persone distruggendo i rapporti sociali e rafforzando la precarizzazione dei lavoratori. In Italia le corporazioni sono una (brutta) realtà che trova la propria forza in parlamento dove a non essere rappresentati sono solo i lavoratori dipendenti, mentre a cominciare dagli avvocati e dai giornalisti le altre corporazioni resistono a ogni tentativo di riduzione del potere. Monti - è un suo merito - ci sta provando, ma non è detto che ci riesca: Berlusconi ieri ha minacciato emendamenti a raffica in parlamento.

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Alberto Burgio, Claudio Grassi

Se è vero che il pericolo di una svolta autoritaria è concreto, è sempre più urgente e necessario moltiplicare gli sforzi per costruire la più vasta unità della sinistra politica e sociale, affinché il disagio dilagante nella società trovi un riferimento, interlocutori credibili, interpreti efficaci. Rivolgiamo questo appello unitario a tutti: alle forze politiche e di movimento, al centro e sui territori.
Si ha l'impressione che, forse per l'inconsapevole timore di guardare in faccia una realtà inquietante, stentiamo spesso a mettere insieme i diversi pezzi di analisi di cui, pure, siamo in possesso. Dell'estrema gravità della situazione sociale causata dalla crisi siamo tutti ben consapevoli. Meno, forse, dei pericoli che essa comporta.
Limitiamoci a ricordare due sintomi della macelleria sociale in atto: la catena di suicidi di lavoratori rimasti senza lavoro e senza prospettive, e di piccoli imprenditori, strozzati dalla stretta del credito e dalla perdita di commesse; e la cacciata della Fiom dalle fabbriche - segnale di un'autentica regressione protofascista - mentre la ministra del Lavoro insiste (in continuità con il predecessore) sulla necessità di cancellare le garanzie contro i licenziamenti arbitrari.

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FB Ezio Locatelli

 

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Relazione di Ezio Locatelli

 

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