Alfio Nicotra
Il Partito della Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra hanno partecipato oggi all’iniziativa “cento piazze contro gli F35 “ promossa dalla Rete Disarmo.
Gli F35 sono infatti incompatibili con il bilancio dello Stato ma anche con la nostra Costituzione. Sono strumenti di “lungo braccio” cioè atti a portare il nostro potenziale offensivo fuori dai confini nazionali. Sono strumenti di aggressione il cui programma non va solo ridotto di numero ma va cancellato per intero. Mentre si tagliano pensioni, scuola, sanità e trasporto pubblico, con un Paese in cui basta una nevicata o una pioggia abbondante per metterlo in ginocchio, spendere cifre da capogiro – si tratta del caccia più costoso della storia dell’aereonautica mondiale - per acquistare gli F35 rappresenta un insulto al buonsenso.
Il Prc ritiene fondamentale affrontare il nodo della riconversione in produzioni civili della nostra industria bellica. Il ministro Di Paola agita infatti il rischio occupazionale quando parla delle irrinunciabilità di alcuni sistemi di arma compreso gli F35. Noi pensiamo che questo problema vada affrontato alla radice non soltanto tagliando le spese militari ma indirizzando queste spese verso la riconversione del settore. L’Alenia può produrre buoni aerei civili – da trasporto e antincendio per esempio – così come la Fincantieri invece che portaerei può produrre navi per trasporto merci per le autostrade del mare. Non basta risparmiare sulle spese militari, bisogna riconvertire il modello di sviluppo. Le spese risparmiate dalla riduzione delle spese militari non devono andare semplicemente al contenimento del debito pubblico ma al rilancio del tessuto produttivo del nostro Paese e in particolare alla lotta al precariato e per creare buona occupazione. Pace e lavoro sono un binomio inscindibile. Anche per questa ragione abbiamo presentato in comuni, province e regioni ordini del giorno e mozioni che, a partire dal taglio degli F35 e delle missioni di guerra, chiedono questo cambio di passo della politica italiana. Saremo per questo in piazza oggi per proseguire la pressione sul governo italiano affinché sia cancellato in modo definitivo un programma faraonico ed incostituzionale.