di Goffredo Adinolfi

L'autunno, si sa, segna la fine della bella stagione con l'arrivo di freddo e tempo instabile. Ecco, lo stesso si può dire per il governo guidato da José Passos Coelho. Se fino all'inizio di settembre le cose sembravano andare a gonfie vele, con una opinione pubblica atterrita e i partiti di opposizione un po' addormentati, la fine dell'estate ha chiuso definitivamente una lunga fase di bonaccia.
E sì che le cose non erano cominciate male. Nonostante i 3 miliardi di sforamento sugli obiettivi di deficit nessuno sembrava volere infierire e infatti, dopo la quinta visita di controllo della Troika, il governo ottiene una dilazione di un anno. Unica contropartita richiesta è una riduzione della taxa social unica (Tsu) ovvero un taglio nei contributi previdenziali dovuti dalle imprese alla segurança social (la nostra Inps) di circa 5 punti percentuali.

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Intervista a Maurizio Landini
di Luca Sappino

Cinque ore di vertice, tra governo e Fiat, hanno prodotto poco più che un comunicato stampa. «Io spero che Monti convochi presto anche noi, perché mi piacerebbe poter capire meglio e discutere», dice Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici. «Perché stando al comunicato e ai giornali - aggiunge - l’unica cosa certa è che, come avevamo previsto, Fabbrica Italia non esiste più».

Landini, Marchionne ha detto a Monti che gli investimenti ci saranno “al momento idoneo”. Porti pazienza...
Mi sembra che di pazienza ne abbiamo avuta molta, e che molta ne abbiano avuta i lavoratori. Dire che gli investimenti arriveranno quando sarà il momento idoneo vuol dire in realtà rinviarli, ancora una volta, con l’unica conseguenza dell’au - mento del ricorso alla cassaintegrazione.

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di Luca Telese

Cinque ore di colloquio, un pugno di mosche, e una beffa. Un premier che vede un amministratore delegato per ricevere consegne, piuttosto che per darle. Sabato, Sergio Marchionne è arrivato a Roma e ha dettato le sue condizioni al governo, come un imprenditore che impartisce disposizioni ai suoi dipendenti. In Francia François Hollande e il suo governo hanno bocciato il piano di dismissione del gruppo Citroën-Peugeot con una sentenza lapidaria: «È irricevibile».

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"La Fds del Lazio è pronta a ritirare i propri rappresentanti dal Consiglio regionale, consapevole però, come le forze che hanno promosso l’iniziativa delle dimissioni, dell’estrema difficoltà di raggiungere il numero necessario per lo scioglimento del consiglio. La Fds tiene a precisare di non essere presente nell’ufficio di presidenza, dove la minoranza è rappresentata solo da Pd e Idv, e che ha votato all’unanimità la delibera di aumento dei contributi per l’attività dei gruppi.

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di Maria R. Calderoni

Ma chi ce l'ha mandata, questa? In inglese si direbbe "character assassination", uccisione dell'immagine. Ma qui da uccidere c'è proprio un bel niente, né per quanto riguarda lei né per quanto riguarda gli amichi sui.
Purtroppo, da cronista qual sono, sono stata lì come una scema a vedermela e sentirmela, la Polverini. Vuoi concionante dal suo scranno di governatore (sia in versione capo cosparso di cenere sia in versione scampato pericolo), vuoi supponente-saccente a Piazzapulita.

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