monti berlusconidi Sergio Ferrari
Con il libro “Il film della crisi” G. Ruffolo e S. Sylos Labini offrono una  ricostruzione ragionata dell’attuale crisi economica, delle sue origini ideologiche, delle deformazioni e delle speculazioni finanziarie che l’hanno accompagnata, delle logiche di un capitalismo abbandonato a se stesso in virtù di una concezione, quella liberista, secondo la quale “ i mercati sono razionali …. si autoregolano…”. Peccato che “questo mantra del’economia non esista e quindi…. si è dissolto improvvisamente e per  molti ( ma non per tutti) inaspettatamente “.

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unioneeuropeada www.movisol.org
Due autorevoli voci si sono nuovamente levate a denunciare l'illegalità e il carattere antidemocratico dell'Unione Europea: il prof. Karl Albert Schachtschneider in Germania e il prof. Giuseppe Guarino in Italia.
Guarino ha denunciato non solo la dannosità del Fiscal Compact, ma anche la sua inapplicabilità. La denuncia dell'illustre giurista, anticipata in occasione della conferenza internazionale dello Schiller Institute e pubblicata successivamente su Milano Finanza del 28 novembre, "ha subito generato moltissime reazioni in ambito accademico e in Senato", dove si è discussa la legge di Stabilità, scrive il quotidiano milanese.

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tassinari cameraardentedi Checchino Antonini
«La parola di Stefano, anche quando la leggi in solitudine e in silenzio, non è mai soltanto parola scritta, c'è una spinta all'oralità trasmessa dal fraseggio e dal ritmo, dalla "tornitura" delle parole, dalla ricerca delle assonanze... Sulla pagina si coglie una promessa di voce, di ritmo, di suono che viaggi nell'aria e faccia vibrare i timpani, ovvero incontri un corpo. Ecco, c'e` sempre un invito all'ascolto e all'incontro».
«Senza dubbio. La scrittura, per Stefano, sia quella propria che di altri scrittori, è sempre qualcosa da mettere in azione attraverso la voce, la presenza del qui ed ora di qualcuno che quelle parole le estrae dalla pagina per renderle suono.

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sparagna pazienzadi Boris Sollazzo
Lui è un ragazzo di Bagnoli del 1946, un bel tipo che odia il potere e lo combatte, perché non se ne fa sedurre. Che ignora il denaro, perché non lo ama. Che adora la satira, perché il suo spirito è tagliente e militante, e considera quella risata amara, quello sberleffo arguto, quel fendente a chi comanda, come l'unica vera arma contro l'arroganza della classe dirigente.

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landini01gdi Marco Petricca
Nelle piazze migliaia di bandiere Fiom: «Basta accordi separati, non vogliamo il modello Fiat»
Maurizio Landini parla dal centro di Padova, in piazza dei Signori, gremita da una folla di 15 mila lavoratori. Ribadisce con forza quanto aveva detto a Milano. «Voto nelle fabbriche», scandisce il segretario generale della Fiom Cgil. E si rivolge al protagonista delle primarie del Pd, in corsa adesso per la premiership: «Parlo in particolare a Pierluigi Bersani, che è stato eletto con un metodo democratico e con un risultato assolutamente importante e che riavvicina le persone alla politica: c'è bisogno di fare una legge sulla rappresentanza sindacale, per impedire che si estenda il modello Fiat e che si estendano questi accordi separati».

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121129soggettopoliticonuovodi Livio Pepino, Marco Revelli, Chiara Sasso, Massimo Torelli
Carissimi,
essendo un cantiere procediamo mettendo un mattone alla volta. Qualche volta accumuliamo un po’ di ritardo ma l’importante è raggiungere soluzioni adeguate. A questo punto ci pare, in vista delle assemblee del 14-15 e 16, che alcuni punti siano chiari e condivisi tra i promotori e i soggetti che, partecipando all’assemblea del 1° dicembre, sono entrati nell’impresa:
1) le assemblee vanno fatte in tutti i territori in cui ciò è realisticamente possibile. Dunque non mettiamoci vincoli sulla dimensione territoriale: più ne facciamo meglio è, purché ci siano le condizioni per farle riuscire;

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berlusconi dellutridi Matteo Pucciarelli
No, no, e ancora no. Stavolta non ci dobbiamo cascare. Stavolta ci dobbiamo porre l’impegno morale di ignorare (e semmai combattere) chi di professione gridava alla difesa delle democrazia, poi dopo amorevolmente calpestata per far posto ai “tecnici” grazie all’unione contronatura tra Pd-Pdl-Udc. Tutto in nome del dio spread.
È una cosa psicologica, probabilmente. Le mignotte, i cucù, le bugie, i cortigiani, le corna, il sesso malato, Mediaset, conflitti di interessi, la cricca, Dell’Utri, la mafia, gli appalti, le barzellette, Feltri e Sechi che sfondano quotidianamente il muro del buonsenso, Cicchitto, le gaffe, i video delle gaffe, «il ruolo di kapò», Ghedini fuori dal tribunale di Milano.

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monti-grilli-passera-300x200di Franco Frediani
La profezia si è avverata, a dimostrazione che l'attenzione rivolta a Berlusconi, non era fuori luogo. L'ennesimo colpo d'ala e voilà! Governo in crisi, grande coalizione saltata e giù a fare i calcoli sulla convenienza o meno di staccare la spina all'imperturbabile Monti. Il post scriptum è d'obbligo: qualunque sia il giudizio che uno può avere del politico Berlusconi, non si deve mai credere al fatto che possa fare qualcosa "a caso". Il PDL (così come tutto il centrodestra) è sicuramente rimasto orfano della sua leadership e peggio ancora, non ha saputo mai reagire o proporre una vera alternativa a questo; tanto è vero che, a tutt'oggi, sta cercando di ritrovare il bandolo di una matassa davvero intricata.

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numeridi Aldo Carra
I dati più recenti sulla disoccupazione sono drammatici, ma la situazione reale lo è ancora di più. Il tasso di disoccupazione totale a settembre 2012 è salito al 10,8 per cento, quello giovanile al 35,1 per cento, mentre ogni mese che passa si tocca un nuovo record storico. Nella crisi che attraversa i paesi sviluppati, l’aumento della disoccupazione non è solo un fenomeno italiano: nell’Europa a 27 essa ha raggiunto il 10,6 per cento e nell’area Euro è arrivata fino all’11,6. Stando a questi dati, in Italia ci sarebbe quindi una disoccupazione uguale a quella dell’Europa o addirittura inferiore a quella dell’area Euro.

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120225montidi Guglielmo Forges Davanzati
Sul piano della politica economica, il bilancio del governo Monti non è particolarmente entusiasmante. Tre dati possono essere sufficienti per attestarlo: circa centomila individui hanno perso lavoro nel corso dell’ultimo mese, come rilevato nell’ultimo Rapporto ISTAT, con un tasso di disoccupazione giovanile (superiore al 30%) che ha raggiunto, in Italia, il suo massimo storico; è notevolmente aumentato il numero di fallimenti di imprese, con oltre cento crisi industriali in atto; il rapporto debito/PIL è aumentato di 6 punti percentuali nel corso dell’ultimo anno.

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FB Ezio Locatelli

 

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