Sono un produttore agrumicolo siciliano. In questi giorni, nel pieno della stagione delle arance, anziché a raccogliere sono al computer a mandare appelli affinché si aprano gli occhi su ciò che sta succedendo qui. Vi scrivo da Lentini, provincia di Siracusa. Eravamo al corrente dei blocchi imminenti già dalla settimana scorsa. A differenza di noi la maggior parte della popolazione era assolutamente ignara e questo ad ulteriore riprova del fatto che il fenomeno non nasce come popolare. Lunedì sono cominciati i blocchi. Qui a Lentini ne sono stati organizzati parecchi, almeno 4 sulle principali vie d'accesso del paese. Tutti i mezzi commerciali anche semplici macchie furgonate sono stati costretti a fermarsi e a dimostrare solidarietà al movimento abbandonando il mezzo.


Fate girare meno bozze, aveva chiesto rispettosamente Pierluigi Bersani al presidente Mario Monti. Perché le bozze dei progetti di riforma, da che mondo è mondo, fanno entrare in fibrillazione le vittime predestinate. E siccome c'è bisogno di coesione, come ripete senza tregua Napolitano, meglio non eccitare gli animi. Il «professore» ha preso le parole del segretario del Pd come oro colato, infatti le bozze si moltiplicano. Viene da pensare, o da sperare, che le ipotesi informali di riforma del mercato del lavoro siano buttate in pasto ai giornali - o meglio a Repubblica - dalla ministra Fornero per vedere di nascosto l'effetto che fa. Aboliamo l'art. 18, anzi no, allarghiamo l'area delle realtà esentate con un'operazione di somme e sottrazioni tra aziende per rendere lo Statuto dei lavoratori esigibile solo in contesti lavorativi con più di 50 dipendenti. L'idea non piace ai sindacati? Allora eccone pronta un'altra veramente geniale: facciamo come dicono Boeri e Garibaldi, un bel contratto di ingresso dove i giovani assunti restano nel limbo per tre anni, senza art. 18 ma con un contratto che a fine espiazione della pena diventerà un contratto unico. C'è anche il nome, Cui, contratto unico d'ingresso.
La mobilitazione avviata dal movimento dei i Forconi si fonda su una crisi economica devastante, che in Sicilia sta distruggendo da tempo interi comparti produttivi, soprattutto quello agricolo e della pesca, e che è resa ancora più drammatica dall’assenza di contrasto alle politiche comunitarie, ai provvedimenti fallimentari di Lombardo e alla manovra economica del governo Monti. L’aumento spropositato del gasolio e della benzina, dell’IVA, dei ticket autostradali e dei traghetti creano grosse difficoltà economiche alle imprese ed hanno effetti recessivi e inflazionistici che vengono scaricati sulle fasce più deboli della popolazione.
Premesso che è stato un grave errore non affrontare il problema della regolazione dei mercati finanziari subito dopo la crisi che si è manifestata nel 2008.
Draghi parla di «segnali incoraggianti», ma non esclude rischi di peggioramento dell'economia nell'area euro. E invita a «creare i nostri sistemi di rating» Il Fmi rivede le previsioni per il prossimo biennio. Futuro nerissimo per l'economia italiana: Il Pil diminuirà del 2,2% quest'anno e dello 0,6% nel 2013. E va male tutta l'Eurozona Nel 2012 il Pil tedesco aumenterà di appena lo 0,3; +0,2% per la Francia; -1,7% la Spagna
Giovanni, non mollare, non sei solo. Dalla tua parte ci siamo noi e tanti altri. Tutta la parte migliore del Paese, quella che intende il proprio lavoro come impegno, come strumento per migliorare la vita di tutti. Quel che ti è accaduto dimostra come la mafia non sia più un problema del Sud, checché ne dicano certi leghisti, bravissimi a lanciare ronde e cacce all'immigrato, per distrarci del cancro che sta colpendo l'economia del Paese. Anche nel Nord esiste un intreccio perverso tra imprese, criminalità e politica. Denunciarlo a ogni costo è un nostro dovere. Così come è nostro dovere denunciare la condizione di precarietà che colpisce la nostra generazione e della quale anche tu, che hai meno di trent'anni sei vittima. Coi tuoi articoli, con le tue riflessioni, ci hai spiegato come queste siano due facce della stessa medaglia. Come diritto al lavoro e diritti nel lavoro siano una precondizione essenziale per combattere le mafie. Come la criminalità organizzata possa essere sconfitta solo con la democrazia e la giustizia sociale. Per questo siamo a tuo fianco. E anche noi, oggi, vogliamo dire di chiamarci Giovanni Tizian.
Di Paolo Ferrero
Di Stefano Galieni






