di Goffredo Adinolfi

A Lisbona la protesta cresce di giorno in giorno, così, dopo la manifestazione convocata il 15 settembre scorso dal gruppo «que se lixe a Troixa» - che si fotta la Troika - ieri è stata la volta del sindacato: centinaia di migliaia di persone si sono concentrate nell'immensa praça do Comercio riempiendola in ogni suo angolo. Gestire la crisi non dev'essere facile per la Confederação geral dos trabalhadores : difficile è trovare il giusto equilibrio tra il possibile e l'auspicabile e controllare tendenze centrifughe naturali in un momento di grande disperazione o, al contrario, un eccesso di rabbia e violenza. Finora si può dire che ciò che è stato fatto è stato fatto con intelligenza e pragmatismo.

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di Eugenio Montesano

«I love Tottenham» proclama un enorme striscione fuori dalla stazione della metropolitana di Tottenham Hale. Non è l’unico: all’incrocio con la High Road, il corso principale, le palizzate dei cantieri e le impalcature degli edifici in costruzione sono tappezzate con questo messaggio. Più che uno slogan, suona come un monito. Hanno bisogno di ricordarselo, gli abitanti del quartiere a nord di Londra devastato dalle violenze di un anno fa. Era il 6 agosto 2011 quando l’uccisione da parte della polizia del pregiudicatonero Mark Duggan, sfuggito a un controllo,fece esplodere la protesta precipitando il quartierenella guerriglia urbana.
Quella notte negozi e edifici simbolo di un’intera comunità furono messi a ferro e fuoco insieme ai cuori della gente. Le ferite sono state profonde, e le cicatrici sono ancora sotto gli occhi di tutti.

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di Pietro Greco

Non è colpa degli idealisti, sostiene Anna Tarquini già nel titolo di un saggio apparso di recente sulla rivista «Il Mulino». Non è colpa dell’«idealismo italiano» di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile, sostiene la storica in forza all’università La Sapienza di Roma, se l’Italia da decenni ha fatto a meno della scienza per alimentare la propria cultura e la propria economia. Le colpe vanno ricercate altrove. Non è solo colpa solo di Croce e Gentile, sostiene Pierpaolo Antonello, docente di Letteratura italiana contemporanea a Cambridge, Gran Bretagna, in un libro, Contro il materialismo, in uscita in questi giorni per l’editore Nino Aragno. Ma è colpa anche di tanti altri idealisti che, a destra come a sinistra, hanno sminuito, in maniera sistematica e persino deliberata, il valore culturale della scienza e, nel medesimo tempo – sottolinea il Senior Lecture dell’università inglese, nel poderoso volume (oltre 400 pagine) in cui rifà il «bilancio di un secolo» di confronto tra le «due culture» in Italia – la portata di quel «materialismo volgare» che si fonda sulla profonda e ineludibile componente biologica dell’uomo.

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di Rassegna.it

A Madrid tornano gli indignados e Rajoy sprofonda nei sondaggi, ma il suo governo prepara un ulteriore taglio da circa 40 miliardi della spesa, dopo la stangata da 65 miliardi decisa con la Finanziaria 2012 solo 5 mesi fa. Ad Atene si rivedono le scene da guerra civile, con scontri e bombe molotov davanti al Parlamento, mentre il governo studia ulteriori misure di taglio alla spesa pubblica, come la soppressione della 13esima per gli statali. Insomma, la storia si ripete, da una parte i governi e l’Europa con le loro politiche di austerità e tagli al welfare, dall’altra i manifestanti, sempre più esasperati, a contestare politiche e classi dirigenti.
Tra queste due parti contrapposte non ha dubbi dove schierarsi il premio Nobel all’economia Paul Krugman, secondo cui i manifestanti in Grecia e in Spagna “hanno ragione”, “ulteriori misure di austerity non servono a nessun proposito. Chi è realmente irrazionale sono i presunti seri politici che chiedono ulteriori sacrifici”.

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di Dino Greco

Ci eravamo fatti l'idea che Monti potesse sopravvivere a Monti anche qualora non toccasse a lui a ricoprire la carica di presidente del consiglio del prossimo governo, considerato che l'ipotesi di un reincarico era stata più volte e seccamente esclusa proprio dal premier in carica.
D'altra parte, la convinzione che la politica interpretata dai tecnocrati liberisti al potere non sia una parentesi congiunturale ed eccezionale, ma fondi una ben più robusta stagione costituente, ha solidissimi presupposti nel sostegno bipartisan al monetarismo della Banca centrale europea, alle norme capestro del fiscal compact e della costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, ad una politica economica imperniata sulle privatizzazioni, all'assalto scatenato contro il welfare e contro tutte le più rilevanti conquiste del lavoro, dal contratto nazionale allo Statuto dei lavoratori.

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