121011disabiledi Paolo Ferrero
Nella manovra di stabilità vi sono provvedimenti di cui nessuno parla.
In primo luogo non appare l’ennesimo giro di vite sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Il provvedimento sottopone le pensioni di invalidità all’IRPEF e per questa via le riduce. In secondo luogo vengono dimezzati i permessi lavorativi ai figli che devono assistere i genitori con disabilità grave.  Non so esattamente quanto denaro porterà nelle casse dello stato questo provvedimento ma so che è un provvedimento barbarico, indegno di un paese civile. Infatti questi provvedimenti si sommano ad altri che hanno sostanzialmente azzerato i fondi per le persone con disabilità. I governi Berlusconi prima e Monti poi hanno sostanzialmente azzerato i fondi per la spesa sociale.

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121011ivadi Alfonso Gianni
Malgrado le patetiche precisazioni del Ministro Grilli, siamo di fronte a una nuova manovra economica da parte del governo Monti per il valore di ben 11,6 miliardi di euro. Non proprio bruscolini in questi tempi di magra. Naturalmente il tutto viene motivato con la necessità di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Chi voleva la prova dell'assurdità e delle pesanti conseguenze sociali di questa norma introdotta in Costituzione, ora ce la ha di fronte.
Il punto essenziale del provvedimento governativo sta nella doppia manovra: abbassamento di un punto di due aliquote Irpef, quella al 23% e quella al 27%, mentre, anzichè scongiurare l'incremento dell'Iva, lo si eleva di un punto. Si dice che le due cose dovrebbero stare in equilibrio, ma è assai poco credibile che così effettivamente sia.

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121011eurodi Dino Greco
La giostra dei tagli – sotto le mentite spoglie della spending review – ha ricominciato a girare vorticosamente. La mannaia viene di nuovo calata sulla sanità (per 1,5 miliardi che amputano una spesa già ridotta ai minimi termini), sull'assistenza ai disabili, sul pubblico impiego (con un ulteriore blocco triennnale dei contratti!), sull'università. Poi, dal 2013, l'aumento di un punto dell'Iva, mentre sta per arrivare l'impatto durissimo della seconda rata dell'Imu (che invece il Vaticano dovrà pagare – limitatamente ai propri edifici a destinazione commerciale – soltanto dall'anno prossimo).
In questo raggelante contesto, la riduzione di un punto delle aliquote più basse dell'Irpef appare come un impacco tiepido, un atto meramente simbolico, del tutto privo di concreta efficacia, di fronte agli aumenti paurosi di prezzi e tariffe che alimentano una dinamica dei consumi in continua regressione.

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121011profumodi Roberto Ciccarelli
Per il ministro dell'Istruzione il taglio di 6.400 docenti precari è «un contributo di generosità». Domani cortei in 90 città
Seimila quattrocento docenti precari perderanno il lavoro a causa del taglio di 183 milioni di euro all'indennità di vacanza contrattuale stabilito dal precedente governo e confermato dal governo Monti. Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha definito questo taglio indiretto un «contributo di solidarietà» pagato dalla scuola per sostenere la legge di stabilità. A suo avviso, nella prossima fase contrattuale per i docenti e il personale si dovrà pensare ad un «modello di scuola liquida e non chiusa». Cosa questo voglia dire nella neo-lingua del ministro non è dato sapere. Ieri il titolare di Viale Trastevere ha preferito non scendere nei particolari, impegnato a discutere della «scuola del futuro» con 5 mila ragazzi al Palalottomatica di Roma.

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121011magnetimarellidi Paola Natalicchio
È arrivato un fax, in azienda, martedì pomeriggio, targato Ministero dello Sviluppo. Una comunicazione secca, che ha freddato gli 800 operai della Pcma Magneti- Marelli (ex Ergom) di via de Roberto a Napoli, da due anni in fermo produzione. Ieri doveva esserci un atteso incontro a Roma, al Ministero, con i vertici Fiat, per capire il destino anche di questi lavoratori dell’indotto che dal prossimo luglio finiranno gli ammortizzatori sociali e vedranno iniziare i licenziamenti. Ma l’azienda si è resa indisponibile. Via fax. E dunque i lavoratori hanno ripreso le iniziative di lotta.

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121011criminedi Maria R. Calderoni
Mica l'ho inventato io. Giuro che di mio - trama, personaggi, protagonisti, nomi, mainstream, ambiente luoghi e fatti - in questo chilometrico "Romanzo criminale", indubbiamente piazzato tra i più clamorosi e longevi successi nazionali, non c'è una virgola; ho trovato tutto bell'e fatto dalla a alla zeta. É bastato leggere (o anche solo sfogliare) il giornale e annotare, ricordare, trascrivere i puri semplici titoli. Per esempio questi, presi in soli due giorni, due soli ordinari giorni qualsiasi della corrente seconda settimana d'ottobre 2012.
LUNEDI. Quelle società in rosso  finanziate dalle Regioni.
Le nomine di Fiorito in ospedale e Asl, e il manager ringraziò.
Piano tagli, scoperti altri 3,5 miliardi di sprechi.
Emilia Romagna. Ai terremotati neanche un centesimo degli sms (<raccolti 15 milioni, ma la Protezione civile spiega che i tempi tecnici per farli arrivare a chi ne ha bisogno sono lunghi>).

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121011marchionnedi Franco Frediani
Si rasenta il grottesco. Mentre l'Italia arranca, con le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine della terza settimana del mese, i "privilegiati" continuano a dominare la scena. Persone avide, che inseguono il potere, che farebbero di tutto pur di "arrivare alla meta", se non l'hanno già raggiunta. L'esempio più eclatante l'abbiamo avuto con Berlusconi, che ogni giorno riusciva a convogliare su di sé l'attenzione dei media, a riempire le cronache dei quotidiani vendendo in maniera magistrale il suo pur avariato prodotto. Non vogliamo ripetere l'errore ancora una volta, e per non farlo sarà bene motivare ogni volta le ragioni dell'argomentare su quelli che stanno diventando i "soliti noti". I nomi dicono già molto, Sergio Marchionne e Matteo Renzi. Due personaggi che probabilmente sarebbero riusciti a risultare antipatici persino a Suor Maria Teresa di Calcutta.
Si da però il caso che, i due personaggi in questione, non siano avulsi da questioni assai più importanti di una sterile quanto apparente polemica.

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121010gallinodi Francesca Fornario
Luciano Gallino è la roccia millenaria che resta attaccata alla montagna dopo la frana. Franano i socialisti europei convertiti ai dogmi del (sempre più) libero mercato finanziario; si sgretola l’anima socialdemocratica del Pd perché - dice Gallino - «il centrosinistra è ormai una variante del partito neoliberale, il partito del “Ce lo chiede l’Europa e non abbiamo alternative ”». Lui, il sociologo che negli anni Cinquanta all’Olivetti indagava le trasformazioni del mercato del lavoro, resta immobile. E assiste, incredulo, allo smottamento: «Che fine ha fatto la prospettiva della piena occupazione? ».

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121010illuminazionedi Francesco Paternò
Meno illuminazione pubblica per risparmiare, ma il paese è gia al buio nei consumi e nella recessione. Camusso: «Esecutivo miope» Una manovra da 11,6 miliardi, di cui 6,5 per evitare il nuovo aumento dell'Iva. Tagli pesanti per sanità e pubblico impiego. Lo stato blocca l'acquisto e l'affitto di immobili e automobili.
Non c'è niente da fare, i soldi che servono allo stato per la legge di stabilità 2013 non verranno per esempio dai grandi patrimoni ma dai soliti posti noti: la sanità pubblica innanzitutto, che dovrebbe subire un ulteriore taglio di 1,5 miliardi, dal pubblico impiego, con la scuola in prima linea, dagli enti locali. Siamo ancora al livello di indiscrezioni e bozze, ma questi sarebbero i tagli più pesanti contenuti nella bozza di legge di stabilità presentata alle parti sociali dal governo Monti. Inoltre ci sarebbe uno stop all'acquiosto e all'affitto di auto nuove (a esclusione per le forze dell'ordine), di immobili, di arredi.

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121010tobindi Pierluigi Sullo
Avere ragione troppo presto equivale ad avere torto. Ovvero: adesso che undici paesi dell'Unione europea (Italia inclusa, incredibile) hanno detto sì all'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, o Tobin Tax, molti di quelli che presero le manganellate a Genova, nel 2001, avrebbero motivo di dirsi: avevamo ragione noi.
È del 1997 l'editoriale di Ignacio Ramonet su Le Monde diplomatique, intitolato «Disarmare i mercati», grazie al quale si iniziò una campagna mondiale e fu fondata, in Francia e in decine di altri paesi, l'associazione Attac. Quella italiana raccolse all'inizio del decennio 180 mila firme per una legge di iniziativa popolare, la Svezia adottò una sua Tobin Tax e il Belgio, il Canada e altri decisero di vararla se la cosa si fosse diffusa.

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