ilmarenonunadiscaricaDi Paolo Gangemi

E' passato un mese dall'incidente della Nave Grimaldi e ancora i bidoni tossici non sono stati recuperati. Inaudita la reticenza delle istituzioni che hanno avuto notizia da subito dell'incidente.

Nelle prossime ore le autorità competenti devono indicare i tempi di modi dell'operazione di recupero dei bidoni. Noi continueremo la nostra mobilitazione fino a quando non sarà recuperato il carico della Grimaldi e non saranno chiarite le responsabilità del silenzio delle autorità. Continueremo fino a sapere la verità. Ci impegneremo soprattutto per porre l'attenzione dell'opinione pubblica e delle popolazioni costiere sulle attività delle eco-mafie che fanno del nostro mare una discarica.

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Tutta la nostra solidarietà ai 13 attivisti no tav indagati per un presidio spontaneo davanti alla Prefettura l'estate scorsa, in sostegno ai valsusini e contro l'inutile opera del Terzo Valico, alta velocità Milano-Genova. Tra i 13, anche la nostra segretaria di circolo,

un 'altra compagna del circolo di Tortona ed il nostro consigliere comunale di Alessandria. Gli avvisi di garanzia si basano su un decreto regio di epoca fascista e contestano partecipazione o organizzazione di manifestazione non autorizzata...ma in quei giorni i presidii erano immediati e spontanei ovunque, di fronte alla violenta repressione in Val Susa!

I 13 indagati fanno tutti parte di realtà che hanno partecipato a lotte e vertenze territoriali, ambientali e sociali negli scorsi anni, dunque non sono stati scelti a caso..non è nemmeno casuale il momento in cui arrivano gli avvisi di garanzia, ovvero pochi giorni dopo che è stato annunciato lo stanziamento dei fondi per i lavori del Terzo Valico: milioni e milioni di euro sottratti al welfare, all'istruzione, all'ammodernamento dei trasporti, alle bonifiche ambientali..e dirottati invece nelle tasche delle lobbies dell'alta velocità. Un'opera assurda, che pagheremo tutti (ed in particolare le popolazioni della Val Lemme, del novese e del tortonese) in termini economici e di disagio nella viabilità, di rischi per la salute delle popolazioni (scavi nelle falde contenenti amianto, in un territorio a forte dissesto idrogeologico, peraltro).

O, ancora, perchè non usare quei soldi per la bonifica dell'Eternit a Casale ?!

Gli avvisi di garanzia , che riteniamo un gesto politico di intimidazione, non ci fermeranno, noi andiamo avanti: solidarietà a tutti gli attivisti alessandrini indagati e alla lotta dei valsusini, ancora e sempre NO TAV.

*Circolo Rifondazione Comunista Tortona*

Logo_campagna_Mauro_ForteLo scenario è in rapida evoluzione e già da ieri diversi quotidiani riportavano stralci della bozza di decreto sulle liberalizzazioni.

Stando al testo attuale, l'attacco al risultato referendario dello scorso giugno è diretto e soprattutto indirizzato verso la possibilità di ripubblicizzazione del servizio idrico.

Con l'art. 20 ("Aziende speciali e istituzioni"), infatti, si attacca direttamente il risultato ottenuto dal referendum sull'acqua, che, grazie al rimando alla disciplina comunitaria, aveva reso possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali: si dichiara infatti che le aziende speciali possono intervenire "per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale" (presupponendo artatamente che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta per la prima volta al patto di stabilità interno. Un attacco diretto alle esperienze come quella del Comune di Napoli, per fermarla in quel caso, e per evitare il suo proliferare sul territorio nazionale.

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elettoraleDi Gianluigi Pegolo

La decisione della Corte Costituzionale di considerare inammissibili i quesiti referendari sulla legge elettorale non può che essere apprezzata. Essa interpreta fedelmente il principio, più volte ribadito nella giurisprudenza costituzionale, ma che i proponenti i quesiti hanno disinvoltamente e colpevolmente disconosciuto, secondo il quale non si può, via referendum, ripristinare una legge precedentemente in vigore. Sul piano più strettamente politico, la sentenza della Corte blocca un'operazione non solo strumentale, ma estremamente pericolosa dal punto di vista democratico, tesa a riproporre il maggioritario di collegio, con l'obiettivo esplicito di indurre una torsione più accentuatamente bipolare nel sistema politico italiano.

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Inaccettabili e sbagliate.

La manovra è profondamente iniqua: la pagano per l’80% lavoratrici e lavoratori, pensionati, giovani, redditi medio-bassi. Si salvaguardano i grandi patrimoni e i grandi speculatori.

La manovra aggrava la crisi: colpendo i consumi popolari blocca ogni possibilità di ripresa economica e spinge il paese nella recessione.

La manovra non ferma la speculazione, come dimostra l’andamento dello spread. Perché la speculazione si contrasta modificando le politiche della BCE e non massacrando i diritti sociali.

Per questo va costruita l’opposizione a Monti. Per evitare che la nostra società diventi sempre più ingiusta e che l’Italia faccia la fine della Grecia: ridotta allo stremo dalle stesse ricette.

Per questo avanziamo proposte per un’altra politica, e vogliamo costruire mobilitazioni durature con le lavoratrici e i lavoratori, gli studenti, i sindacati che si battono per un’alternativa, i movimenti.

Per questo vogliamo costruire l’unità della sinistra: per dare forza alle ragioni del lavoro, dei diritti, della dignità delle persone, della democrazia e del futuro.

Una manovra iniqua.

E’ vergognoso l’intervento sulle pensioni
Si aboliscono le quote e le pensioni di anzianità. Non bastano più i 40 anni di anzianità contributiva: ci vorranno da subito 42 anni e 1 mese, ed ogni anno questi requisiti cresceranno ancora. Anche raggiungendo i nuovi requisiti, se si va in pensione prima dei 62 anni, la pensione viene tagliata. Peggiorano seccamente anche le norme per la pensione di vecchiaia. Ci si accanisce contro le donne che vedono aumentare da subito l’età pensionabile a 62 anni, per arrivare a 66 nel 2018. Crescerà ancora fino a 70 anni, poi, per donne e uomini. Si portano tutti al contributivo e si blocca la rivalutazione al costo della vita delle pensioni lorde sopra i 1405 euro, circa 1100 euro al netto.

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