1dipietroferreroPaolo Ferrero
 - Il ddl lavoro è legge: la peggiore delle leggi possibili, il governo Monti è arrivato là dove nemmeno Berlusconi era arrivato, a cancellare l’articolo 18 e i diritti dei lavoratori. Pd e Pdl, complici del governo, hanno compiuto una vera e propria nefandezza contro i lavoratori e le lavoratrici . Noi ci faremo promotori di un referendum abrogativo della riforma sul lavoro e dell’articolo 8 della manovra estiva del governo Berlusconi perché siamo convinti che la maggioranza del popolo italiano non è d’accordo con la distruzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.



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2sciopero

di Ylenia Sinia
Giornata di tensione e protesta ieri a Roma in occasione del via libera definitivo alla camera del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. A presidiare palazzo Montecitorio fin dalle prime ore del pomeriggio centinaia di lavoratori della Cgil in mobilitazione contro «un provvedimento sbagliato e recessivo in un paese che ha bisogno di sviluppo». A riempire la piazza, lavoratori di tutte le categorie, soprattutto provenienti dalla Capitale e dal Lazio a causa della diffusione su tutto il territorio nazionale dei presidi della Cgil.

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3aula

di Romina Velchi

Domani Di Pietro e Vendola terranno una conferenza stampa per presentare il loro «progetto per il centrosinistra, quello vero». Sarà, insomma, la risposta all'abbraccio (mortale?) tra Casini e Bersani, agli amorosi sensi tra Udc e Pd che dovrebbe portare ad un «governo politico» di larghe intese nel 2013. E che ha come conseguenza l'esclusione dall'alleanza dei terzi incomodi. Soprattutto dell'Italia dei Valori di Di Pietro (colpevole di fare scelte che lo stanno «allontanando dalla possibilità di partecipare ad un'alternativa di governo» come dice Latorre, vice presidente dei senatori Pd), perché invece le porte per Sel restano socchiuse.

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4fornero

di Dino Greco
“Work isn't a right”, ovvero, “Il lavoro non è un diritto” ha tuonato Elsa Fornero in un'intervista concessa ieri al Wall Street Journal. Ma non si tratta di una gaffe, come invece hanno commentato diversi quotidiani nostrani.

L'espressione è del tutto coerente con ciò che il ministro pensa e fa con feroce determinazione sin dal suo insediamento. Proprio ieri – con il sostegno determinante del Partito democratico – il parlamento ha trasformato in legge dello stato la cancellazione dell'articolo 18, il prosciugamento degli ammortizzatori sociali e la piena conferma dell'impianto legislativo responsabile del diluvio di precarietà che ha precipitato nel dramma esistenziale un'intera generazione.

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5uebandiera

di Daniele Cardetta
Professor Giacchè, il voto greco sembra aver fatto tirare un sospiro di sollievo all’establishment europeo. Pensa che la vittoria di Nuova Democrazia possa traghettare la Grecia verso acque più tranquille? E se avesse vinto Syriza crede che la Merkel e la troika avrebbero accettato di rivedere il memorandum?

“La mia risposta a entrambe le domande e’ negativa. La vittoria di Nuova Democrazia e’ la vittoria del partito che aveva truccato i conti in Grecia. Si continuerà col massacro sociale e con la conseguente depressione economica.

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6g20
di Alfiero Grandi

Ogni settimana c’è un appuntamento internazionale dipinto come decisivo, che però non decide. Il suono delle trombe e delle fanfare che precede incontri come la riunione del G 20 che si è svolta in Messico lascia inevitabilmente il posto alla delusione, all’impressione che chi esercita il potere politico, o dovrebbe farlo, non svolge il ruolo che dovrebbe, che finisce con l’essere subalterno o sulla difensiva rispetto alla finanza internazionale...

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7revelli

di Marco Revelli
Non dimentichiamola troppo in fretta, la lezione greca. Ancora la scorsa domenica mattina il mondo - non solo l'Europa - sembrava appeso al voto di quella decina di milioni di elettori greci chiamati a scegliere tra la vita e la morte. Con i nostri quotidiani "indipendenti""a spiegarci, senza pudore - producendosi in un falso plateale - che ad Atene si sceglieva tra l'Euro splendente e la miserabile dracma.E la stampa finanziaria a disquisire di computer dei broker globali puntati sul fatidico "sell" che, in caso di vittoria dei "nemici dell'Europa", avrebbero scatenato l'opzione fine del mondo dando inizio a una tempesta di vendite sui titoli di Stato dei paesi deboli (come il nostro), mentre in caso contrario il "buy" avrebbe polverizzato lo spread... e salvato il mondo!

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8cucchi

di Ilaria Cucchi
Noi eravamo presenti al momento della pronuncia della sentenza della Corte di Cassazione. Lucia Uva, Domenica Ferrulli ed io. Perché noi in questi anni siamo diventati una famiglia.
Noi sappiamo cosa significa lottare momento dopo momento per una giustizia che si da per scontata ma che molto spesso non lo è.
Noi sappiamo quanto è importante per noi, e per quelli come noi, che finalmente e definitivamente coloro che hanno tolto la vita a un ragazzino che non aveva fatto niente di male siano stati giudicati colpevoli.

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9berdini

di Paolo Berdini
eri i giornali di informazione hanno enfatizzato oltre i limiti del ridicolo il «piano città» del ministro Passera e del viceministro Ciaccia. Di fronte alle carenze strutturali e allo stato di abbandono delle nostre città che non riescono a competere con le città dell'Europa, in tutti i titoli si leggeva che erano stanziati niente meno che 2,1 miliardi di euro. Lavoce.info - sempre puntuale e preziosa - ha dimostrato che i 224 milioni, gli unici veri della partita perché il resto sono anticipazioni della Cassa depositi e prestiti, non sono neppure tutti nuovi perché verranno dai tagli di interventi di edilizia già programmati.

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1 halevidi Joseph Halevi

Quello che stiamo vivendo in Europa, in questi giorni, in questi mesi e nei prossimi, è una crisi che deriva dagli scontri tra pezzi e segmenti di capitale europeo. Secondo me è necessario che la sinistra italiana - quanti ancora pensano in termini di «sinistra di classe» - cerchi di individuare e capire la dimensione intercapitalistica e intracapitalistica della crisi che si sta vivendo in Europa. Quindi non è questione che riguardi un «progetto ideale» europeo, un'unificazione fallita.
La questione è come la ricostituzione del capitale in Europa, partita praticamente dal piano Marshall in poi, si è sviluppata ed evoluta fino ad arrivare alla situazione odierna. Questo è il nostro problema principale da capire analiticamente; ma non viene affrontato da nessuna parte, perché le forze della sinistra (moderata o di estrema sinistra, non ha importanza) che operano nell'insieme dell'Europa stanno accettando tutti i pregiudizi e le ideologie che hanno accompagnato la cosiddetta costruzione europea. Questo è, secondo me, il punto nodale.

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FB Ezio Locatelli

 

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Relazione di Ezio Locatelli

 

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