landiniDi Paolo Griseri*

In America non ci sono sindacalisti come me? Ma in Germania li ha conosciuti e in Francia ne troverà: è l´EuropaSe Marchionne vuole dimostrare che intende rimanere in Italia, «accetti di far esprimere i lavoratori sul nuovo accordo che ha esteso a tutto il gruppo. Lo ha fatto alla Chrysler, lo faccia anche qui». Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini si rivolge direttamente all´ad del Lingotto: «In un referendum libero, se perdiamo siamo sempre stati disposti ad accettare il risultato».
Landini, perché un altro referendum?

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di Riccardo Petrella

120117nichi_vendolaSia l'assessore Fabiano Amati (in una lettera aperta al sottoscritto e al movimento Acqua bene comune della Puglia del 12/1) che Nichi Vendola (il manifesto 14/1) hanno ragione di insistere sul fatto che la ripubblicizzazione del governo dell'acqua non è un affare semplice e che un presidente di una regione non ha né il potere né la bacchetta magica per fare quello che desidera. Questo, però, non è sufficiente per spiegare la questione fondamentale, al centro del dibattito in Puglia prima e dopo il referendum di giugno 2012, che è di capire «perché, dopo più di sei anni dall'elezione di Nichi Vendola a presidente della Puglia - vinta "personalmente" in maniera bella ed entusiasmante anche perché la ripubblicizzazione dell'Acquedotto pugliese (Aqp) è stata, con la sanità, uno dei due temi principali della sua campagna - i cittadini pugliesi devono ancora battersi per la ripubblicizzazione»?

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camusso

«Non esiste una fase due se non si parte dall’occupazione.Iltema è creare lavoro, far partire le infrastrutture, i cantieri pronti ma bloccati da patti di stabilità. Serve mettere a disposizione le risorse che ci sono, e non ci stiamo immaginando che improvvisamente piovono miliardi, perchè non ci sono». È il messaggio al premier Mario Monti che il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha lanciato nel corso di un’intervista su Sky.

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Editoriale di Bruno Steri

120115steriSu il manifesto dell'altro ieri Joseph Halevi invitava a prender atto dell'importanza della posizione tenuta da Mario Monti al cospetto della signora Merkel (in particolare delle dichiarazioni successivamente rilasciate al quotidiano tedesco Die Welt), in quanto tesa ad evidenziare le responsabilità tedesche (della destra tedesca) in ordine alla ricerca di una via d'uscita dalla cosiddetta crisi del debito. Va riconosciuto - faceva presente Halevi - che il Presidente del Consiglio italiano ha violato i dettami imposti dal «consenso di Berlino», affermando che le politiche di sacrifici di cui gli stati più esposti sono chiamati a farsi carico non arriveranno mai ad ottenere la riduzione del debito stesso ed anzi otterranno l'unico risultato di aggravare l'involuzione recessiva, colpendo al cuore la tenuta dell'Unione europea medesima e della sua moneta.

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Editoriale di Gianni Ferrara su Liberazione del 15 gennaio 2012

120115consultaÈ ineccepibile la declaratoria dell'inammissibilità dei referendum sulla legge elettorale vigente da parte della Corte costituzionale. Ineccepibile perché l'accoglimento avrebbe procurato un vuoto normativo incolmabile nell'ordinamento costituzionale. Avrebbe colpito al cuore il Parlamento privandolo della possibilità di rieleggerne i suoi componenti per un tempo indefinito, quello della approvazione di una nuova legge elettorale. La democrazia italiana sarebbe stata privata della certezza di disporre, in ogni momento, dello strumento che ne possa consentire la sopravvivenza. Se il porcellum la distorce, la soffoca, la comprime mutilandola, il referendum proposto per … abolirlo (?) la avrebbe ibernata.

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di Joseph Halevi

120115bcePassate le vacanze, il valzer ricomincia. Questa volta però la motivazione del declassamento di una serie di paesi, tra cui la Francia, della zona dell'euro da parte di Standard and Poor's contiene un'analisi giusta. Citiamo la parte essenziale che si riferisce all'accordo del vertice europeo del 9 dicembre scorso. «Crediamo - recita la nota di S&P - che l'accordo si fondi solo su un riconoscimento parziale circa la radice della crisi, cioè che l'attuale turbolenza finanziaria origini principalmente dalla stravaganza fiscale dei paesi alla perferia dell'eurozona.

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di Marco D'Eramo

120114spL'Europa è in balia del rating. E a ogni minimo sussurro di un'agenzia, l'euro compie un passo in più verso l'abisso. Lo si è visto ieri quando Standard & Poors' (S & P') ha annunciato di aver degradato la Francia (e l'Austria) dalla tripla A (AAA) ad AA+: retrocessione anche per Italia, Spagna e Portogallo. I francesi, colpiti al cuore nella loro grandeur, non l'hanno presa bene. Per il consigliere di Nicholas Sarkozy, Alain Minc, queste agenzie «non sono più nemmeno 'pompieri piromani', sono peggio». L'annuncio ha mandato a picco le borse. Non solo: ha innescato una mina micidiale sotto la valuta europea: tutte le speranze di salvataggio erano riposte nel duumvirato franco-tedesco, ma ora la Francia è indebolita, il club dei paesi «virtuosi» si restringe e il «fondo salvastati» non può più rastrellare fondi a basso tasso d'interesse. (E intanto le trattative con la Grecia venivano sospese.)

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Intervista a De Magistris di Francesca Pilla

120114demagistrisMentre il governo Monti liberalizza...
Intervista al sindaco Luigi De Magistris
La sfida della città partenopea, in controtendenza rispetto a Roma. «Le nostre scelte, avvicinando i cittadini alla politica, fanno paura a molti»
Mentre Monti privatizza e liberalizza, a Napoli si va in direzione contraria e la sfida alla valorizzazione dei beni comuni è diventata il fiore all'occhiello della rivoluzione arancione. Ostinatamente Luigi De Magistris rivitalizza le partecipate del comune: acqua, trasporto e rifiuti. Ieri con una delibera Palazzo San Giacomo ha perfino istituito il Laboratorio Napoli che con le Assise del popolo è il primo esperimento in Europa di messa su carta della democrazia partecipata, mentre dopo aver aperto un registro per le coppie di fatto e quelle Gltb, ha visto la luce, sempre all'anagrafe del comune, anche quello dedicato al testamento biologico.
Sindaco, continuando così Napoli si candida a diventare la San Marino dei benecomunisti...
Scherzi a parte, è un fatto che le nostre scelte avvicinando i cittadini alla politica fanno paura a molti. Noi siamo il contrario dell'antipolitica e lo stiamo dimostrando giorno per giorno. Quello che verrà deciso nelle assemblee del popolo dovrà essere preso in considerazione da questa amministrazione, in un confronto faticoso, ma necessario per gettare le basi della democrazia partecipata. È l'inizio di un esperimento unico, dove l'assemblearismo non sarà più uno sfogatoio, ma un momento di crescita e critica costruttiva, contribuendo alle scelte dell'amministrazione.

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di Daniela Preziosi dal Manifesto del 14 gennaio 2012

Chiudere con Di Pietro. Ora lo chiede mezzo Pd. A partire dalle amministrative Vendola vede Bersani e poi l'ex pm per mediare fra i due ex alleati dell'Ulivo. Ma Leoluca Orlando nel capoluogo vuole fare come a Napoli
120114idvChiusa, defunta, seppellita. Dopo l'ultima, sanguinosa polemica fra Di Pietro e Colle - con l'ex pm che evoca la piazza per fermare la «deriva antidemocratica» di una bocciatura dei referendum operata «per fare un piacere al capo dello Stato» - per mezzo Pd l'alleanza con Di Pietro è data per irrecuperabile. Gli spericolati 'demopop' chiedono esplicitamente di mollare il centrosinistra per una «fusione» o «una federazione stabile e motivata» con il Terzo Polo, che a loro volta chiamano «centrosinistra», però rispolverando il significato che aveva negli anni 60. Fra i pasdaran della fine del Nuovo Ulivo c'è anche Enrico Letta, numero due del Pd. Che ieri ha emesso la sentenza finale. «La linea anticostituzionale di critica alle autorità di garanzia, presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale in primis, è per quanto ci riguarda alternativa ad alleanze con noi».

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120113ferraraQual è il tuo commento alla sentenza della Consulta?
Lo sapevamo anche se in pochi l’abbiamo poi sostenuto. La Corte non poteva che esprirmersi per inammissibilità perché è assurdo pensare che possano far rivivere i morti. E i morti sono i disposti normativi abrogati. E soprattutto fa piacere constatare che le manovre di alcuni esponenti dei partiti politici, anzi di due partiti politici, quello dell’Idv e quello di Sel, oltre ai seguaci di Parisi e di Veltroni, che hanno inventato questo meccanismo del referendum impossibile mirando invece a far fallire il terreno possibile e giusto per l’instaurazione di un’autentica riforma del sistema elettorale insenso proporzionale, abbiano avuto quel che meritavano. Non si scherza né si deve ingannare il corpo elettorale itlaiano.

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FB Ezio Locatelli

 

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